• Ti incontro nel Metaverso: Recruiting e Onboarding

    Quale sarà il futuro del recruiting e dell’onboarding? Con la diffusione dell’intelligenza artificiale e dei mondi immersivi il metaverso è diventato luogo ideale non solo per giocare, per fare networking, per assistere a concerti o fare experience ed acquisti, ma anche per partecipare a sessioni di recruiting e di onboarding.

    Da alcuni anni le aziende hanno compreso le opportunità offerte dai mondi immersivi nel settore HR e hanno iniziato a sperimentare. Alcune hanno tenuto riunioni, creato sale virtuali per recruiting e onboarding ed aule dove organizzare corsi per i nuovi assunti.

    Accenture: i pionieri

    Conoscere le realtà aziendali ed incontrare responsabili o colleghi nel metaverso non sono attività recenti, perché già nel 2021 Accenture aveva avviato un programma di onboarding che prevedeva l’invio ai nuovi assunti di una box contenente oggetti tra cui personal computer e visori Oculus. 

    In quest’articolo di Yahoo Finance potete leggere quanto afferma la CEO, Julie Sweet:

    Our new employees now get a welcome box. Sure, it has its computer. But it has these little signs that are … are like the posters they would have seen in the office,” she says. “… At the same time, we just ordered thousands of Oculus headsets. Why? Because our onboarding is now going to include virtual reality.

    Nel 2022 durante la pandemia 150.000 nuovi assunti avevano trascorso il loro primo giorno di lavoro nel metaverso Accenture creato nella piattaforma AltspaceVR.

    Qui potete vedere l’intervista alla CEO a CNBC Television, intervista nella quale illustra le opportunità offerte dal metaverso.

    Ad aprile 2023 Coty Inc., multinazionale del settore beauty, aveva creato Coty Campus in Spatial con le finalità di:

    • recruiting
    • onboarding
    • formazione di 11.000 dipendenti.

    Come ha affermato il Coty Chief Digital Officer Jean-Denis Mariani sul sito: “With Coty Campus, we are proud to leverage Spatial’s Web3 and gaming technology on a groundbreaking scale to create new immersive experiences that will provide the most interactive solutions for collaboration and co-creation. Coty is thrilled to be the first Beauty company to embark on this kind of project.”

    Career Center Roblox

    Roblox aveva lanciato il Career Center, dove i candidati possono ancora oggi conoscere la realtà aziendale, interagire direttamente con i reclutatori, gli ingegneri e i responsabili HR, rispondere a quiz, partecipare a eventi dal vivo e prepararsi per i colloqui.

    Roblox career Center

    Possono usare la chat vocale, il rilevamento del volto e persino lavorare all’interno della piattaforma. Qui vedete il mio avatar all’esterno del Career Center.

    Ancora oggi l’ambiente è molto frequentato, come potete notare dagli scatti e dai dati pubblicati in Roblox (2,8 milioni di visite e 54.000 like)

    Ho fatto solo una piccola parte della visita, perché è un ambiente business riservato. Potete comunque leggere il mio articolo pubblicato su Medium.

    Esperienza Polaris

    Recentemente ho sperimentato il mondo dell’azienda Polaris Engineering che ha un digital twin in Spatial dove si possono tenere assessment e riunioni aziendali.

    All’accesso troviamo esposti i valori aziendali che possiamo collezionare come in una caccia al tesoro, incontriamo robottini che spiegano le specifiche attività e ci possiamo visitare l’auditorium o le aule formazione.

    Riflessioni

    Qualche giorno fa ho letto il post di Jason Satterly in LinkedIn, post nel quale raccontava l’esperienza dell’onboarding dei nuovi dipendenti che incontravano il team dei dirigenti in una Metaverse Academy .

    I vantaggi da lui descritti sono essenzialmente quattro:
    1. coinvolgimento: i nuovi assunti hanno l’opportunità unica di incontrare i dirigenti in anticipo rispetto al primo giorno di lavoro, creando un forte legame iniziale.
    2. comunicazione aperta: i nuovi dipendenti possono porre domande direttamente al gruppo dirigente, promuovendo la trasparenza e l’accessibilità.
    3. motivazione e allineamento: comprendere la missione, i valori e gli obiettivi dell’azienda direttamente dai vertici aiuta i nuovi dipendenti a sentirsi più motivati ​​e allineati con la nostra visione.
    4. integrazione: l’interazione iniziale favorisce un senso di appartenenza e facilita la transizione nella cultura aziendale, facendo sentire i nuovi assunti parte del team fin dall’inizio.

    Di seguito vi segnalo uno schema che contiene suggerimenti utili per l’onboarding nel metaverso, estratto da un articolo dal titolo “Navigating the Metaverse: How to Attract and Retain Top Talent?” pubblicato su LinkedIn a marzo 2023 da Rrahul Sethi.

    L’autore dell’articolo sottolinea che: ‘In the metaverse, employee #onboarding and #training can be a whole new ball game. It offers a unique opportunity to create immersive, engaging experiences that can truly transform the way your employees learn and develop new skills.’

    Fonte: articolo “Navigating the Metaverse: How to Attract and Retain Top Talent?”

    Dal mio punto di vista il metaverso può aiutare le generazioni Z e Alpha a sentirsi a proprio agio e conoscere le realtà aziendali in modo informale.

    L’entrata in azienda è un momento delicato per il nuovo dipendente e il rapporto che si può instaurare da subito con il capo diretto o con i colleghi diventa fondamentale per comprendere le dinamiche di gruppo. Non bastano, tuttavia, le riunioni online o la presenza nei mondi immersivi, ma possono certamente completare ed arricchire di esperienze i primi passi in azienda e soprattutto coinvolgere, aggiungendo un pizzico di novità e divertimento.

    Lato azienda l’onboarding nel metaverso può consentire un contenimento di costi, non richiedendo spostamenti e fornire un’immagine di compagnia innovativa, tecnologica e allettante per le generazioni più giovani.

    Idee per il futuro

    Ecco qualche idea per sfruttare al meglio le opportunità offerte dai mondi immersivi:

    • superare i classici Zoom, Meet e altre piattaforme per far incontrare colleghi di altre sedi nel digital twin dell’azienda ed organizzare momenti ludici e di intrattenimento.
    • organizzare sessioni formative specifiche per i nuovi assunti. Grazie all’intelligenza artificiale unita al metaverso si può personalizzare sempre di più la formazione, andando a coinvolgere i partecipanti in modo innovativo.
    • attraverso simulazioni realistiche e analisi comportamentali comprendere e valutare le prestazioni dei nuovi dipendenti. Un ambiente più informale permette di esprimersi liberamente.
    • creare mentori che all’interno del metaverso accompagnino i nuovi dipendenti sia alla scoperta dell’ambiente lavorativo sia del team con cui dovranno collaborare.

    Se desiderate approfondire e ricevere una consulenza in merito, contattatemi 🙂

    Fonti:

    https://fortune.com/2022/05/16/accenture-150000-new-hires-spend-first-day-metaverse

    https://youtu.be/knJ6piHw7aA?si=LyfMU7z4FXkTgQYW

    https://finance.yahoo.com/news/why-accenture-is-giving-vr-headsets-to-thousands-of-new-hires-152631598.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAANAvcZp4gYgcFEFtV3RUoCRlGrOwj3Ob26TJLqrkTeJRaVL1ISig04mTgYlfMsh_K_pSgBOESgA9nXcaxrNLo9FlvaMrdgslGLSe8RH2MslzTbgouBXaW-uslBsDTAwSc_6K0e9u0VUCyR7wi7TBmXDUCuAGht4tviYJWyXU6kFW

    https://simo2.medium.com/experience-nel-metaverso-roblox-career-center-1c9b5620952e

    https://www.spatial.io/s/Polaris-Headquarter-650db32e38758c411229fdf2?share=6067837454444119006

    https://www.coty.com/news/coty-steps-into-the-metaverse-with-coty-campus

    https://www.linkedin.com/pulse/navigating-metaverse-how-attract-retain-top-talent-rrahul/?trackingId=Tb5yrw4MSyuoqOoViNlg3g%3D%3D

  • Storie in XR: Elisabetta Rotolo

    Le storie in XR e social VR incontrano Elisabetta Rotolo, Chief Executive Officer & Founder di MIAT. Ci siamo conosciute su LinkedIn ed in particolare grazie alla VR/AR Association. Ho seguito un suo speech tenuto all’interno di ‘Metaverse’, evento dello scorso dicembre e da allora sono una fedele lettrice dei suoi articoli pubblicati su Artribune.

    Chi è Elisabetta Rotolo

    Elisabetta Rotolo è CEO, Founder, Creative-Executive Producer and Artistic Director at MIAT (Multiverse Institute For Arts & Technology).

    La storia di Elisabetta

    Scopriamo insieme i primi passi di Elisabetta nell’XR. L’ho intervistata per voi. Su sua richiesta l’intervista è in lingua inglese.

    primo piano Elisabetta
    Elisabetta Rotolo

    What were your first experiences in the XR and your impressions?

    I started to take interest in emerging technologies and among them XR in 2016 after my MBA in the UK. I was undertaking a PhD because I was interested in understanding how serious games in VR could develop emotional intelligence to enable authentic and transformational leadership and how they could help creating and developing more and more Learning Organizations that are guided by authentic, widespread and shared leadership. From that moment I realized that XR technologies would become the next computing platform and that they would be disruptive across all industries, as well as transforming our lives: the way we learn, entertain, shop, experience, meet. For me it was immediately a very clear vision, as if what I saw, and had not yet developed, I already had at hand. It was natural.

    Subsequently I returned to Italy and instead of returning to work within a company, after 20 years as Global Chief Brand Innovation and Communication Officer, I wanted to deepen these issues even more and after researching and touring in different countries in order to understand what was happening in the world. Then I founded MIAT – Multiverse Institute For Arts & Technology, where we train the talents of the future and design and produce immersive experiences based on strong research and with an Artech approach.

    If 23 million jobs are expected in XR with a 2100% growth in 2030, as indicated in your ‘Metaverse’ speech, what could be the role of VR or AR and why? There will be a greater investment in AR (see probable launch of Apple’s smart glasses) due to the high costs of the viewers, the scarcity of VR content, etc. or will there be a change dictated by Meta?

    In recent years in the field of immersive technologies we are witnessing a real revolution dictated partially by the pandemic situation in which a large part of the world is pouring, but also by a change in attitudes and consumption that came with generational change and technological progress. In a short time, the major companies that produce VR / MR headset have reduced the size and costs of the latter, allowing the devices to reach both the homes and offices of companies.

    The growing awareness of the AR and VR sectors has led to an exponential market growth. For example, during the Christmas period, the most downloaded App in the Apple store was Oculus. Consumer habits are changing rapidly.

    Both AR and VR demand have reached new highs as, for example, the need for remote collaboration or participation in virtual events has begun to gain prominence in the commercial sector and new work habits. Meanwhile, the consumer segment continues to be driven by games as a primary use case, fitness has gained some traction within virtual reality, while media consumption remains popular within the consumer segment for the AR.

    According to IDC, shipments of AR and VR headsets reached 9.7 million units at the end of 2021 and are projected to grow to 32.8 million units by 2025 with a compound annual growth rate (CAGR). 45.9%. While VR headsets will undoubtedly lead, AR will face substantial growth from 2023 to 2025 and will acquire a third of the share by the end of 2025.

    Regarding the offer, 100% of the content productions are already made in digital contexts, pushing companies to redefine their business and digital offer, brand strategies, business, art and offer of cultural services. This has given rise to numerous new jobs and opportunities for both young people and individuals and companies who want to undertake up-skill programs. The jobs of the future that underpin the XR sector and the metaverse are of different genres such as: digital creators, directors for immersive content, XR producers and showrunners; XR developer, software engineers, UX / UI designers, Web developers, 3D artists, Animators, Motion Designers and VFX, creative technologists, blockchain engineers.

    The two key factors that have further accelerated this surge in product sales with XR technologies are certainly the shift to remote work during the Covid-19 pandemic and the announcement of Facebook’s rebranding in Meta, which put the concept of metaverse in people’s minds, further pushing the demand for XR products, both in terms of devices and in terms of multimedia content and applications, the various business sectors. From healthcare to precision mechanics, from logistics to real estate , from art to culture to entertainment, up to education and the military sector, all activities are approaching and developing business projects and strategies related to emerging technologies.

    To date, AR is more usable especially when you can experience it through devices such as smart phones or tablets. For example, the sectors in which AR is most popular and effective are numerous, for example:

    • Education: Games like ARchitect, a game that allows students to build 3D bridges, towers, and other structures while learning about strengths and materials, are just the beginning of a long list of opportunities for using AR in education. Inside and outside the classes.
    • Health: like the Eye4Care app, a platform that connects those in charge of home care with remote doctors (or nurses) by video.
    • Retail: with the try-on in AR adopted by global brands from Bulgari, Nike, Gucci.
    • Tourism, art and culture: with AR catalogs and AR tours of important monuments and points of interest such as on the KeyARt app or Google Arts and Culture AR, AcuteArt.
    • Entertainment: In the entertainment industry, it’s about building a strong relationship with your brand characters and the audience, as Niantic and Warner Bros did with Harry Potter Wizards Unite.
    • Repair and Maintenance: Repair and maintenance personnel are starting to use AR headsets and goggles as they go about their work to provide useful information on the spot.

    The panorama of multimedia content that can be used in VR is also in clear quantitative and qualitative growth and is applied to the same sectors, allowing for superior immersion and smoother operation supported by ad hoc performing hardware. VR has been used by large companies in the field of corporate training with programs for their employees and training on soft skills as PwC did. VR can be used in product design and retail as Adidas did, it is functional to education by remote thanks to platforms such as ClassVR and Virbela, and much more as to socialize in VRChat and obviously entertainment with the numerous film productions and documentaries that are found on different platforms such as that of Oculus.

    While VR is more immersive, AR today offers more freedom for the user and more possibilities for marketers because it doesn’t need to be a wearable headset.

    Last June MIAT (Multiverse Institute For Arts and Technologies) opened in Milan, of which you are founder and CEO. How did the idea come about?

    Last June we launched the first Immersive Storytelling Masterclass, which we will relaunch again this year and which is part of the offer of our immersive academy. The idea of MIAT, as I mentioned earlier, was born after an initial interest of mine in 2016 in order to understand the implications of these technologies in developing emotional intelligence and enabling authentic and transformational leadership.

    Then, after in-depth research, I had confirmation of the fact that these technologies would change our personal and professional world, but at the same time I noticed that internationally there were no high-level artistic-creative contents applied to these technologies, with whom I have always had a nerdy approach. I noticed there were no hands-on trainings led by international professionals who teach at a theoretical, practical, experiential level and with a creative development approach to becoming the ArTech of the future, also being able to connect students to the market. Hence MIAT was born which is the first creative and educational hub for the arts and technologies where we offer, produce immersive experiences, train the talents of the future all based on strong research.

    In MIAT we also have a creative center of immersive content, where we design and produce immersive, multi-platform experiences, including, for example, virtual worlds, NFTs, digital twins, immersive storytelling, documentaries and 360 videos, immersive projects to support marketing strategies. and communication, immersive art exhibition.

    foto del corso MIAT
    MIAT in Milan

    Our teams are international global-award winners, mainly Anglo-American, have a decade of experience in the immersive and metaverse sector, are digital creators, storytellers, XR developers, lead artists, filmmakers, immersive sound designers, 3D modellers, riggers, animators, producers creative and executive, digital curators, marketing, branding and communication experts.

    Our immersive Academy is the first in the world where here we train the talents, the ArTechs of the future, both individuals and companies, where e teach them how to develop, understand emerging technologies and their potential, strategic use in business but also develop an artistic mind, creative-technological and strategic and create projects and contents with these technologies. Finally we teach what the metaverse is, how it will develop and how to maximise the positioning of a brand within the metaverse and acquire the skills necessary to respond to these rapid changes in the market. We have a unique and cutting-edge methodology that combines theory, hands- on, experiential, and sensory workshops, and creative design thinking.

    Esercitazione al MIAT
    Student at MIAT

    Did you find it difficult to create this hub which includes an immersive studio and an e-tech Academy? How did you get over them?

    Yes, I have found considerable difficulties. Initially, no one understood what I was talking about. Companies, organisations, investors, friends found it very cool, but they saw it as an incomprehensible and very distant world. In the UK, for example, there is a strong ecosystem and public and private financial support. In Italy, the ecosystem does not actually exist and neither does financial support. The VR in Italy has the logic of small investments with very short exit requests. If we look overseas or even just in Israel, they truly invest in innovation, even in projects that are on paper with $ 1.5 million chips to get start-ups up and running quickly. The phrase I always heard from investors or organisations when they saw MIAT was that it is a visionary project at least 10-15 years ahead of the market and that clearly, I would open it in the UK or the US. Personally, however, I believe in Italy, in my country, a country where talent and creativity are fundamental assets, which is why I decided to open MIAT here.

    Nowadays we talk every day about the Metaverse that you defined as ‘multiverse’ in an article by Artribune. In the panel ‘Are we ready for MetaEducation?’ of the ‘Metaverse’ event organized last December by VR / AR Association you specified that: ‘The metaverse will be also an interoperable dynamic multi-user mirror world story-based & story-driven’. How would you explain it to the famous ‘housewife from Voghera’? What future can it have in the short term?

    The first thing I would do is to let the housewife live and experience the metaverse. The simplest way to describe the metaverse is as a virtual world parallel to the real, physical world, in which people in the form of 3D avatars (their digital counterpart) will be able to move, interact, and perform any activity: work, play, socialize, buy, all virtually. Let’s just take a simple example of one of the many things you can do.

    Imagine waking up one day: you start a virtual meeting with your colleagues or friends with your avatar, present your project or organise a visit to a museum. After the presentation or your visit, you will celebrate with your friends and colleagues at a party where a rock band will give their virtual concert, but before attending, run to your favorite shop and buy the dress or accessories for your evening. After you have chosen what best suits your Avatar, also based on your mood, you pay in cryptocurrency, which will be the currency of the metaverse where you are. After the party, you easily lend your outfit to a colleague or friend who wants to lend it to her daughter, happy to browse it during her concert on Roblox or Decentraland the following day.

    Since now even the housewives of Voghera have a Facebook account, just imagine that the famous social network does not appear only in the form of a blank page but that it is a virtual world, with buildings, streets, plants, and people in which to immerse yourself and live just like if you went out the front door, but with an infinite number of possibilities and without ever leaving home. Now, for example, neither virtual reality viewers nor augmented reality applications are needed, all you need is a stable internet connection and a sufficiently powerful computer or smartphone and access the platforms as you access any website or application. In the short term, VR / MR will develop more and more and these technologies together with other emerging technologies such as artificial intelligence or holograms, for example, will create a strong sense of presence and interactivity.

    Although in people’s minds the concept of metaverse is being consolidated, many platforms are already active and populated, so you don’t need to be a visionary to understand the potential. From a business point of view, it is already possible to access a virtual version of an office and interact with your colleagues just as if we were in the same room, it is possible to access a university campus or a digitally recreated classroom and actively participate to the lessons. Personally, I have several online meetings in a digital sea-like environment, when the temperature outside the home is below zero, it relaxes me, and they are often much more effective than continuous boring online meetings. As for social events, there are many events that have moved online due to the pandemic and in the metaverse instead of looking at a screen, you are immersed in first person.

    The possibilities are endless and for now we have only seen the tip of the iceberg, also because it must be considered that the technological infrastructures to take full advantage of these advantages are not yet universally available. But they are developing fast. AR via mobile in all forms and for any purpose, street navigation, games, social media. MR (Hololens, etc) will start first in industrial fields like the computer did by first entering the offices before becoming a “personal” computer. MR for consumer (“personal MR”) will take time. Only towards the end of the next 5 years will we begin to see sales numbers of MR glasses reaching those who have VR headsets today.

    Why should storytelling have a fundamental role in the metaverse? In your recent speech you said that ‘the metaverse needs to be conceived, designed and built by storytellers’.

    To be habitable and usable to its full potential, the metaverse must be a dynamic virtual space, full of characters who can interact with each other or who ultimately have a well- defined and recognisable identity and history. Just as cities, regions and geographic states in the physical world are loaded with symbolism, traditions and culture, the metaverse will also have to emulate the physical world and therefore it is necessary that storytellers tell the history and origins of the virtual spaces that we will live.

    There is an inherent need for interesting characters and meaningful virtual environments in which to immerse yourself. This brings new and complex narrative challenges:

    • Cities and environments: it is essential to give a history and a clear identity to the virtual environments in which users will immerse themselves, cities cannot be cold and distant, but intriguing and cohesive, to attract users and why not entertain them and arouse wonder and curiosity.
    • Engaging Learning Environments: Academics will find themselves replaced by AI teachers or become edutainers, working with developers, creatives and storytellers to create meaningful experiences for students to experience.
    • Immersive experiences: true, exciting, engaging, to also define how people will meet, live, share and socialise in the metaverse. The contents are not simply generated by storytellers: they also emerge from the interactions between users and favor the birth of entire communities with a precise identity. The storytelling approach to the metaverse is fundamental.
    • StoryBased Characters: With stories and values that can lead to interoperability in the metaverse. This will imply that people can move their Avatar from one platform to another, from one metaverse of origin to a completely different one.

    An ethical approach will be essential. Although the metaverse is an anthropocentric virtual world, it is important that it is created with accessibility, diversity, equality and humanity in mind.

    • Accessibility: The metaverse should be accessible to meet various social needs.
    • Diversity: With physical limitations (such as geography, language, etc.), the real world cannot integrate various elements in one place to meet the needs of different people. However, the Metaverse has a space of unlimited extension and one in which to integrate different communities in different environments and achieve true diversity, diversification and integration.
    • Equality: In the metaverse, everyone can control custom avatars and exercise their power to build a fair and sustainable society
    • Humanity: The Metaverse could be an excellent approach for communication and cultural protection. For example, the Metaverse can provide storage and protection of cultural milestones and relics (Ubisoft rebuilt Notre Dame de Paris as a digital 3D model in Assassin’s Creed Unity)

    There is a lot of talk about immersive education and universities are experimenting with the use of VR and AR. Last November Stanford University launched ‘Virtual people’, the first fully VR university course. In your opinion, what role can XR play in education and in the Italian school / university?

    Due to the post-pandemic educational context, both teachers and students have reached a new level of understanding of technology in the service of education. And this also means that we have learned strategies to cope with the constraints imposed by distance, especially during synchronous lessons.

    Immersive education has the potential to revolutionise education and modernise e educational processes which too often neglect the educational impact of non-traditional media. Immersive technologies allow you to take advantage of dynamic, interactive learning environments, to touch what you are learning with your own hands, complete with engaging experiences, all of which can be used intuitively via devices in both AR and VR.

    The learning environment is not defined as a single virtual place where students meet but as a decentralized place capable of providing different stimuli to students. It is also an interoperable place where students will “teleport” to virtually any historical place or moment, experiencing firsthand what tends to be studied only in books.

    Universities and educational institutions around the world are now on the same starting line. Obviously, there are realities that have infrastructures that are more ready and adapted to this technological transition, but I believe that it is necessary to innovate and experiment with new approaches and tools that can enable all types of activities possible with immersive technologies and above all that are for everyone. They should implement different technological experiences that promote the creativity and collaborative minds of students, increasing engagement and avoiding the risk of boring, ineffective frontal lessons. In Italy we must accelerate the digitisation processes and also the technological infrastructure.

    What do you think about the Metaverse?

    It is very important to me that those who will build the metaverse, individuals and companies adopt an ethical approach. We are facing a completely new anthropological moment in which having the ability to conceive and create immersive contents that is engaging, inclusive and that can inspire the human being and technologies that enable everyone to be able to experience them are central elements to be able to build a better future together.

  • Storie in XR: Katherina Ufnarovskaia 

    Le storie in XR si occupano oggi di realtà aumentata ed incontrano Katherina Ufnarovskaia che ho conosciuto grazie alla VR/AR Association. Avevo seguito alcuni suoi interventi in panel dedicati al turismo, in quanto ricopre il ruolo di Co-Chair VR/AR Travel&Tourism Committee.

    Chi è Katherina Ufnarovskaia 

    Katherina Ufnarovskaia è CEO e Business development alla start up Augmented.City e Co-Chair VR/AR Travel&Tourism Committee.

    La storia di Katherina

    Scopriamo insieme i primi passi di Katherina nell’XR e le sue passioni per la realtà aumentata ed il turismo. L’ho intervistata per voi.

    primo piano di Katherina
    Ritratto di Katherina

    Quando e come ti sei avvicinata all’XR? Quali sono i tuoi primi ricordi?

    La mia storia con XR è iniziata nel 2011. Abbiamo iniziato un progetto di R&D con sensori di localizzazione per i dispositivi industriali geodesici. I professionisti che lavorano in questo campo devono prendere misure precise e determinare posizioni esatte, ovvero localizzarsi. Quindi per la prima volta ho toccato il tema della localizzazione e geoposizione che poi ha portato il nostro Team di specialisti di Computer Vision ad un’altra idea di progetto di XR: riconoscimento da cellulare di porte, di locali e facciate di edifici. Sono apparsi sul mercato i primi cellulari abilitati della funzionalità AR (ARkit/ARcore).

    In ottobre 2019 ho creato una start-up con sede a Bari per fare qualcosa che non era mai stato fatto prima al mondo: realizzare il gemello digitale di una intera città in 3D. Per presentare il risultato del nostro lavoro a utenti e curiosi interessati all’argomento del “digital twin” abbiamo deciso di pubblicare, dopo sette mesi, un’app per turisti a Bari: AC Tourist. Questa soluzione AR fornisce informazioni su luoghi d’interesse, bar e ristoranti, utilizzando la tecnologia “AR Cloud”. La nostra app consente di visualizzare velocemente valutazioni e recensioni di esercizi commerciali, leggere approfondimenti relativi a luoghi del patrimonio storico artistico e culturale della città, o organizzare escursioni a tutti gli effetti senza la presenza di una guida turistica. E per la prima volta, la precisione con cui i riferimenti virtuali corrispondenti agli oggetti reali è nell’ordine del centimetro.

    È importante sottolineare che il concetto di Realtà Aumentata non è una novità negli stretti circuiti di R&D. Ma la possibilità di “toccarla” per la maggior parte delle aziende è arrivata solo negli ultimi anni, grazie ai dispositivi più evoluti ed alle prime versioni di smart-glasses. Per tecnologie giovani come l’XR, un anno è un periodo lungo durante il quale la tecnologia comincia ad essere più conosciuta e popolare. Due anni fa era veramente difficile parlare di “digital twin” ossia modello digitale, la gente confondeva VR con AR. Oggi durante la pandemia la gente comune, nei mercati di consumo si è maggiormente interessata a questi argomenti. E anche a livello tecnico abbiamo fatto grandi progressi: ora la nostra XR è persistente e condivisibile, in parole semplici significa che tanti utenti simultaneamente possono osservare la stessa scena in realtà aumentata, quindi il contenuto non scompare dopo aver chiuso l’app. Questa funzionalità ha dato vita al cosiddetto Spatial Cinema.

    Scene di grafica 3D con personaggi animati possono essere inserite nel mondo reale. Quindi è possibile vedere, ad esempio, la scena di una battaglia storica 3D nel Colosseo.

    San Nicola

    Che cosa ti ha affascinata dell’AR? E quali esperienze reputi più interessanti e utili per i consumatori?

    È difficile dire dove l’AR sia più utile, perché la possibilità di ottenere velocemente informazioni aggiuntive e vedere oltre il mondo reale è quasi essenziale in un mondo dove i processi e i tempi di vita aumentano di velocita ed efficienza ogni giorno di più. Ad oggi sono già noti i settori in cui si stanno implementando soluzioni basate sull’XR: turismo, entertainment, education, industria, edilizia/costruzione, marketing, arte, cultura, ed in campo militare.

    Katherina con una collega

    Una galleria d’arte, un museo, un’industria, ma anche un comune cittadino possono facilmente creare una ricca esperienza interattiva basata sull’AR. Ad esempio:

    • Una mostra d’arte virtuale o una guida AR avanzata in un museo, senza l’uso di goffi dispositivi.
    • Un flusso di lavoro AR su un piano industriale o una piattaforma petrolifera per il controllo di gestione o per la formazione.
    • Una guida AR in un ristorante che può raccontare ai visitatori qualcosa sul cibo che stanno degustando
    • Giochi AR interattivi
    • Un nuovo entusiasmante strumento per mostrare a potenziali clienti come saranno i loro appartamenti.

    Gli ambiti che personalmente preferisco sono il turismo, il mondo della formazione e dell’industria. Questo perché percepisco i vantaggi che può portare l’utilizzo dell’XR.

    Ad esempio, noi lavoriamo in ambito scolastico con ragazzi tra i 10 ed i 17 anni, ed è molto motivante, perché sono immediatamente visibili gli effetti degli approfondimenti ai contenuti storici scientifici trasmessi con l’XR, oltre a suscitare un interesse che fa brillare gli occhi dei giovani.

    I nostri figli, che siano bambini o adolescenti, mai come oggi hanno bisogno del nostro supporto per apprezzare e individuare i veri valori delle nostre radici, del nostro ricchissimo patrimonio culturale e la necessità di studiarlo. Alcuni argomenti possono risultare noiosi per i giovanissimi, spesso perché non si riesce a parlarne nella loro lingua.

    È un dato di fatto che loro sono più tecnologici di noi; la tecnologia è il loro mezzo di comunicazione. Dobbiamo imparare anche noi a saperla utilizzare per trasmettere i veri valori della conoscenza.

    realtà aumentata

    Quali opportunità può offrire l’XR al settore turistico durante la pandemia e successivamente con la ripresa dei viaggi?

    Spero che questi siano gli ultimi mesi di questa terribile pandemia. Ma ciò che rimarrà dopo questo periodo particolarmente strano è che la gente terrà molto di più alla propria privacy, alla salute ed alla sicurezza. L’utilizzo del proprio smartphone che può mostrare più contenuti di valore (rispetto all’utilizzo di dispositivi condivisi), sarà il trend di prossimi anni.

    Avvicinare i turisti, soprattutto se giovani, a temi difficili da capire come la storia, la cultura e la religione non è facile. Una soluzione può essere quella di utilizzare un nuovo approccio come la Gamification. Possiamo raccontare questi concetti attraverso i loro personaggi animati preferiti. La tecnologia XR permette ai turisti di conoscere in modo più suggestivo il patrimonio storico di ogni piccolo luogo, elevando la qualità dell’esperienza del turista in generale. L’XR è uno strumento estremamente potente per promuovere e valorizzare il patrimonio artistico e culturale.

    Grazie alle nuove tecnologie è possibile organizzare eventi da remoto in luoghi diversi nello stesso momento. Un artista non deve più viaggiare per mostrare alcune sue opere d’arte. Se esiste già una copia digitale (spazio 3D) della città, un artista facilmente può realizzare una mostra in realtà aumentata (senza dover pagare l’affitto di uno spazio espositivo).

    Un’altra novità è rappresentata dalla guida gastronomica. Un personaggio 3D può presentarsi al tuo tavolo del ristorante e raccontare la storia del piatto che hai ordinato. Sembra una cosa fantastica specialmente se parliamo di un ristorante di cucina asiatica in occidente oppure per i turisti provenienti da paesi asiatici o arabi che ordinano un piatto europeo a loro sconosciuto.

    L’app costruita con la collaborazione della città di Bari è stata presentata nell’estate 2020, ma ha già vinto premi prestigiosi come Huawei Innovation Contest 2019.

    Il premio è stato vinto dalla tecnologia che abbiamo utilizzato e non dall’app. Fra poco non sarà necessario scaricare un’app per godere dei contenuti del Metaverso. La tendenza è arrivare alla webXR, cioè un utente dovrà solo aprire il link su un browser e utilizzare la camera del suo smartphone.

    Quali caratteristiche innovative ha e quali altre città sono previste nel prossimo futuro? Facendo il download ho letto che sono disponibili San Pietroburgo e un quartiere di Amsterdam.

    Ad oggi abbiamo spot in 167 città del mondo tra Italia, Stati Uniti, Olanda, Inghilterra, Russia, Turchia. Recentemente Ankara e Istanbul hanno ricevuto lo status di un test ben 3D grazie alla nostra app che ne ha realizzato il digital twin. Siamo motivati di non fermarci.

    management system
    Management system AC

    Quale sarà il ruolo dell’AR all’interno del Metaverso di cui tutti parlano negli ultimi mesi? 

    Il Metaverso è un’altra dimensione, uno spazio libero, ancora privo di censure per ampliare e migliorare il mondo reale. Il Metaverso è XR, ma globale. C’è ancora tanto lavoro da fare per sviluppare e consolidare il Metaverso. L’AR potrà essere uno strumento indispensabile per la sua fruizione, ma la tecnologia, di pari passo con la sua diffusione, ha ancora molti traguardi da raggiungere.

    In futuro le riunioni che oggi si tengono via Zoom o altre piattaforme di videoconferenza molto probabilmente si terranno nel Metaverso, con una migliore interazione tra i partecipanti. Avremo un gemello digitale del nostro Business e amplieremo enormemente la nostra rete di relazioni commerciali e personali. Alcune aziende sono già al lavoro per creare ibridi basati su avatar di realtà virtuale e ambienti in realtà mista che trasformano il lavoro a distanza in un’esperienza significativa e produttiva. Il mondo dell’Education sarà stravolto da questo nuovo approccio, con innovative piattaforme che raggiungeranno milioni di studenti con modelli formativi molto più immersivi e performanti. Il Metaverso, che ormai tanti chiamano Multiverso, rappresenterà secondo molti una rivoluzione pari a quella che c’è stata con l’avvento di Internet negli anni ’90. I primi capaci di comprendere la portata di questa rivoluzione certamente ne trarranno enormi benefici.

  • Storie in XR: Carlos J. Ochoa Fernández

    Le storie in XR hanno un respiro internazionale nel 2022. Chi frequenta i mondi di social VR e si occupa di XR conosce bene Carlos J. Ochoa Fernández che ho avuto il piacere d’intervistare per voi. Il nostro incontro è nato grazie alla VR/AR Association e in particolare all’Education Committee di cui Carlos è Co-Chair. Da formatrice ed appassionata di extended reality ho iniziato a seguire i suoi speech e a partecipare agli eventi da lui organizzati. Nel 2019 ho avuto anche l’occasione di ascoltarlo dal vivo a Piacenza all’evento ‘Scuola e virtuale’ dedicato all’education.

    Per la prima volta l’intervista sarà in lingua inglese, ma ‘stay tuned’, perché ne seguiranno altre. Ampliamo i nostri orizzonti per conoscere e comprendere i cambiamenti in atto nella formazione e nella comunicazione.

    Incontriamo Carlos J. Ochoa FernándezLet’s meet Carlos J. Ochoa Fernández

    Founder and CEO of ONE Digital Consulting, President VRAR Madrid Chapter, Co-Chair of VR/AR Education Committee, Immersive Learning Founding Member, ICICLE X-Reality for Learning and Performance Augmentation SIG, Member of Smart Cities Experts Group of AENOR (Spain).

    Engineer from Madrid Polytechnic University, MBA from Babson College, Postgraduate in Innovation and Entrepreneurship by Maryland University, Master in Digital Marketing for International Business Development (ICEX) and ITC & Gis Certificate by Siemens Data-Technic Schule (Germany).

    With over 30 years of International experience in the Innovation and New Advance Digital Technologies in ITC Industry and Digital Education. Leading successful organizations (SIEMENS, Sagentia, Altran, Founder and CEO of E_Learning Consulting, ONE Digital Consulting & SmartEducationLabs) with a balanced strategic mission and innovative business development vision.

    Author of many publications, articles, and the White Paper “Best Practices in VR in Education” and “State of Art of XR in Education 2020” by VR/AR Association.

    Foto di Carlos Ochoa Fernàndez

    And now Simonetta and Carlos will talk about XR, VR education and many other topics.

    Let’s start with ‘WHY, as Simon Sinek’s Golden circle ‘docet’. Why did you approach XR?

    Throughout my long professional career, I have been a very restless person, always attracted by emerging technologies and their application to the real world from different perspectives.

    Especially in projects where the integration of complex solutions and technological convergence was required.

    It was during my time at Siemens, when developing the Forest Plan project of the Community of Madrid, on environmental protection in forests and natural parks, we had the need to develop a simulation model of intervention and prevention of forest fires, evaluating its impact and subsequent reconstruction over the years.

    To do this, we used different technologies, a GIS (geographical information system), integration of digital terrain models, cadaster data, land uses, and satellite images at different times of the year, in order to carry out evaluations and simulations, etc. At this time, together with engineers from different universities, we have already developed a very complex three-dimensional visualization and simulation system. Integrating vector, raster and alfa-numeric data in the same model.

    At the Polytechnic University, I specialized in geodesy and photogrammetry and later, I expanded my studies in information technology and geographic information systems for two years, at the Siemens University in Germany. Which allowed me to have a very powerful knowledge and vision of three-dimensional environments, their integration with gis and subsequent modeling for simulations and impact studies.

    I subsequently specialized in urban planning and cultural heritage, applying 3d reconstruction technologies, animations and virtual reality technologies in the development of various R&D projects in Europe.

    This is the evolution and why I entered the world of Virtual Reality. What is synthesized and summarized in one of my favorite projects: The Virtual Reconstruction of the Islamic City of Cuenca, and its evolution over the years to the present.

    City of Cuenca
    Magical and Mystery Tour around Cuenca.
    Cuenca in VR
    Virtual tour – Cuenca Islamic City

    When have you tried on your first headset? Do you remember your feelings? Do you have any funny memories to tell us?

    Yes, of course, I remember those very first experiences. Recently a colleague from the VRAR association reminded me of it. It was around 1993, more or less, at a computer fair in Madrid. When I put on my first VR helmet, that giant device, full of cables, was super heavy and uncomfortable, to say something. The experience was like getting into a diver’s scuba diving suit.

    I remember perfectly that I was in the middle of a deserted street, it seemed like the Wild West… I walked around for a while, and approached a mirror of that stage, and I began to move my arms and I could not see myself reflected. I automatically decided to take off the case and respond to the technical staff…this doesn’t work. If I don’t see myself, it’s not real… They were left with a face of absolute frustration… I left disappointed. I have to confess that I am very much an engineer, I like to touch, feel, and apply… I leave the metaphors for my intimate world.

    In that time, my team and I at Siemens, worked with stereo graphics images from satellites with 3d glasses and silicon graphics workstations, overlaying vector maps in 3d for urban planning and environmental simulation…there were really exciting times. Have a look at this video.

    You wrote the “White Paper” of “Best practices in VR Education” for the international VR/AR Association. You are a co-chair of VR/AR Education Committee and speaker in many conferences and workshops about innovation and immersive realities. What are the benefits of XR in education? Do you think that virtual education will have a great impact in 2022 in Spain and in Europe?

    This is a question I ask myself year after year. And 5 years have passed since my presentation at the International Conference on Innovation in Education ICERI 2016, Are we ready for disruptive education with VRAR?

    After all this time, many hours of investment, effort and evangelization around the world, I see that there is still a long way to go. It is an experience that is sometimes rewarding and sometimes frustrating.

    Sometimes I have the feeling that we take two steps forward and one step back. And I keep wondering why. Why do we keep talking about the same things as 5 years ago, repeating the same slogans and set phrases… without too many promises kept?

    But the lessons learned should make us reflect, listen more to the user’s needs, their priorities, in short, listen to reality, and not work and theorize about an imaginary or desired reality. This doesn’t work like that, and it’s very similar to what’s coming up with the Metaverse at the current time.

    There are experiences, exemplary use cases… but acceptance and implementation take a long time, more than expected. Changes in the educational system require time, and a clear and well-defined value proposition. Beyond slogans about advantages and benefits, what is needed is evidence that supports the use of immersive technologies in the classroom and later, to see opportunities to replicate these successful models. But always from a global perspective, integrating technologies and not observing them in an isolated way. And it is here, for many reasons, that it is worth exploring and analyzing carefully.

    How our ecosystem is configured, where we want to go, what are the real needs of the stakeholders, what is the implementation plan, the training plan, the budget and the sustainability plan that guarantees future investments based on results obtained. And this process, in public education, is very complicated to establish, beyond pilot programs, a lot of will, effort and investment.

    During the last 20 years, I have had the opportunity to work with a large number of international educational institutions, publishers, governments, etc., assisting them in their digitization processes and the results are seen over time.

    The basic pillars are well defined, and if we go down this path, the results, I am completely sure, will exceed expectations.

    To support this conviction, I would like to highlight two of the most representative activities that we have carried out this year from ONE Digital Consulting: The VR/AR Train the Trainers program, with the participation of more than 1.000 teachers from all over the world, and the project “Music with the 5 senses” with the Reina Sofia Music School, to bring classical music and values closer to young people from 13 to 17 years old, to schools.

    Music with 5 Senses. DES 2021 IFEMA

    More than 1,000 students from different educational centers in Madrid have already experienced in first person, with a truly outstanding acceptance.

    the Reina Sofia Music School

    Education and training are the basis of everything, and especially when we want to implement new changes in the society.

    The Covid-19 pandemic caused a disruption in education. We have experienced an important adoption of VR and AR in some schools and universities (Università degli Studi di Napoli ‘Parthenope’ and Politecnico of Turin). Someone started to teach in metaverse (Altspace VR, etc.)  What are the most important changes we should make in educational strategy and in learning methods?

    Education is a system; teaching is an action; learning is a process.’ Terry Heick.

    Yes, it is true that Covid has had a direct impact on all aspects of our daily lives and, of course, on the educational system. Revealing the great weaknesses that it maintains, the problems of sustainability and technological adaptation, methodologies and responsible adoption of devices, connectivity and accessible content.

    It has been a global experience, where the answer has been: save yourself.

    In the face of great challenges, small solutions. This has helped certain institutions, or rather I would say, individual evangelizers, have been able to find solutions that would allow virtual access to classes, monitoring and tutoring. And with more or less success, some institutions/teachers have entered the world of collaborative virtual platforms, learning with their students to get the best possible performance and results. Discovering how to apply them, improve performance and maintain contact with students, in the best possible way. And all this, expanding the local ecosystem and having the opportunity to share experiences with teachers and students from all over the world. Something completely unimaginable just two years ago.

    I would not dare to call these platforms Metaverse, since they were not born under that architecture or functionality, but they have served to learn to interact in a virtual environment, interact in a community and carry out activities that would have been impossible otherwise.

    During these exciting times, some truly pioneering experiences have been developed worldwide, in which I have been lucky enough to actively participate and collaborate. As the first virtual congress of AWE in 2019; the first virtual congress of Educators in VR in Altspace, with thousands of participants from all over the world connected 24-hour online sessions throughout a week; or the experience of ILRN and its virtual platform in Virbela. An authentic global virtual campus, with classrooms, work centers, meeting rooms and experiences, open to Universities and Communities from all over the world.

    Now, with the progressive return to the new normal, it is time to carefully analyze what we have learned, and how to apply a hybrid learning model and how to restructure teaching and learning methodologies in this new context.

    At this point, many contradictions and discussions between presence and virtuality appear. And this is not the debate.

    Generally speaking, Schools and Universities must train us as citizens and future entrepreneurs or employees of organizations in the real world. And this real world is rapidly changing towards collaborative, multidisciplinary, virtual and global organizations. Where their main activities are developed focused on projects, with teams built specifically focused on that project. They start and ends very fast, and rebuilt based on the specific needs of every kind of project. Therefore, presence does not make sense and in many cases, it is expensive and unfeasible, since these multidisciplinary teams are spread all over the world, in addition to not adding value to the client.

    Obviously, educational institutions, their leaders and governors, have to be aware of this, or else, the educational system, the years lost and the degrees obtained will not serve to get a job in the digital society, reasons for frustration and drop out.

    In this context, the current staff and their role must also be redefined. They must become change agents, intrapreneurs in their organization, and be trained in new methodologies and ways of working that are closer to today’s societies, more digitized and transformed, in order to take on its new challenges and not frustrate students on their way to find work after years of study, effort and sacrifice.

    Thus, a redefinition of the educational system at a global level, a methodology review of teaching and learning methods is urgently required. Combining real life experiences, with ethics and essential foundations of philosophy and science.

    And why do I say this? Many of the current challenges of the human being have already been raised by the classics, and if we read and listened to them more often, they would help us to solve future situations much better, which have been repeated throughout the history and evolution of man on earth.

    Regulation, transparency, and ethics for meta-humans, a challenge for real humans.

    What would you suggest to a young person who wants to approach immersive realities? 

    My personal recommendations would be the same that I make to the students who carry out their internships in our company ONE Digital Consulting center.

    First, open your senses well and be willing to get excited and excited by living and experimenting unique experiences. If you’re not going to do something extraordinary, forget it. You better not to try.

    Study, read and participate in reference forums and events, which allow you to complement your education and skills, and identify your future road to success. Looking for that space, where your commitment, contribution of value and knowledge, will make you feel that you are doing something truly unique and transcendent.

    Do not get carried away by siren songs, bloggers and easy marketing mega trends, there are no shortcuts. Effort, work, study and the network will be your allies. These can be anywhere in the world and you can be one of them.

    Study and let yourself be advised by experts, mentors who will help you develop this new career, which requires time and being constantly up to date.

    Practice, enjoy and unleash the imagination where no one has gone before. There you will have your reward and it will be excellence.

    Immersive realities, is the convergence of several advanced technologies, where you must find the best journey peers to complement your value proposition. You will find them on the net, groups of experts… there are innumerable channels of experts with incredible talent, you must be there.

    During the summer of 2021 the metaverse became a buzzword and attracted many brands. What should we expect in the future?

    We live in challenging and confusing times. A very harsh reality, where great inequalities appear between countries, cultures, regions… which makes us a much more fragile society than we initially thought. And this has its impact on the economy, personal development, customs, quality of life, and of course on education…etc. You have to be prepared to act and deal with unpredictable situations at all times. Be alert to signs, changes, migrations, pandemics, climate change, new forms of work, coexistence, leisure, communication, and personal relationships. This opens opportunities and in turn, closes doors.

    The digital transformation agenda has been disrupted. There will no longer be a beginning and an end. It is a permanent state of adaptation to the social ecosystem that is in permanent transformation.

    Although it is true that apparently many of these changes are not visualized, they are perceived as a tsunami, which arrives almost without warning and devastates everything.

    The phenomenon of the Metaverse is a clear example of this. Something that everyone talks about, and very few know, understand, and are able to visualize it and materialize it in the future.

    But there is no doubt that new business models are being developed, regardless of existing rules and regulations, where winning is the fundamental objective, at any cost. After great phrases, words, and marketing actions, strong trends appear that impose their fashions or part of them. In any case, this would be part of another very dense chapter, and for now, I do not want to go much further. But I am especially interested in some aspects, in particular those related to education.

    And education is the basis of everything. Educate in, by, and for.

    I recently had the opportunity to host the Metaverse at Education panel at the VRARA Metaverse Summit. “Are we ready for MetaEducation” was a complete success, with more than two hours of debate, 5 speakers, 60% women, and more than 200 online attendees. Here we talk about the current state of the ecosystem, the progress made in these two years, and the impact it was having on the world of education. We reviewed the benefits and barriers, as well as relevant critical aspects, on security, identity, bullying, harassment, equality, etc… a very interesting debate that opens the doors for us to work on these new horizons that are opening up before us and that I have allowed myself to go back into new immersive spaces and define the interrelationships between emotions, expressions and their temporary or ephemeral materialization in micro-universes.

    Last but not least, I would love to share my very first experience around what I call “Metaphorical MicroUniverses”.

    Carlos J.Ochoa MicroUniversos
    MicroUniversos Metaforicos

    Last year I received a commission from the Escuela Superior de Música Reina Sofía to record a classical music concert with works by Mozart, Tchaikovsky, and Respighi. In order to make it reach schools, during the pandemic, through immersive virtual reality experiences.

    To do this, we recreate 13 unique experiences, around each of the themes of the three musicians. Contextualizing them around an immersive story and narrative, with the story of a luthier, who explained the history of the construction of a violin, until reaching the interpreter who manages to get the best sound out of unique wood.

    More than 2,500 hours of work, recorded with 3 360º cameras, many hours recording sessions, ambisonic sound, more than 20 different locations, 3D models and recreations, virtual environments, and their integration into an immersive space, which recreates these “Metaphorical MicroUniverses”, which have already toured several schools in Spain with truly extraordinary success.

    An experience that can only be enjoyed from this space in virtual reality, and that is the context where we continue working on new immersive experiences… that will soon see the light. Have a look at this video in YouTube.

  • Storie in social VR: Eva Kraai

    Le storie in social VR si occupano oggi di didattica con la tutor Eva Kraai. Ho avuto modo di conoscere Eva nella community di Pyramid Cafè e mi ha subito incuriosito il suo avatar ricco di fascino e mistero, ma non avevo mai approfondito. Era molto attiva all’interno di Edu3d e teneva dei corsi tecnici su varie piattaforme per appassionati di mondi virtuali. Spesso pensiamo erroneamente che il mondo tecnico della XR e del social VR sia popolato da persone di sesso maschile, ma in realtà è variegato e la presenza femminile è numerosa e molto competente. Proprio per superare questi preconcetti ho scelto di dedicare nel mio progetto alcune interviste all’universo femminile.

    Chi è Eva Kraai

    Francesca M.R. Bertolami aka Eva Kraai è una tutor in Edu3d. Da tutti noi è conosciuta con il suo nickname che ha adottato la prima volta che è entrata in Second Life.

    La storia di Eva

    Scopriamo insieme com’è nata la passione di Eva per i mondi immersivi. L’ho intervistata per voi.

    Expo di Craft
    All’Expo’ di Craft 2021

    Quando e perché hai iniziato a frequentare i mondi di social VR? Perché hai scelto il tuo nickname e non il nome reale?

    In realtà ho iniziato a frequentare mondi virtuali per pura curiosità quando ho sentito parlare di Second Life (all’epoca era un fenomeno di cui si discuteva moltissimo sui media e sembrava che avrebbe rivoluzionato il modo di interagire con gli altri e introdotto gli avatar tridimensionali nelle nostre vite).

    Per motivi tecnici però, avendo come provider Fastweb, non sono riuscita a entrarci finché il mio indirizzo IP non è stato reso univoco, e nel frattempo Second Life aveva già iniziato a deludere molti  utenti.

    Il mio nickname è il nome che ho scelto proprio in Second Life, cui mi sono affezionata e che in seguito ho utilizzato anche negli altri mondi virtuali.

    All’inizio SL mi sembrava un luogo molto interessante, dove poter vivere una vita di fantasia, conoscere persone di  tutto il mondo e riuscire a costruire qualunque cosa con gli strumenti interni.

    In un primo periodo giocavo soprattutto alla Bloodline, un gioco di ruolo con vampiri e lycan,  in cui si poteva anche combattere, ma poi sono entrata in contatto con Vulcano, una sim dove era possibile costruire liberamente e dove ho conosciuto persone molto interessanti.

    Quello che trovavo irritante era il fatto di dovere acquistare qualunque cosa e pagare persino per importare oggetti costruiti da me, quando ho iniziato a lavorare con Blender. Questo è stato il motivo principale che mi ha spinto a entrare in OpenSim, che utilizza la stessa tecnonologia sviluppata dalla Linden Lab, ma in opensource.

    E lì, in una delle grid, Craft World, ho fatto amicizie virtuali che poi sono diventate reali.

    Attraverso i contatti con alcune di queste persone, soprattutto Claudio Pacchiega aka Salahzar Stenvaag e Francesco Spadafina aka Magicflute Oh, sono approdata recentemente ai mondi VR.

    Qual è la tua attività fuori dai mondi immersivi? 

    Nella vita reale sono stata per tanti anni una dirigente del Consiglio regionale della Lombardia e del Difensore regionale, quindi potevo frequentare i mondi virtuali solo nel tempo libero. Ora, essendo in pensione, posso dedicare molto più tempo a questa che è diventata una vera passione.

    Il mio limite è forse la mia formazione umanistica, che mi rende difficile a volte affrontare questioni molto tecniche (non parliamo poi dello scripting).

    Quali sono state le tue impressioni indossando un visore?

    Con il visore mi sono sentita totalmente immersa nei mondi virtuali che ho visitato; è un’esperienza molto differente rispetto alla visualizzazione su schermo, molto emozionante. Ho potuto visitare anche costruzioni che avevo realizzato io e mi sono resa conto di alcuni difetti che altrimenti non avrei notato. Peccato che in Opensim questo non sia possibile…

    Eva Kraii con Oculus
    Eva con Oculus virtuale

    Sei tutor in Edu3d da alcuni anni. Che cosa ti ha spinto a diffondere cultura e competenze?

    Il 2015 per me è stato un anno molto brutto, per motivi familiari.

    Durante l’estate, per cercare di risollevarmi un po’ avevo scoperto la Summer School di Edu3d… c’erano corsi molto semplici, come creare un albero con le texture o come scontornare le immagini, ma lo trovavo molto gradevole e rilassante.

    Così ho iniziato a frequentare Edu3d, ho conosciuto Giliola Giurgola, con cui nel corso degli anni siamo diventate amiche anche nella vita reale e ho pensato di poter condividere anch’io con gli altri allievi quel poco che sapevo fare allora.

    Dapprima solo qualcosa su come importare oggetti dal Web, come modificare gli avatar o scattare foto in Opensim, ma dal 2017 ho scoperto Blender, e da allora è nata una vera passione.

    Blender infatti permette di creare qualunque cosa si voglia importare nei mondi virtuali e, lavorando in low poli, con “pesi” delle mesh molto ridotti. Perciò ho provato, prima sotto la guida di Salahzar, poi autonomamente, a trasmettere questa passione nei corsi base o intermedi. Non ho la pretesa di essere una builder eccezionale, ma quello che riesco a fare mi piace condividerlo con gli altri – e anche imparare dagli altri, ovviamente – nello spirito di collaborazione di Edu3d.

    Quali mondi frequenti abitualmente?

    Rimango molto affezionata a Craft World, il mondo Opensim in cui sono arrivata nel 2010, quando ancora c’era pochissimo da fare o da vedere; però ultimamente sono entrata con il PC o con l’Oculus in AltspaceVR, soprattutto per il Magicflute Show, in cui abbiamo replicato un seminario sulla didattica già tenuto in Craft World e dove ho fatto parte dello staff per le riprese video.

    Magicflute Show
    Seminario al MacigFlute Show

    Un esperimento interessante è stato quello di mettere in comunicazione tre universi virtuali, Second Life, Craft e Altspace Vr attraverso StreamYard, grazie alla regia di Rubin Mayo, molto esperto di streaming.

    In VrChat ho invece ricostruito una Escape Room che avevo realizzato a Craft per un progetto collettivo di un giovane di talento, Michelangelo Tricarico.

    Escaper room in VrChat
    Escape room in VrChat

    Ho provato anche Mozilla Hubs, ma non mi ha entusiasmata.

    Attualmente con Salahzar stiamo esplorando Vircadia, un ambiente non proprietario nato dopo la chiusura di Hi Fidelity, che utilizza la stessa tecnologia.

    Eva Kraii in Vircadia
    In Vircadia

    Secondo te il social VR è adatto alle ragazze o è ancora, come il gaming, un mondo prevalentemente maschile?  Hai stretto amicizie virtuali?

    Credo che le ragazze non abbiano problemi a frequentare il social VR, alcune sono addirittura coordinatrici di community, ad esempio Beleth in VrChat. Oltre al gaming, che è spesso molto competitivo, nei mondi virtuali si possono fare tante altre esperienze, conoscere persone lontane e stringere amicizie reali, che ci portano a volerci incontrare anche di persona.

    Oltre a Giliola e Salahzar, ho conosciuto tantissime persone interessanti e che considero veri amici.

    Proprio in questo periodo stiamo lavorando al 2Lei, una serie di eventi sul contrasto alla violenza contro le donne che si svolge in parallelo in Second Life e in Craft, con il coordinamento di Rosanna Galvani del Museo del Metaverso, un ambiente che promuove l’arte in tutte le sue forme, e ho approfondito la conoscenza con tutte le persone dello staff, scoprendo dei talenti eccezionali ma anche molta umanità e spirito di collaborazione.

    2Lei contro la violenza sulle donne
    2Lei eventi

    Il metaverso, di cui oggi si parla tanto, è spesso considerato in senso negativo come un luogo di fuga dalla realtà, di alienazione. Quali aspetti positivi ti senti di evidenziare? Come pensi evolverà nel prossimo futuro? 

    E’ una bella domanda… credo che per ora il metaverso, nonostante i proclami di Zuckerberg, resti un ambiente un po’ di nicchia, circoscritto agli appassionati.

    Non lo vedo però come una fuga dalla realtà, piuttosto come un’integrazione della vita reale.

    Sono sicura che in futuro, quando la tecnologia avrà costi ridotti e sarà meno complicata, sempre più persone si lasceranno affascinare dal metaverso, e potranno navigare sia per divertirsi e giocare, ma anche utilizzarlo come strumento di cultura e conoscenza.

  • Storie in social VR: Cristiana Pivetta

    Il progetto delle storie in social VR e XR si apre con Cristiana Pivetta, una docente che ho conosciuto al MagicFlute Show di giugno 2020 dal titolo: ‘I mondi virtuali e l’apprendimento‘. Questa conferenza in Altspace VR era dedicata al mondo della scuola e all’apprendimento in VR ed era organizzata da Francesco Spadafina, founder di Pyramid Cafè. Perché iniziare il nostro percorso con la storia di Cristiana? Semplicemente perché il suo entusiasmo, il suo desiderio d’apprendere e sperimentare mi hanno piacevolmente colpita e penso che possa essere d’ispirazione per tutti noi.

    Cristiana è riuscita a rendere il mondo della scuola coinvolgente ed interessante per i più giovani attraverso le sperimentazioni in realtà virtuale e i mondi di social VR.

    Chi è Cristiana Pivetta

    Relatrice al MagicFlute Show di giugno 2020 Cristiana insegna lettere all’ITCG ANGIOY di Carbonia ed è esperta di tecnologie applicate alla didattica.

    La storia di Cristiana

    Scopriamo insieme che cosa si cela dietro l’avatar di Cristiana che ho avuto il piacere d’incontrare in Altspace VR. Perché ha scelto di dedicarsi alle tecnologie? Come si possono sfruttare la realtà virtuale e i mondi di social VR nella didattica?

    Per approfondire la sua storia l’ho intervistata per voi.

    L’intervista

    Cristiana ciao, raccontaci com’è nato il tuo interesse per la VR.

    Il mio interesse per la VR è nato quasi parallelamente all’attenzione per le tecnologie. Mi hanno sempre affascinato gli ambienti immersivi e le loro potenzialità in campo didattico per la loro prospettiva multimodale (suoni, voci, immagini, chat testuali, artefatti, simboli, script e quant’altro). Inoltre ritengo che modellare lo spazio virtuale a proprio piacimento, agitare la bacchetta magica a disposizione dell’avatar per dare forma agli oggetti costituiscono delle preziose opportunità per ingaggiare e sostenere i discenti nel loro percorso.

    "I care in the world" in edMondo

    “I care in the world” in edMondo

    Quando hai iniziato ad utilizzare le tecnologie a scuola? Hai trovato degli ostacoli da parte dei colleghi o degli studenti?

    È stato esattamente nel 2004. Lo ricordo benissimo perché in quel periodo trovavi i pc esclusivamente nelle aule informatiche e per giunta non in tutte le realtà scolastiche. La situazione disastrosa di un gruppo di studenti sotto il profilo didattico-sociale costituì una valida motivazione per provare a costruire delle esperienze significative con l’uso delle tecnologie

    Gli studenti in aula predisponevano dei mockup preparatori con i compagni del loro gruppo per poi realizzare nel laboratorio informatico semplici pagine web. Le problematiche del tempo erano legate alla difficoltà di ottenere il permesso di accedere ai laboratori informatici e alla mancanza di connessione.

    Ho incontrato diffidenza o per meglio dire indifferenza quando ho portato avanti il progetto di inserire in ogni aula delle whiteboard. Ma anche in questo caso i feedback degli studenti e delle famiglie mi hanno convinto della validità del cammino intrapreso.

    Non mi sono più fermata anzi ho creato il sito Fantascrivendo, mi sono iscritta a vari social, ho aperto un canale YouTube, animata dallo spirito di condividere un approccio metodologico efficace d’uso delle tecnologie.


    Prime attività di gruppo alla LIM

    Al Magicflute Show hai parlato dei mondi virtuali per l’apprendimento. Quali vantaggi possono apportare rispetto alla didattica ‘reale’?

    I vantaggi sono enormi. Per gli studenti costituiscono delle occasioni reali per mettersi alla prova, per fare osservazioni e operare nel mondo virtuale raccordandosi alle attività svolte in aula.

    Le parole chiave sono motivazione, coinvolgimento, inclusività e creatività.

    Per i discenti agire nel mondo virtuale non è differente dal mondo reale perché la propria e/o le proprie identità reali vengono messe in relazione con il loro personaggio avatar.

    Sollecito i discenti a costruire degli ambienti (campi semantici) in cui porre artefatti significativi, espressione del loro personale e collaborativo modo di fare esperienza del mondo. Questo è il punto di arrivo di un percorso co-costruito, che implica da parte degli studenti l’apprendimento di modelli e concetti legati alla grammatica del mondo immersivo in uso.


    MagicFlute Show: Seminario Edu3d

    Quali ambienti immersivi hai sperimentato e hai trovato più adatto per coinvolgere gli studenti? Che percorso consiglieresti ad un/una collega che desiderasse iniziare ad utilizzare la didattica nei mondi virtuali?

    Il mio percorso esperienziale si è concretizzato inizialmente con edMondo, il mondo virtuale per la scuola dell’Indire. Nel tempo ho interagito con il mondo immersivo di Edu3d in Craft World, AltspaceVR, Mozilla Hubs. Questi ambienti sono tutti estremamente coinvolgenti e offrono la possibilità di interagire con comunità di docenti e di professionisti per uno scambio efficace di pratiche ed esperienze.

    Sono affascinata allo stesso modo dalle potenzialità di questi mondi e parimenti i miei studenti. A chi si voglia cimentare in un percorso simile consiglio di iscriversi alle rispettive comunità, di partecipare a uno o più corsi che periodicamente vengono proposti, e successivamente vi invito a “gettarvi nella mischia” con i vostri studenti per apprendere insieme.

    Escape room: Il ballo delle fiabe, Progetto Edu3d in Craft Word

    Ci racconti un episodio che può fare comprendere il valore di questo tipo approccio?

    Vi porto ad esempio la mia ultima esperienza, un laboratorio immersivo[1] di letteratura in edMondo. Lo spazio è stato interamente modellato dai miei studenti, due classi seconde e una classe prima dell’ITCG Angioy di Carbonia.

    La nostra sfida è stata quella di rendere la letteratura attuale in un momento in cui si è dovuto fare di necessità virtù a causa della pandemia e della didattica a distanza.

    Il mondo virtuale realizzato ruota intorno al castello dell’innominato e agli ambienti di supporto realizzati, relativi non solo all’opera “I Promessi Sposi” di Manzoni ma di tanti altri autori in prosa e poesia. Oltre agli oggetti architettonici sono state create linee del tempo, mostre, giochi di fuga (escape room), presentazioni interattive e molto di più.


    “Laboratorio Letterario” in edMondo

    Nel 2018 hai pubblicato il libro ‘In viaggio intorno al mondo. Itinerari didattici in rete’. Quale tipo di didattica illustri nel tuo libro e a chi può essere utile?

    Il 2018 è stato un anno particolare. Dopo aver scritto numerosi articoli e contributi presenti in rete e in vari libri, ho deciso di autopubblicarmi.

    Non vi dovete far ingannare dal titolo, non è un manuale e neppure un romanzo, ma il racconto, in una forma narrativa coinvolgente, dei viaggi virtuali realizzati nel web per visitare musei, siti archeologici, per fare comunità con gli studenti dei paesi di tutto il mondo. Una lezione differente che gli studenti costruiscono secondo un modello condiviso con altre classi, animata da un approccio interculturale, creativo e empatico, caratterizzato dal problem solving.

    Nel libro ho inserito risorse, proposte di attività, strumenti pronti all’uso o modificabili secondo lo stile di ogni insegnante.

    Doveva ancora travolgerci la pandemia, ma questa idea risulta più che mai attuale come i tanti progetti che propongo, sempre proiettata nel futuro.

    Concludo invitandovi a leggerlo, a seguirmi sui social e perché no a collaborare con me.

    Ringrazio Simona per l’invito. È stato molto interessante confrontarci su queste tematiche.


    [1] Per approfondimenti leggete l’articolo “Pratiche di debate nei mondi virtuali” http://www.rivistabricks.it/wp-content/uploads/2021/02/18_Bricks1-2021_Pivetta.pdf


  • Lifelong learning: formazione per l’industria 4.0

    Che cosa significa ‘Lifelong learning‘ e perché è diventato un tema molto attuale? Grazie all’industria 4.0 e alla digital innovation stiamo assistendo a un’evoluzione dei profili professionali e delle competenze con un impatto rilevante sul mondo della formazione.

    La definizione di lifelong learning di Wikipedia mette l’accento sul cambiamento : Il lifelong learning (o apprendimento permanente) è un processo individuale intenzionale che mira all’acquisizione di ruoli e competenze e che comporta un cambiamento relativamente stabile nel tempo. Tale processo ha come scopo quello di modificare o sostituire un apprendimento non più adeguato rispetto ai nuovi bisogni sociali o lavorativi, in campo professionale o personale.

    Come precisa la giornalista Luisa Adani in un articolo pubblicato lunedì 3 luglio sul supplemento ‘L’Economia del Corriere della Sera intitolato ‘Industria 4.0, competenze cercansi’:

    La formazione è il passaggio chiave per affrontare il processo di innovazione in azienda e ciò non solo per sviluppare le ovvie competenze tecniche e tecnologiche, ma anche per gestirne l’indispensabile processo di trasformazione culturale e organizzativa.

    L’articolo contiene anche un grafico molto interessante sulla survey effettuata su 205 aziende dall’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano. Risulta che il 74% ritiene fondamentale utilizzare device digitali, il 54% impiegare i Big Data per prevenire i mercati, 34% utilizzare Augmenteed/Virtual Reality. Se analizziamo la formazione digitale emerge che il 62% stanno sviluppando corsi specifici, ma il 76% tramite approcci tradizionali. Solo il 24% utilizza approcci innovativi.

    Ho cercato di approfondire sul sito Osservatori.net e dal comunicato stampa ho appreso che ‘i corsi di formazione si terranno principalmente tramite lezioni in aula in presenza, ma tra gli approcci formativi innovativi il metodo più diffuso è quello dei corsi online, sia webinar che sistemi più complessi di e-learning. Raro, ma da segnalare anche l’uso di realtà virtuale e aumentata per la formazione di operatori di linea.’

    Se da un lato si assiste a una conferma dei corsi in aula dall’altro, grazie all’intelligenza artificiale, diventa sempre più stretto il legame tra  MachineLearning e LifelongLearning. Nell’articolo Re-educating Rita‘ pubblicato il 25 giugno 2016 in Economist.com si ripercorre la nascita dei primi corsi di e-learning. Conoscete la loro storia?

    A luglio 2011 il professore di Stanford, Sebastian Thrun, annunciò con un breve video su Youtube un corso gratuito online “Introduction to Artificial Intelligence”, che avrebbe tenuto in co-docenza con il collega, Peter Norvig. Le iscrizioni furono numerosissime: 160.000 persone in 190 nazioni. Nello stesso periodo un altro professore di Stanford, Andrew Ng, tenne un corso gratuito online sul machine learning con 100.000 iscritti. Queste metodologie innovative sono conosciute con il termine Massive Open Online Courses (MOOCs) e hanno dato vita ai molti corsi online offerti dalle università internazionali.  

    education

    ‘In 2012 Mr Thrun founded an online-education startup called Udacity, and Mr Ng co-founded another, called Coursera.[…]The fact that Udacity, Coursera and edX all emerged from AI labs highlights the conviction within the AI community that education systems need an overhaul. Mr Thrun says he founded Udacity as an “antidote to the ongoing AI revolution”, which will require workers to acquire new skills throughout their careers.

    Similarly, Mr Ng thinks that given the potential impact of their work on the labour market, AI researchers “have an ethical responsibility to step up and address the problems we cause; Coursera, he says, is his contribution. Moreover, AI technology has great potential in education. “Adaptive learning”—software that tailors courses for each student individually, presenting concepts in the order he will find easiest to understand and enabling him to work at his own pace—has seemed to be just around the corner for years. But new machine-learning techniques might at last help it deliver on its promise.”.’

     

    Nell’articolo si sottolinea quanto la disruption che sta investendo tutti i settori industriali e l’intelligenza artificiale avranno lo stesso impatto della rivoluzione industriale del diciannovesimo secolo.

    The rise of artificial intelligence could well do the same again, making it necessary to transform educational practices and, with adaptive learning, offering a way of doing so.

    Secondo Joel Mokyr della Northwestern University, dal 1945 la formazione ha incoraggiato la specializzazione, ma dal momento che la conoscenza diventa obsoleta molto velocemente ‘the most important thing will be learning to relearn, rather than learning how to do one thing very well.   Deve quindi variare l’approccio e la formazione deve durare la vita intera, afferma Mr. Ng:

     You need to keep learning your entire life—that’s been obvious for a long time. What you learn in college isn’t enough to keep you going for the next 40 years.

    Di formazione e autoformazione si è parlato anche nella settima edizione dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, che ha condotto una survey su 170 direttori HR di medio-grandi aziende che operano in Italia, i cui risultati sono stati presentati lo scorso maggio a Milano. Leggiamo dal comunicato stampa:

    Il 97% dei referenti HR sostiene che nei prossimi due anni tutte le persone dell’organizzazione dovranno adeguare le proprie competenze (il 69% per tutte le persone, il 28% solo per alcuni). […] Tra le competenze digitali, servono soprattutto la conoscenza di applicazioni Social, Mobile, Cloud, Analytics per l’ambito HR ma contano anche le digital soft skill, la cui rilevanza aumenterà nei prossimi due anni per il 57% del campione.[…]Le principali modalità formative per l’aggiornamento secondo i lavoratori saranno i corsi di formazione aziendali (67%) e il confronto con i colleghi (37%), ma cresce la rilevanza di piattaforme esterne, come gli strumenti online (Youtube, TED, forum, evidenziati dal 30%) e i corsi presso Business School o Università (19%).

    Emerge quindi l’esigenza di affiancare a corsi in-house, il digital learning che possa essere fruito sempre e in ogni luogo e costruito su misura per il discente per accelerare il processo di trasformazione ed aggiornamento ormai indispensabile per l’industria 4.0.

    Nascono quindi nuove modalità d’ingaggio delle risorse umane all’interno delle organizzazioni. Nel comunicato stampa leggiamo che in occasione del convegno sono stati assegnati gli HR Innovation Award 2017 alle organizzazioni che si sono distinte per la capacità di utilizzare le tecnologie digitali come leva di innovazione e miglioramento dei principali processi di gestione e sviluppo delle risorse umane. Tra i vincitori mi hanno colpito:’ Intesa Sanpaolo per la categoria “Formazione” con il progetto di Digital Learning Innovare la formazione  e SIRAM per l’iniziativa Innovation Map, una campagna di ingaggio dei dipendenti in un percorso di sviluppo sul tema dell’innovazione attraverso un gioco, una piattaforma on-line di e-learning e un progetto social, che ha portato allo sviluppo del primo incubatore di Siram, Siram L@b, allo scopo di rendere continuativo il processo di miglioramento e alimentare la cultura di innovazione in azienda.’

    Vi consiglio di approfondire sul sito di Intesa Sanpaolo nella pagina dedicata alla formazione dove si precisa che utilizzano  ‘diversi canali integrati fra loro (aula, e-learning, web tv on demand e comunità virtuali) e metodologie di apprendimento innovative.[…] una formazione personalizzata per chi affronta un nuovo ruolo o vuole consolidare competenze e comportamenti richiesti dal proprio attuale ruolo. Circa 300 iniziative suddivise in 11 aree tematiche. Per chi vuole lavorare su specifiche conoscenze e competenze professionali.’

    In merito a SIRAM ho consultato il sito che ‘ha lo scopo di sensibilizzare e diffondere un linguaggio comune sull’innovazione tra tutti i dipendenti presenti sul territorio italiano‘ attraverso attività di gioco e video per creare gli Innovation Changer. Vi suggerisco di leggere anche l’articolo di Gaia Fiertler su www.digital4.biz, nel quale Carlotta Dainese, Innovation Manager di Siram Group, fornisce maggiori dettagli sul progetto.  ‘”Innovation Map”, si è articolato in due fasi. La prima ha visto il lancio a novembre, direttamente con la sponsorizzazione dell’Amministratore Delegato, di una campagna di ingaggio per tutti i dipendenti per misurare la “temperatura” dell’innovazione in azienda, iniziare a creare un linguaggio comune e individuare quelli che faranno da catalizzatori (Innovation Changer) su questi temi in azienda. La seconda fase è prevista per giugno, con l’incubatore SiramL@b, che formerà una sessantina di colleghi su competenze tecniche e soft, impegnati in 12 squadre a realizzare i quattro progetti strategici selezionati tra le proposte arrivate online.’ 

    Sempre sul tema delle piattaforme e dell’apprendimento tramite gamification ho trovato un’interessante l’esperienza di GamEffective che propone 20 “escape room” narrative , “The Perfect Workday” adatta a in-class training e on-the-job learning.

    Potete vedere il video di presentazione su YouTube a https://youtu.be/kOX1k4E-hmA.

    Gal Rimon, CEO di GamEffective precisa quantto segue:

    “We’ve emphasized the simple administration of the game, so that learning and development professionals can deliver something that’s at a high product value, yet enjoy the benefits and quick time to launch of a platform, as opposed to custom game development”.

     

    Recentemente ho approfondito il tema del digital learning al Corporate Digital Learning Summit, organizzato da Altaformazione il 10 maggio scorso a Milano. Per avere una panoramica dell’evento vi suggerisco il video su Live Scribing realizzato durante la giornata che trovate in fondo all’articolo. Sul sito potete seguire i video degli speeches pubblicati.

    Quali sono state le evidenze emerse durante il convegno? Vediamone alcune:

    • Digital Learning in Italia è in ripresa – a metà anni 2000 ha subito un momento di stasi molto significativa sia in ambito accademico sia nel mondo aziendale. Oggi è in ripresa e sono usciti dal mercato players poco consolidati e con competenze minori
    • Social learning riconfigura gli apprendimenti in contesti formali ed informali. Utilizza i social media -ambienti non abitualmente pensati per l’apprendimento, ma garantiscono al formatore opportunità interessanti
    • la scuola vive in una società ormai digitale quindi deve essere attenta all’innovazione per fornire agli studenti chiavi di accesso al loro presente
    • con l’adozione dei media digitali si verificano cambiamenti significativi nella formazione: il docente ‘parla di meno’, il
      Fare assume un ruolo di primo piano e quindi l’apprendimento è basato sulla scoperta. Aumenta la progettazione per cui è più difficile improvvisare e si modificano anche le pratiche di valutazione.
    • abbiamo a disposizione troppe informazioni. Non servono nuovi contenuti, ma strumenti per capire quali siano più efficaci
    • le nuove tecnologie possono essere utili per i contesti formativi. Ad esempio l’Oculus VR può essere utile per l’apprendimento pratico in alcuni contesti specifici (chirurghi, piloti, etc), la Video camera 360 consente di  produrre contenuti 3D prodotti in casa a basso costo e utilizzabili per percorsi formativi specifici.

    Tra i molti interventi interessanti condivido con voi quello di Elliott Masie di The MASIE Center in collegamento da New York. Masie suggerisce di prendere la ‘e’ di e-learning ed espanderla. Non è solo ‘electronic learning’, ma

    1. everywhere
    2. everyone
    3. evolving
    4. efficient
    5. engaging’

    ossia il ‘reach of learning’ può raggiungere l’utente ovunque egli sia, in qualsiasi momento e in tante modalità differenti, rendendolo davvero protagonista del momento formativo, Abbiamo a disposizione moltissimi siti per apprendere, ma quello che conta davvero è ‘bringing together the learning moment and the learner’.

    Digital learning is exciting, but what make it really exciting for us right now is that we are going to start to design and create things that are different. Our goal is once again not to publish content, but bring and engage people in learning experiences

    Come professionisti dobbiamo espandere il nostro modo di pensare l’apprendimento proprio secondo le 5 ‘e’ sopracitate. Secondo Masie è sbagliato separare il digital learning dall’apprendimento in aula, perché esiste una sinergia tra le differenti metodologie.

    Si può iniziare seguendo un corso digitale per poi continuare in presenza con alcuni docenti, o ancora con un video live o meeting. A volte si desidera approfondire in un secondo momento, al bisogno o con altre modalità. Molti cambiamenti stanno avvenendo nel mondo della formazione.

    Stiamo scrivendo insieme il futuro e di questo dobbiamo essere consapevoli, conclude Masie.

     

    Il digital learning dovrebbe iniziare già dai primi anni di scolarizzazione, ma le scuole fanno molta fatica a stare al passo, come emerge dallo studio realizzato da Fujitsu: “Road to Digital Learning” (pubblicato in un post da Datamanager.it), che fornisce un quadro della digitalizzazione in ambito scolastico, sulla base di una survey condotta su oltre 600 reponsabili IT di scuole di vario ordine e grado di sette Paesi: Australia, Germania, Hong Kong, Indonesia, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti. Le difficoltà sono dovute ai budget a disposizione degli istituiti spesso non adeguati, ma soprattutto alla mancanza di formazione del corpo docente. I dati che emergono sono:

    le scuole, i college e le università si trovano sotto una crescente pressione per soddisfare le aspettative dei genitori e degli studenti e rimanere competitive. Più di tre quarti (77%) degli istituti spera di diventare un centro digitale di eccellenza nei prossimi cinque anni. Ma in molte realtà, l’apprendimento digitale è ancora lontano dall’essere avviato: circa l’87% delle scuole primarie e secondarie non fornisce ancora dispositivi agli allievi, e dove lo fanno, in media un dispositivo è condiviso da tre bambini.’

    Quanto al corpo docente:’ quasi il 94% pensa infatti che l’apprendimento personalizzato sia “importante” o “molto importante”, e l’84% ritiene di avere il dovere di preparare i propri studenti per un futuro digitale. ‘

    Secondo Ash Merchant, Director of Education della Fujitsu (vedi sito):

    Digital technology brings so many opportunities to education, including more personalized learning and progress feedback, self-initiated learning with anytime, anywhere access to additional resources, and enhanced collaboration between students, teachers, and parents.

    La formazione dovrà necessariamente accelerare il processo di trasformazione per adeguarsi alle nuove competenze e soft skills richieste dal mercato, adottando nuove tecnologie, aggiornando i programmi di studio e includendo materie quali il coding fino dalla prima infanzia. in poche parole dovrà essere più flessibile rispetto ai cambiamenti in atto. Secondo Accenture un terzo delle competenze richieste entro il 2020 sarà fra quelle che oggi non sono ancora considerate fondamentali e al Word Economic Forum di Davos si è detto che l’intelligenza artificiale potrà raddoppiare la crescita economica, con un balzo della produttività del 40% nei 12 Paesi considerati (fonte articolo di Digital4)

    Non dobbiamo, tuttavia, essere spaventati dalla nuova rivoluzione industriale che stiamo vivendo. Nell’articolo di Gaia Fiertler su Digital4, leggiamo:

    «Il conflitto tra uomini e robot si può superare attraverso un piano nazionale di sostegno alla crescita del capitale umano – ha rilanciato il Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla -. Il nostro impegno è massimo perché questa è l’occasione per modernizzare il Paese e non possiamo perderla».

     

    Fonti:

    http://www.economist.com/news/special-report/21700760-artificial-intelligence-will-have-implications-policymakers-education-welfare-and

    http://www.keepeek.com/Digital-Asset-Management/oecd/education/oecd-skills-outlook-2017/summary/italian_d12d7039-it#.WSHSc-uGPIU#page1

    https://www.digital4.biz/hr/hr-transformation/manager-40-l-identikit-di-aldai-federmanager_436721510404.htm

    https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/executive-briefing/la-direzione-hr-protagonista-nella-trasformazione-digitale-il-47-prevede-nuove-assunzioni-per-effetto-della-digitalizzazione

    https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/executive-briefing/industria-4.0-la-grande-occasione-per-l-italia#utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=com_OI40

    http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/lavoraconnoi/ita_formazione.jsp#/lavoraconnoi/ita_formazione.jsp

    https://www.innovationmap.it/

  • Realizzare i propri obiettivi: golf experience

    Da molto tempo desidero scrivere un post sulla golf experience, non tanto per parlare dello swing perfetto, ma della lezione di vita che si apprende giocando a golf, in particolar modo di una consapevolezza,  un’apertura mentale che porta a realizzare i propri obiettivi.

    Mi sono avvicinata a questo sport da poco meno di due anni principalmente per curiosità, anche se per molto tempo avevo preferito attività quali lo sci, la corsa, etc. che ritenevo più impegnative dal punto di vista fisico. Un preconcetto che si è subito rivelato infondato, in quanto lo sforzo fisico e mentale richiesto dal golf è superiore a quello di molti altri sport.

    ‘Il golf non è solo tirare colpi a una pallina, ma è anche strategia di gioco, senza un avversario umano reale’ -cit. Emanuele Castellani

    Dopo aver iniziato a praticare ho cercato di approfondire e di capire le dinamiche insite nel gioco.  E’ interessante notare come vengano attivati i due emisferi del cervello, come precisa Gary Wiren : emisfero sinistro per analizzare le condizioni ambientali, la scelta del bastone ed emisfero destro per attivare le sensazioni e l’emotività. Potete approfondire nel testo di Willy Pasini e di Gary Wiren stesso(*).

     

    Golf - cervello del golfista

     

    Le doti necessarie per praticare il golf sono sicuramente concentrazione, calma, nervi saldi, qualità importanti anche nella vita professionale. Aggiungo resilienza ed equilibrio, in quanto la sfida (soprattutto se si pratica fuori dal momento di gara) è con sé stessi, con la propria capacità di resistere e voler migliorare.  Quante volte ho pensato di abbandonare, ma poi all’improvviso vedi un passo avanti inaspettato. Lo swing è un’arte e come tale bisogna mettere in gioco tutto sé stesso.  Sembra impossibile ricordare i movimenti, perché in realtà bisogna sentirli con il cuore.

    Devi guardare la pallina un momento e poi sentire il tuo corpo

    Ti pare di non fare progressi su quel campo pratica, provi e riprovi i movimenti e quando vai sul green non sempre riesci a riprodurre i movimenti corretti, perché entrano in gioco altri fattori quali il vento, il sole, le salite, le discese, il ‘bunk’ che non sai come superare.

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    Emozioni altalenanti ti accompagnano, ma non puoi arrenderti. Ho rivissuto le senzazioni vedendo il film  “La Leggenda di Bagger Vance”  del 2000 diretto da Robert Redford, tratto dall’ omonimo romanzo di Steven Pressfield.

    La trama è semplice: un giovane e eccellente giocatore di golf di Savannah in Georgia, Rannulph Junuh, torna dalla prima guerra mondiale traumatizzato e si rifugia per anni nell’alcol, senza speranza. Viene coinvolto in un torneo di golf con i due più grandi giocatori d’America (Bobby Jones e Walter Hagen) e supportato da un’eccezionale caddie, Bagger Vance, e da una donna bellissima, Adele Invergordon, riesce a vincere e a ritrovare l’amore.

    Vi invito a fare un’analisi in ottica narrativa della scena cruciale del film (climax). Seguite la golf experience vissuta da Junuh con attenzione!

    Il protagonista è il giovane giocatore di golf, Rannulph Junuh (Matt Damon), mentre il Mentore è il caddie, Bagger Vance (Will Smith). Tutto sembra perduto per sempre. La pallina è ‘fuori da campo’ in mezzo al bosco, in posizione difficilissima da giocare. Junuh si sente sconfitto, si guarda intorno per cercare una via di fuga, ma non la vede, gli tremano le mani, sta per raccogliere la pallina ed arrendersi. In quel momento interviene Vance e gli propone un altro legno e lo convince a superare la ‘crisi’ , cercando la forza dentro di sé.

    Nella parte conclusiva del dialogo emerge chiaramente il ruolo del mentore, assimilabile a quello del coach motivazionale:

    momento di climax

    momento di climax

    Junuh: “Non posso”
    Vance: “Sì che puoi e non sei solo. Insieme a te ci sono io. Sono sempre stato qui. Adesso gioca il tuo gioco, quello che soltanto tu eri destinato a giocare, quello che ti è stato donato quando sei venuto al mondo.

    Sei pronto? Allora mettiti sulla palla, colpisci quella palla, non trattenere niente. Dagli tutto te stesso, il momento è ora. Lasciati andare ai ricordi, a ricordare il tuo swing. Bene così. Stai tranquillo.   Così va bene. Il momento è ora!”

     

    Possiamo notare come la scena riprenda gli elementi fondamentali dello schema classico di Propp. La ‘crisi’ non è solo rappresentata dal campo di gioco, dall’errore, ma è molto più profonda. In realtà è una crisi d’identità, di fiducia in sè stessi e nelle proprie capacità di superare le difficoltà oggettive, di prendere una decisione e quindi di vivere. 

    schema narrativo classico

    Quando il protagonista riesce a scegliere e a riprendere la concentrazione, l’equilibrio, supera la difficoltà ed esce trasformato dall’esperienza. Non importa tanto la vittoria sul campo da golf, quanto sul suo stato mentale..

    Quante volte nella nostra vita professionale ci troviamo a dover affrontare crisi di ruolo e restiamo immobili, perché non riusciamo a scegliere un nuovo lavoro, una nuova responsabilità, un trasferimento, un cambiamento? Succede molto frequentemente a tutti noi e spesso rinunciamo rispettando quel ‘copione’ che abbiamo scritto molti anni prima o che qualcun altro ha scritto per noi.

    Nel golf dobbiamo scegliere, non possiamo restare immobili. Ci mette di fronte al nostro essere più profondo, ci fa capire le nostre debolezze e ci induce a cambiare. Proprio per questo motivo

    il golf può diventare davvero metafora della vita

    Come afferma Emanuele Castellani (**) nel suo libro di cui trovate i riferimenti nelle fonti:

    ciascuna delle componenti del golf trova un parallelismo nella nostra vita e, spostandoci a un livello meta, più profondo, ci è richiesto di entrare in contatto con il “centro” di noi stessi per imprimere il giusto movimento alla pallina in un equilibrio delicato tra il controllare e il lasciare andare. Questo equivale a esprimere così la nostra potenza vitale. […] Inoltre il golf ci fa fare un esercizio di presenza, ci ancora al momento presente, ci stimola a esserci fino in fondo. e questo c’entra eccome con la vita e con le scelte che ogni giorno responsabilmente siamo chiamati, nel presente, a fare!’

    L’equilibrio è fondamentale per migliorare la prestazione anche in campo professionale: riuscire a dominare e superare lo stress e a raggiungere uno stato di benessere mentale. Quando ci troviamo a prendere decisioni e a studiare la giusta strategia da manager immaginiamoci sul green e

    • bilanciamo rischi e opportunità (se usare un ibrido o un ferro n.5),
    • guardiamo il campo (scenario di mercato su cui operiamo),
    • valutiamo il nostro potenziale (noi e i nostri collaboratori).

    Proviamo a trovare questo equilibrio anche fuori dal campo da golf, nella nostra vita familiare e professionale. La golf experience ci consentirà un’interessante crescita personale a lungo termine.  Chi troverò sui campi da golf?

     

     

     

     

    Fonti:

    (*) Willy Pasini-  “L’arte del golf.Psicologia del vincitore”- ed. Oscar Mondadori

    (**) “Golf Experience. Il manager e la persona:i 7 passi verso una #consapevoleEvoluzione” – ed. Franco Angeli

  • Riflessioni sulla formazione

    Quale impatto ha avuto la digital disruption nel mondo della formazione? Quali sono i cambiamenti in atto? Sicuramente le nuove tecnologie hanno ampliato l’offerta formativa, favorendo l’apprendimento a distanza, grazie ai MOOC, webinar ed edugame.

    Per il 2019 la crescita del mercato dell’edugame è stimata in oltre 13 miliardi, con un tasso di crescita annuo medio del 18,5 per cento, secondo un articolo apparso il 19 giugno su Il Sole 24 Ore ‘Edugames: la didattica con i videogame vale 6 miliardi di dollari’. Le applicazioni didattiche interattive tramite computer, console o dispositivi mobili sono destinate in particolar modo ai bambini, ma non solo. Sempre su Il Sole 24 Ore nell’articolo del 17 giugno ‘L’educazione è un business che vale 6 miliardi di dollari’ si legge che ‘simulazioni di ambienti lavorativi per esempio aiutano i responsabili delle risorse umane a fare una prima scrematura dei candidati a un posto di lavoro, permettendo di misurare la gestione dello stress, ma anche le abilità delle persone. Scuole e università commissionano software ad hoc da affiancare al percorso educativo classico, nel comparto medicale i software combattono disturbi come la dislessia’.

    Lo scorso giugno ho partecipato alla Giornata Nazionale della Formazione organizzata da AIF (Associazione Italiana Formatori) presso la SAA di Torino e, nel ruolo di facilitatore, ho seguito un tavolo dedicato a ‘Modi: nuovi metodi e strumenti per l’apprendimento’.

    E’ stato un momento d’approfondimento condiviso con alcuni colleghi provenienti da tutta Italia. Divisi in gruppi abbiamo iniziato a lavorare sulla parola chiave da noi scelta, raccogliendo le esperienze personali e condividendo le metodologie per creare un’analisi SWOT che è stata presentata in plenaria alla fine dei lavori. Di seguito alcuni concetti emersi durante la mattinata e riflessioni sui cambiamenti in atto.
    •La formazione è un processo continuo che dura tutta la vita (lifelong learning). Le nuove tecnologie risultano molto utili, ma, se le metodologie restano invariate, non si riesce a concretizzare un vero cambiamento.
    •Sempre più importante nell’apprendimento è l’interattività. Oggi la formazione è sempre più ‘visiva’ e ‘mobile’, per cui si rischia un overload cognitivo e scarsa concentrazione. In un contesto così differente dal passato sono indispensabili strategie diverse di organizzazione contenuti e setting formativi.
    •Si parla molto di blended learning e la rete e i social network diventano ‘la nuova classe’. E’ cambiato, pertanto, anche il ruolo del formatore che è un facilitatore, deve disegnare ‘la mappa’ e aiutare ad interpretarla, dare indicazioni sui ‘luoghi’ fisici e online dove trovare i materiali e stimolare l’autoformazione. Diventa colui che unisce i puntini. Il percorso di formazione non finisce quando si termina la sessione e si salutano gli allievi, ma continua in una sorta di co-creazione, condividendo le soluzioni.

    learning2

    Deep learning e blended learning sono le parole chiave del gruppo di lavoro, temi che ho anche approfondito in una ricerca successiva. Di seguito qualche riflessione emersa dal confronto con i colleghi.

    Il blended learning può risultare una grande opportunità sia per i discenti, sia per i formatori, in quanto l’aula si apre a nuove esperienze formative e si arricchisce. Richiede, tuttavia, un aggiornamento costante del formatore che deve conoscere molto bene i nuovi mezzi e devices per poter effettuare la scelta più opportuna. L’offerta formativa e i materiali devono essere adeguati alla fruizione in mobilità o sul web. Quali i rischi?
    •mancanza di coerenza tra gli obiettivi formativi e le scelte fatte in termini di supporti
    •mancanza di tempo per l’aggiornamento e lo studio approfondito soprattutto nel caso di formatori inseriti in grandi realtà aziendali.

    La motivazione è alla base di ogni percorso sia di aggiornamento del formatore sia di fruizione del discente. Senza una forte motivazione non si raggiungono gli obiettivi formativi prefissati.

    Considerando il blended learning ho voluto approfondire il settore del M-learning. Conosco alcune piattaforme MOOC per l’e-learning, perché ho seguito corsi online organizzati da Google o da Coursera e Iversity. Si tratta in genere di corsi da seguire sul pc, perché richiedono un livello di concentrazione elevato sia per la lingua straniera in cui sono erogati sia per i contenuti che prevedono esercizi da eseguire e livelli d’apprendimento impegnativi. Non ho ancora seguito un corso totalmente mobile e in podcast.

    Leggiamo insieme la definizione di M-learning data da Wikipedia:

    M-learning è un blend dedotto da mobile e learning, indica l’apprendimento con l’ausilio di dispositivi mobili come PDA, telefono cellulare, riproduttori audio digitali, fotocamere digitali, registratori vocali, pen scanner, ecc.’

    Questa modalità è legata al concetto di lifelong learning. Si apprende sempre ed ovunque.

    Un esempio di M-learning interessante è quello MOOC dell’Università degli Studi di Napoli Federico II con la piattaforma Federica Web Learning. Cosa la caratterizza? L’accesso a podcast delle lezioni su smartphone e tablet, oltre ai classici contenuti video, etc.

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    Altra piattaforma che mi ha incuriosito per l’innovazione nel VR (virtual reality) è Google for education. Leggiamo sul sito che l’app è utilizzata da 50 milioni di users in 190 nazioni.

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    Nella presentazione viene evidenziata la co-creazione di moduli formativi attuata da docenti e studenti e l’ampia disponibilità di tools gratuiti. Nella piattaforma è accessibile anche il progetto ‘Expeditions Pioneer Program’ che offre ai docenti il supporto di un team di Google per apprendere l’uso della piattaforma di virtual reality per l’apprendimento scolastico. E’ sufficiente farne richiesta, indicando l’istituto scolastico e il paese. Non si apprende solo, si vivono nuove esperienze!

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    Queste nuove modalità d’apprendimento non sostituiscono il rapporto docente/discente in aula, ma lo arricchiscono e rendono più immersivo. Resta il problema della formazione dei trainer, gap che Google intende colmare.