• Storie in XR e metaverso: Rosanna Galvani

    Le storie in XR e metaverso riprendono con un’esperta d’arte e di mondi immersivi. Ho conosciuto Rosanna Galvani in AltspaceVR circa tre anni fa grazie a Pyramid Cafè e al founder, Francesco Spadafina. Rosanna è la founder e owner del Museo del Metaverso che ospita, come leggiamo nel sito: ‘mostre d’arte, spettacoli, concerti, conferenze, convegni, corsi di formazione, avvalendosi di tutte le partnership che si è in grado di instaurare‘. Ho voluto narrare la sua passione per l’arte e per i mondi immersivi. Seguitemi!

    Chi è Rosanna Galvani

    Rosanna Galvani vive a Porto San Giorgio nelle Marche, ha una formazione umanistica, è in possesso della Maturità Classica e ha continuato gli studi presso la facoltà di Lettere Moderne dell’Università degli Studi di Macerata nelle Marche.

    Ha lavorato nella Pubblica Amministrazione, dal 1988 al 2010, vincendo un concorso pubblico per titoli ed esami. Ha iniziato come Revisore nell’Azienda di Stato per i Servizi telefonici ad Ancona, mentre dal 1993 ha lavorato come funzionaria del Servizio Cultura del Comune di Porto San Giorgio, occupandosi di tutto quanto attiene alla gestione dei servizi culturali per i cittadini.

    Nel tempo libero ha coltivato altri interessi, fra cui il più importante attiene all’arte contemporanea, con esperienze progettuali e organizzative nei mondi virtuali e nei luoghi fisici.

    Intervista

    Quando hai iniziato a frequentare Second Life? Ricordi un episodio in particolare che ti ha avvicinato a quel mondo?

    Ho effettuato il primo login in Second Life il 22 maggio del 2007, circa 16 anni fa, ma all’inizio rimasi un po’ delusa, non conoscendo nessuno all’interno, mi parve un luogo noioso, così uscii subito e ci tornai dopo un mese; allora fui più fortunata, perché incontrai degli italiani con cui strinsi amicizia, anzi uno di loro è diventato uno dei miei amici più cari. Avevo letto di Second Life nel web entrai per pura curiosità. Un episodio significativo che mi svelò la natura di questo mondo virtuale fu la conferenza di Mario Gerosa ad unAcademy, l’organizzazione fondata da Giuseppe Granieri, che in quel periodo in Second Life realizzava incontri molto interessanti con personaggi della cultura e del mondo accademico.

    Mario Gerosa in quella conferenza mi offrì una visione completa e diversa di Second Life, un ambiente dove l’arte era di casa, dove gli artisti italiani e stranieri avevano trovato un fertile terreno di sperimentazione e dove stavano nascendo artisti dal basso, nativi di quel mondo virtuale. Acquistai il suo libro “Second Life” ed iniziai ad approfondire le tematiche che mi stavano più a cuore: l’arte e la cultura.

    Rosanna Galvani
    Evento organizzato in Second Life

    Quale nickname hai scelto e perché? È rimasto immutato negli anni e nelle altre piattaforme?

    Il nickname Roxelo me lo porto dietro dal web, precisamente dal blog ed è la crasi di rox + elo, rox sta per Rosanna ed elo sta per eloise, il mio primo nick name su Mirc. Ho scelto il cognome Babenco sul sito di Second Life, fra molti cognomi disponibili. In tutte le piattaforme ho sempre usato e continuo ad usare questo nick, mentre da due anni circa in Craft World utilizzo il mio nome reale.

    Il Museo del Metaverso è nato in Second Life nel lontano 2007 per poi passare nel 2010 in Craft in Opensim. Perché hai pensato di creare un progetto collaborativo dedicato all’arte e alla cultura? Quali sono state le motivazioni del trasloco?

    Nei primi mesi in cui frequentavo Second Life avevo capito che vi si potevano organizzare degli incontri, delle conferenze, delle letture e forse, per deformazione professionale in quanto funzionaria del servizio cultura del Comune della mia cittadina, iniziai a pensare alla costituzione di un progetto culturale, infatti avevo creato un gruppo che si chiamava Libera-Mente, allo scopo di fare proseliti per eventuali inziative.

    Tuttavia il primo reading di poesia organizzato mi procurò una cocente delusione, perchè alla serata non si presentò neppure un avatar. Questa sconfitta fu molto utile per capire come funzionavano gli eventi in SL; avrei dovuto creare una comunità coesa intorno ad un progetto condiviso, se avessi voluto che i miei eventi riscuotessero successo.

    A quel punto, mi presi una pausa di riflessione, durante la quale partecipai alla conferenza di Mario Gerosa sopra citata, che mi diede una chiave di lettura del tutto nuova del mondo virtuale in questione. Iniziai a perlustrare Second Life in lungo e in largo, per conoscere le esperienze artistiche, architettoniche e culturali in atto, ero accompagnata in questi tour da uno studente che stava preparando la sua tesi di laurea sull’arte di SL, si chiamava Redmond Litton ed era ferratissimo sulle esperienze artistiche presenti in World.

    Alla fine di questo percorso di studio e approfondimento, dopo un brainstorming con le persone che mi erano vicine, in cui scegliemmo il nome Museo del Metaverso, il 5 Dicembre del 2007 inaugurai il progetto e la prima struttura del Museo.

    MDM

    MdM nasce per la valorizzazione del patrimonio artistico creato nel  mondo virtuale e si afferma nel momento in cui SL è all’apice del successo.

    I tre anni seguenti rappresentano un periodo di crescita continua del Museo e di grandi successi, con l’attivazione di nuove collaborazioni, fra cui 2LifeCast di Stex Auer alias Stefano Lazzari e Tommaso Correale Santacroce alias  Core Tatham,  Pyramid Caffè di Francesco Spadafina alias Magicflute Oh e Cybernetic Art Research Project (C.A.R.P.) di Velazquez Bonetto alias Laszlo Ordogh, di nazionalità ungherese; a quel periodo risale la creazione insieme a Paolo Valente, architetto in Roma, di un’associazione culturale dal nome Uqbarmediaartculture, con la quale presentavamo al mondo fisico il Museo del Metaverso e i progetti che ne derivavano.

    Craft World

    L’ultimo progetto internazionale realizzato in Second Life e in concomitanza in Craft World, dove MdM si erà già definitivamente trasferito, fu Art&Poetry attuato nel periodo dal 21 Settembre 2011 al 26 Febbraio 2012. Ogni settimana 6 artisti, di diverse nazionalità, dovevano realizzare la loro opera, ispirandosi ad una poesia della poetessa napoletana Carmen Auletta, poesie in lingua napoletana e opere vennero esposte ogni settimana in una sim diversa, ospitate dai vari owner di Second Life. Fu un progetto molto ardito, aver fatto dialogare due generi così diversi, ma entrambi venuti dal basso, come la poesia in lingua napoletana e l’arte dei mondi virtuali, che tuttavia riscosse un successo entusiasmante.

    Il trasferimento in Craft era già avvenuto e fu determinato in primis dai costi della regione che in Second Life ammontavano a circa 350 Euro mensili, ma anche dalla constatazione che il periodo d’oro di Second Life era ormai alle spalle e che Opensim, specificatamente Craft World, si stava confermando l’ambiente ideale per proseguire il progetto.

    Anni 2022 e 2023

    Dall’anno scorso ho di nuovo uno spazio in Second Life nella regione Solaris, che ancora non riesco ad utilizzare visti gli impegni sempre frenetici in Craft e in Spatial. Da quest’anno MdM ha una postazione anche sulla piattaforma Spatial.

    Nel 2023 hai aperto una sede di MdM anche in Spatial. Quali caratteristiche di questa piattaforma prediligi? Che cosa offre di diverso rispetto a Craft World?

    Spatial mi piace molto, ritengo che sia una piattaforma idonea per l’organizzazione di mostre, incontri  e conferenze, perchè è un ambiente virtuale con un traffico internazionale alto; i suoi utenti sono molto interessati all’arte e a molteplici altri argomenti e ho potuto constatare che in occasione delle nostre iniziative partecipano molti avatar/persone, con le quali in alcuni casi si è instaurato un dialogo interessante e proficuo.

    Craft World per me rappresenta casa, è un mondo virtuale da abitare, dove continare a tessere le relazioni importanti che si sono costruite negli anni, quindi ho deciso che le opening saranno prima realizzate in Craft e dopo qualche giorno su Spatial.

    Rosanna Galvani in Craft
    Evento ‘Metaverso, arte digitale, mostre virtuali’ con Matteo Malatini e Stex Auer organizzato in Craft World

    La piattaforma Spatial non è ancora stabile, perchè, quando i numeri degli avatar presenti ad un evento aumentano, si verificano vari disservizi, come il crash o una visualizzazione parziale dell’ambiente e degli avatar. Confido nella risoluzione di questi disservizi che possono essere giustificati dal fatto che la piattaforma è in forte espansione.

    Quali tipi di mostre ed artisti ospiti nei tuoi spazi?

    Ospito mostre di sculture 3D,  installazioni  e fotografie, tutte realizzate in World da artisti che operano nei mondi virtuali e ultimamente promuovo mostre di immagini generate con programmi che utilizzano l’intelligenza artificiale di amici che stanno sperimentando questa nuova tecnologia; inoltre dal 2015 il museo ospita e conserva anche mostre di immagini digitali, fotografie e fotomontaggi di artisti che operano esclusivamente nel mondo fisico.

    In questo momento stiamo lavorando – più precisamente ci sta lavorando Velazquez Bonetto alias Laszlo Ordogh che con il suo progetto C.A.R.P. (Cybernetic Art Research Project) è partner di MdM – alla nuova sede del Museo del Metaverso che dal momento in cui fu fondato si volle qualificare per l’originalità e la bellezza della struttura e per la molteplicità dei contenuti proposti nella sua programmazione. Ringrazio Laszlo Ordogh che con grande abnegazione sta dedicando le sue competenze e il suo tempo all’ideazione, progettazione e costruzione della nuova struttura museale.

    Mostra Museo del Metaverso
    Mostra ‘Stylistic Contami-Nations’ di Sergej Zarf alias Mario Fontanella in Spatial

    Il termine “museo” potrebbe essere fuorviante, in quanto non si deve pensare ad un museo convenzionale, ma ad un soggetto in continua evoluzione, sia per quanto riguarda l’edificio 3D, sia per quanto attiene alle attività che vi si svolgono.

    E’ ormai tradizione consolidata che ogni sette o otto anni il Museo si rinnovi, dotandosi di una nuova struttura, di un nuovo sito e cercando di individuare nuovi artisti da ospitare nel gruppo di artisti storici di MdM.

    Questo avviene per l’esigenza del Museo di dotarsi di ulteriori e funzionali spazi e di aggiornarne il concetto che trova sempre nuovi stimoli nella contemporaneità.

    L’idea principale alla base del nuovo MdM, oltre alla flessibilità e funzionalità degli spazi, è l’integrazione nelle aree espositive di giardini a tema, quindi la natura che entra delicatamente dentro il Museo, per diventare opera insieme a tutte le altre.

    Alla realizzazione dei giardini sta lavorando la creativa Fiona Saiman alias Lucia Baldini, che ringrazio sentitamente per la sua dedizione al progetto e per la sua amicizia affettuosa.

    Il Museo del Metaverso, nella sua complessità di opere, avatar e natura, si configurerà esso stesso  come opera d’arte.

    Museo del metaverso in Spatial
    Inaugurazione della mostra “I FOTOMONTAGGI” di Cristian Ribichini in Spatial

    A tuo parere quali vantaggi possono offrire agli artisti i mondi immersivi e in particolare gli NFT?

    Se mi avessi posto questa domanda in periodo pandemico ti avrei risposto che le gallerie e i musei virtuali rappresentano un’opportunità per gli artisti di mostrare i loro lavori ad un pubblico più ampio e internazionale,  a volte molto preparato, ma credo di poterti dare la medesima risposta anche oggi.

    Sempre più spesso ospito opere di artisti che non hanno mai messo piede in un mondo virtuale, infatti la mostra di Giacomo Maroni, intitolata  “Umanità”, che ho inaugurato il 5 Aprile in Craft e successivamente il 7 Aprile in Spatial, è una mostra fotografica di un artista che non frequenta il Virtual World. Pertanto io non faccio più differenza fra mostre in ambiente fisico e mostre in ambiente virtuale, le fruisco entrambe con grande piacere ed interesse e così credo che avvenga per chi viene a visitare le mostre organizzate dal Museo del Metaverso.

    mostra Umanità
    Inaugurazione del 5 aprile della mostra “Umanità” di Giacomo Maroni in Craft World

    Mi sto lentamente e cautamente avvicinando al mondo degli NFT e prima o poi farò qualche esperimento, visto che Spatial offre questa possibilità, ma sinceramente non credo che sia facile entrare in quel mercato senza sponsor o grandi gruppi a sostegno. Servirebbe un’idea geniale, un’opera geniale che sfondi in quel mercato, come la collezione  Bored Ape Yacht Club, valutata oltre 1 miliardo di dollari.

    Nelle scorse settimane è arrivato l’annuncio dell’arrivo di Second Life su mobile. Potrà rilanciare quella splendida piattaforma e farla conoscere ai più giovani?

    Ho letto questa notizia, ma non ho ancora avuto occasione di provare il nuovo viewer che è a disposizione anche per Opensim quindi per Craft. Credo che i mondi old style tipo Craft e Second Life non siano alla fine del loro percorso e che abbiano ancora ragione di essere per la loro dimensione di mondi adatti alla residenza e alla creazione di relazioni,  indispensabili per creare comunità.

  • Storie in XR: Cecilia Lascialfari

    Le storie in XR prendono il via nel 2023 con un incontro davvero interessante. Ho conosciuto Cecilia Lascialfari grazie al convegno AWE e ci siamo incontrate in LinkedIn. Affascinata dalla sua vena artistica e professionalità l’ho coinvolta come relatrice nell’evento ‘Metaverso…what?’ che ho organizzato lo scorso 28 settembre al coworking Toolbox a Torino. Una vera gioia conoscerla di persona e trascorrere un po’ di tempo insieme fuori dal web.

    Chi è Cecilia Lascialfari

    Cecilia aka ARea6DoF si definisce su LinkedIn: Creative Strategist Technologist |Researcher | XR | VR | AR | AI | Artist | Videomaker | Photographer | European Journalist | Community Manager |scripter, builder, Owner e Landlord su Second Life. In realtà un vulcano di creatività e di passioni.

    La storia di Cecilia

    Come sapete, nelle mie interviste cerco di conoscere i professionisti dal punto di vista umano e non solo lavorativo. Desidero andare oltre alla loro attività per scoprire specificità della persona ed aneddoti della loro vita. Con Cecilia è stato facile, perché è una ragazza solare ed eclettica.

    Scopriamo insieme i suoi primi passi nell’XR e nell’arte. L’ho intervistata per voi.

    L’intervista è in lingua inglese, perché farà parte della nuova edizione aggiornata ed ampliata del libro “Women in the metaverse” che sto ultimando con alcune nuove professioniste davvero eccellenti. Stay tuned.

    When did you approach the XR? Do you remember your first experiences?

    My first experience related to the world of immersive technologies was dated September 2018, when I decided to go and see the Ars Electronica Festival in Linz, Austria, one of the most innovative exhibitions in Europe, combining Art, Electronics, Music, Artificial Intelligence, New Technologies. It was a wonderful experience.

    MY LIFE

    My life has been difficult but I wouldn’t be here writing if everything that happened to me hadn’t happened to me. But it is so difficult to understand where to start, and above all “to be concise” as my English friends always point out to me, who deal with business constantly and to whom I always reply: “I’m Italian! We have so many words to use”.

    My first interest was Africa. I have studied the history of Africa, I wrote a thesis entitled “Contemporary African Art”, a study that had great success at University and Institutional level in 2002 (you can see my study online in pdf version). I learned French (and a little Lari and Lingala dialect from Congo), I made a project to bring South African artist Esther Mahalangu and a group of Ndebele Women to Florence of his tribe, to paint the external walls of the Nelson Mandela Forum in Florence (ex. Sports Hall) which was supported by the Nelson Mandela Foundation in South Africa, the Municipality of Florence and the Nelson Mandela Association of Florence (these murals are all ‘visible today). I owe my current ability to understand the cultural differences of the world to my curiosity about African culture, so different from that of Europe. 

    “Only study and knowledge give you the opportunity to make choices.”

    In 2010 I attended a specialization Master at RAI in Florence, with the Faculty of Engineering and I specialized in Multimedia Content Design. It was the most fruitful path of my life, which helped me understand how creativity and art (my main course of study until then) could evolve using new technologies (which at the time were represented by graphics, photography, video, etc.).

    “You will get out of here and you will be able to produce multimedia video content, but you will also be able to converse with programmers.”

    In reality I came out of this Master’s and the first job I found was that of managing a website in html, so I had to learn not only to communicate with programmers, but also to write in code.

    Thanks to this master, I had found three jobs at the same time, two for publishing houses (production of video content and programming in html) and another for the University of Florence, which I did on weekends (always as a producer of video content).

    It was the time when the first social networks were born and my experiences on the net were made before courses in this sector were institutionalized.

    LINZ – ARS ELECTRONICA FESTIVAL

    I decided for the first time to take my 11-year-old son to take a night trip by train to Linz, to go and see one of the festivals I dreamed of so much “Ars Electronica Festival“.

    It was an exciting journey,  a unique experience that made me glimpse a road, but I only understood it some time later. For the first time in many years, I tried to understand who I was and what I wanted from life.


    Cecilia Lascialfari – Ars Electronica Center/Ars Electronica Festival – LINZ 6-10 September 2018

    AWE EU 2019

    A few years later I discovered that in October 2019, a great EXPO called “AWE EU” was to be held in Munich on new technologies.

    I have always looked at Virtual Reality with distrust, because I consider it cold compared to the painting techniques I had learned at the Academy of Fine Arts. But I was curious to meet this world and Munich was a perfect opportunity.


    AWE EU Munich 2019 – with a preview of AWE USA 2020, a few months before the start of the Covid-19 pandemic


    I introduced myself to AWE EU Munich as a journalist’s apprentice. At the time I was writing and making videos for a small provincial newspaper with an attempt to enroll in the register of Italian journalists. AWE EU was a truly exciting experience. The approach with all these new technologies, the difficulty of the English language, the events that followed one after the other, and the possibility that the organization of AWE gave me, made me understand that perhaps that was the right path to follow.

    The most particular anecdote of that experience was the interview with Ori Inbar. I hadn’t prepared anything and all of a sudden a spokesperson came to the press office announcing that Ori would soon be available for interviews.

    I prepared 5 questions at the speed of light, in terrible English, aided by Google Translate, and almost holding my breath, I took courage and put myself in the shoes of a real established journalist. At the end of the interview Ori asked me where I would publish that interview and when I told him that it would go to a provincial newspaper, he was a bit surprised and gave me two tips: he wanted me to write in a technology newspaper and that his video was dubbed in Italian and subtitled in Italian.

    You can see the interview with Ori Inbar from 2019 at this link: Realtà Aumentata e Virtuale: Cecilia Lascialfari intervista Ori Inbar durante l’AWE 2019 (Italian Version)


    Ori Inbar during AWE EU Munich 2019 – Photo by Cecilia Lascialfari


    Four years later I realized what Ori Inbar pointed out to me in 2019: ARea6DoF has just become a full-fledged newspaper.

    But it was a long way to get to where I am now. I never prove my age, and everyone attributes me to being about ten years younger. So they treat me as someone who has ten years less experience than me and that bothers me extremely.

    AWE NITE FLORENCE

    You are an organizer of AWE Nite Florence from 2022 and you were at last AWE USA 2022. I was delighted to see there there were many women among the speakers. More than 150 female speakes. Did you find it difficut to organize international events which today are in hybrid form?

    I had a lot of trouble starting to organize international events online. Back from Munich I tried to contact AWE to create a focus on new technologies in Italy. But there had already been an attempt to organize AWE Nite in Italy and for various reasons nothing had started. The previous organizer had moved abroad and I did not live in Milan, the reference city for the industry sector. I asked that the reference city of AWE Nite would become Florence which was my city, a cross between Rome and Milan, outside the industrial circuit and immersed in art, but there were initially many hesitations on the part of the organization.


    AWE Nite Florence – Poster of the events presented by Cecilia Lascialfari and Antony Vitillo


    I was able to involve Antony Vitillo as the organizer of AWE Nite with me. We both wanted AWE Nite to be an event at an Italian level and not geolocated on a single city, but the organization of AWE envisaged that there was a reference city. Italy is a small country compared to the USA. It is the size of a single US state. And the new technologies at the beginning of 2020 were not as widespread on the territory as in America. But the AWE Nite took the name and background of Florence and from there its success began. The art and the beauty have characterized this event all over the world. And each time, the organization of these events requires a lot of commitment from an organizational, graphic and online promotion point of view.


    AWE Nite Florence – Cecilia Lascialfari & Antony Vitillo

    The first AWE Nite Florence was built in January 2021 and to date we have made 9, all of them with great success. Over 30 Italian and foreign professionals were involved during the AWE Nite Florence. They were advertised in the AWE newsletters and published on the AWE youtube channel as well as within the AWE.live application. Find below the list of AWE Nite Florence with titles and reference links.


    AWE Nite Florence – A playlist by ARea6DoF Channel


    AWE Nite Florence continues to be “a work in progress”.

    METAVERSE – VIRTUAL WORLD

    Now we can work and attend events in virtual worlds using web apps on our mobile devices or headset. Doing so we are able to reduce CO2 emissions. Can the metaverse really be sustainable?

    During the last AWE USA 2022 Ori Inbar, he announced a prize for 2023 of $ 100,000 to those who will be able to present the best project in XR for the fight against climate change. Could it be a good incentive for the sector? Or will this be judged as a new publicity stunt?

    I am in contact with many people who are part of the XR community and we often talk about climate change and how much online conferences contribute to reducing the impact on the environment. Sometimes someone raises the question of organizing events in person versus online ones. Why do we continue to hold such expensive and environmentally polluting events in the presence, if they could all be done online, practically zeroing costs and with minimal pollution? I believe the answer to this question lies in the fact that new technologies have not yet made it to the mai stream. The communities that deal with this sector internationally are growing at an impressive rate (AWE, GatherVerse, Virtual World Society, VRARA, to name a few of the most well-known names), but still the common user does not have a headset at home that allows him to experience Virtual Reality in full autonomy. There is still a need to physically approach new technologies. It is not enough to turn into an avatar and join an online conference. We need to know the people with whom we make agreements online, or with whom we carry out projects online in reality and I believe that this necessity necessarily leads to the realization of events in presence. Let’s talk about business and perhaps, only later, about personal friendships.


    MMM GatherVerse.live
    – Opening by Cecilia Lascialfari – July 2022


    As for the “Metaverse” and the use that everyone is making of this word, I bring here a lesson that the web has given me. The word itself was coined by Neal Stephenson, who described it in his book “Snow Crash”, a science fiction novel published in 1992. It was adopted in an elite, nerdy, high-tech environment, but then it reached the mainstream through the Facebook social platform, and was therefore thrown into the hands of ordinary users, when Mark Zuckenberg decided to revive the fortunes of his company (overwhelmed by scandals such as that of Cambridge Analytica in 2018 )  by changing his name and taking the right to have half of the word “Metaverse” how his property.

    Like a hegemon, he announced to the world that “Meta” would be the new name of his group of companies. All this with the aim of improving the fortunes of a platform and of an entire company  declining. Did Mark Zuckerberg succeed in his goal?

    Communities weren’t happy with this announcement. And from that moment, the word Metaverse began to deviate from the golden path in which it was directed. And by the mere fact of not being a word that defined something physically or with strict rules, it was misunderstood and the mainstream started using it as if everything technological could be attributed this terminology.

    Great professionals in the sector immediately moved away from this definition which changed its way of use, finding the “wow” effect linked to advertising marketing and absolutely not wanting to associate this word with their work. But the Main Stream will still prevail.

    Now the word Metaverse is in common language and even if the uses made of it are often wrong, marketing will not give up this definition, as the presentation of something futuristic not well defined, which is linked to the future and to the communities of technology professionals.

    Since that moment the mainstream has known the word “Meta” and has wondered what the “Metaverse” was and a general chaos has begun on the meaning of this word. If “Facebook” is now called “Meta”, if “Meta ” derives from the word “Metaverse” and if I am a Facebook user, then the Metaverse is something close to me. And since there are no rules, the world has begun to attribute the definition of Metaverse to anything, to the irritation of the communities of engineers and developers, fathers of this “word”.

    To conclude this part on sustainability, I am sure that technology has a duty to seek sustainable solutions. We should start thinking differently from how we have always thought, breaking the mold, not looking for solutions to what cannot have solutions but significantly changing the way we approach these things or our way of life. But we should have such a detachment that only those who do not pursue money or the desire to become the “first” and best, will be able to find the solutions that the world needs.

    FLYING INTO THE METAVERSE THROUGH BOOKS & CULTURE

    I read in your LinkedIn profile that you started a new project: “Flying into the metaverse through books & culture” with the aim to open a cultural channel in the metaverse. I’m following it and i find it very interesting. Can you please tell us something more? What the goals?

    “Flying into the Metaverse through books & Culture” is a project that was born in May 2022 in collaboration with AWE aims to highlight the cultural trend already present in the Metaverse, highlighting studies and research carried out by professionals in the XR field who have been working on the development of new technologies and have seen the evolution of the technology sector from when Virtual Reality was still something unknown, to get to the birth of the Metaverse and the approach of these technologies of the highest level, towards the mainstream.


    Flying Into The Metaverse Through Books & Culture – Presentation of the project by Cecilia Lascialfari


    Because if it’s true that technology goes very fast and that news as soon as it comes out on the market in a few seconds becomes something “old”, it’s also true that books and events have been written in this sector and the various communities around the world are developing more and more, with the aim of finally reaching a compromise with the public that still knows this world with.

    I realize that the book is static and the Metaverse is in constant motion, but now there is a part of the history of the XR world, which must be written in the books precisely because it is consolidated and outdated.

    If you think you have left important footprints in the XR sector, write to me in the form that you can see on https://area6dof.com/flying-into-the-metaverse-through-books-and-culture/  and present your research, your book, or your project. Because this is a space that wants to make each of you number one, at least for the duration of a video interview.

    GATHERVERSE JOINS THE PROJECT IN JUNE 2022

    GATHERVERSE with its big community joins the project “Flying into the Metaverse through books & Culture” in June 2022 and helps to guarantee the project.


    GatherVerse.Live – Channel of Cecilia Lascialfari


    IF YOU MISSED THE INTERVIEWS SUBSCRIBE TO THE AREA6DOF YOUTUBE CHANNEL (click on FLYING INTO THE METAVERSE THROUGH BOOKS & CULTURE playlist and watch the video interviews)

    WOMEN

    What role could women play in the construction of the metaverse?

    Women play a great role in building the metaverse. Women have a different point of view of analysis, of vision, of concreteness compared to men. But even in this sector they suffer from an initial judgment that only highlights their aesthetics.

    Women must be women. Women don’t have to be afraid of being themselves.


    Cecilia Lascialfari at AWE USA 2022

    Women need not be afraid to show what they are. They don’t have to stop at aesthetic judgments about their beauty. They must not hide their beauty as women and must demonstrate that in addition to the attractive aspect of being a woman, there is a great work contribution to the XR world.

    There is this belief that the world of technology is made by men for men. Ada Lovelace Byron, Hedy Lamarr, Karen Spärck Jones, Katherine Johnson, Margaret Hamilton, Grace Murray Hopper, Adele Goldberg, Sophie Wilson, Helen Greiner, Anita Borg, Maria Gaetana Agnesi, Fabiola Giannotti, Linda Hill, Samantha Cristoforetti, etc. are just a few names of women who have helped technology get to where it is today.

    A very interesting movement is that of XR Women, born during the Covid 19 pandemic, a movement founded by women, with which I am currently in direct connection. What the women of XR Women are doing is a great job of organizing and helping the women who work in the Metaverse.

    This can be read on their website:
    In the fall of 2020, Karen Alexander, Sarah Klein, Sophia Moshasha, and Julie Smithson set out to fill a gap in the broader XR community.  After a brief planning period, they launched their first XR Women Meeting in November of 2020 in iLRN’s Virbela campus. Much to their surprise, an overwhelming number of women showed up. Those women have become core members and have invested their time, skills, and energy to helping this community grow. Nearly a year later, XR Women is one of the most active, far reaching women’s organizations within the industry. Membership and team continues to grow and they are honored to host an inclusive space for all in the metaverse.”

    There is a long way to go for women in XR, but movements like this certainly speed up the implementation of innovative ideas from women that would otherwise not emerge.

    FOOTSTEPS

    Do you have any advice for women who wish to follow in your footsteps?

    The path that a woman must take to be able to express herself and emerge in society is not easy. The stereotypes of the culture within which we live must be overcome. The world is still a place where the will of men prevails over that of women. Where you fight for the affirmation of yourself and where the ambiguity of being a man or a woman is coming forward in an overwhelming way, in order to be able to break these archaic patterns. I struggled to be able to understand what my path was and above all what my role was. The XR sector is not the first major project in which I participate.

    For 15 years I had the opportunity to get to know Africa, in particular the French Congo (Brazzaville, Pointe Noire). I visited it and lived with my African family (both in Africa and in Italy), in a very empathetic way. I studied Africa during the years in which I deepened my studies in painting at the Academy of Fine Arts and graduated with a thesis that selected some of the best contemporary African artists known nationally and analyzed their art. A 2005 project of mine involved Esther Mahlangu and the Ndebele Women, and involved painting the exterior walls of the former Nelson Mandela Forum. Palazzetto of Florence. The project was carried out in 2005 with contributions from the Municipality of Florence and those of the Nelson Mandela Foundation in South Africa. Today the external walls of the Nelson Mandela Forum in Florence have the colors of South Africa.

    The in-depth knowledge of Africa, of African culture and all the experiences of struggle that I have lived in recent years (social affirmation of people whose diversity was mainly given by the color of their skin, wanting to share my life with an African man, l ‘having had a mulatto child, the little struggle with friends and relatives to affirm my points of view) have stimulated in me a great open-mindedness, free from preconceptions that sees the person for what he is and identifies the different culture as an added value and not as a difficulty.

    When during the pandemic of Covid-19, I realized that paths and possibilities hither to impossible to reach were opening up, (like going physically to America), I changed course and used my research and study experience in a new sector, that of new technologies.

    And I’m only starting to see the fruits of my work now in 2022 after years of work.
    I know people who have been working for over 10 years in this industry, which looks like it is going to explode and hit the mainstream at any moment, but even if this is happening, it happens very slowly and gradually.

    I believe that the right word to pursue in order to go further is “evolution”.
    Never stop, never think that the solution is to make situations static and still.
    Constantly trying to stay in balance helps you shape your knowledge and adapt it to what’s new in your life.

    The sector of new technologies has allowed me to seek an adaptation of my skills and abilities to something that always presents itself with a more advanced development.
    You don’t have time to learn how to use a certain type of technology that you have already passed it.

    So, my most heartfelt advice is not to recline and always have your backpack ready with the essentials to start a new adventure.
    At any moment of our life there can be earthquakes that revolutionize everything.
    But what can be born after an earthquake can be extremely beautiful, as nature itself shows us.

    For everything that happens there is an explanation and for everything that happens (good or bad) there is personal growth.

    Right now the XR sector is the one in which I feel most comfortable, but it is not necessarily the last in which I will stop. I’m definitely trying to learn everything I can, with a lot of respect and humility by comparing myself with professionals who have been studying and working on really important projects for a lifetime.

    I feel very fortunate to have had this growth opportunity.
    And I am grateful for my tumultuous life to be here today writing these words.

    So my advice for women who want to take new paths is just this:
    “Cry if you have to, Breathe, Take care of your interiority and your exteriority, Follow your instincts, Be grateful to your life for taking you where you never thought you’d be able to go (and think that maybe you’re just at the beginning!)”.

    ARTIST

    FROM DRAWING TO THE METAVERSE

    My path is artistic and when I enrolled at the Academy of Fine Arts in Florence, I was given tools with which I could develop my creativity. And to do so, I went through all the manual phases of the artistic sector: drawing, painting, sculpture, engraving.
    After completing the Academy I had to find a job similar to what I had studied and graphics were the new means to give life to my creativity. The study of software, the mouse and digital pens were my new tools, together with the graphic tablets, my new canvases. 

    From Painting to Virtual Reality by Cecilia Lascialfari


    I didn’t fall in love with these new media and instead found a new tool for expression in video editing. The Italian culture that belongs to me is full of content, beauty, poetry and passion. The combination of multiple media with the visual movement of images, including music, led me to deepen the video aspect

    I got to know painting in Virtual Reality, but even today, I remain cold and detached from this medium, because I find that the viewer’s point of view changes.

    Traditional painting leads you to analyze something that the artist wants you to see from a specific point of view: the viewer in front of the painting. VR painting, on the other hand, allows the viewer to enter the painting and look at the image from points of view that were previously not possible. But the way in which the viewer experiences the emotion in looking at the painting is no longer guided by the artist.

    In VR painting the artist loses sight of the viewer who can get to see things that the artist didn’t even know he had created.

    Also, we would need the controllers, which replace brushes in VR, to have a more brush-like shape in reality as well.

    I find that a further step must be taken in the development of VR art before it can satisfy artists who get their hands dirty with colors in reality on a daily basis. But I do not exclude that it is possible to arrive at this too.

    If I enter the world of new technologies it is only because I am looking for a new method that allows me to express my creativity with the emotion that painting a picture in the real world gives me. The move to digital is necessary.

    We must follow the water of the river and experiment with new techniques, always looking for what can give us an extra emotion for our creativity, in the most beautiful and satisfying way possible.

    I don’t have the solution in hand yet, but I’m sure that where I am is an interesting way to go and to be grateful for.

  • Il codice umano e l’AI

    L‘intelligenza artificiale (AI) può avere un impatto significativo sulle attività sociali come la musica oppure sulla scrittura e sull’arte, da sempre considerate esclusive dell’uomo, definito ‘codice umano’ da Marcus Du Sautoy ?

    Ho iniziato ad interessarmi alle applicazioni dell’AI fin dal 2016, quando, dopo aver ascoltato allo IAB lo speech del professor Giuseppe Riva, Direttore di interazione comunicativa e nuove tecnologie dell’Università Cattolica di Milano dedicato all’AI dal titolo “Intelligenza artificiale: l’intelligenza nella realtà”, avevo approfondito casi studio inerenti la musica. Avevo scritto un articolo e citato, ad esempio, MusicNet, un software realizzato da ricercatori dell’Università di Washington e gli esperimenti condotti all’interno del progetto ‘Google Brain’ creato da Google.

    Nel tempo sono stati fatti molti progressi e, come ci dice il matematico Marcus Du Sautoy nel suo libro ‘Il codice della creatività’ (ed. Rizzoli), oggi viviamo a stretto contatto con le macchine.

    Le nostre vite sono completamente dominate dagli algoritmi. Ogni volta che cerchiamo qualcosa su Internet, pianifichiamo un viaggio con il GPS, scegliamo un film raccomandato da Netflix o prendiamo un appuntamento online, siamo diretti da un algoritmo. Gli algoritmi sono la nostra guida nell’era digitale, ma pochi sanno che esistono da migliaia di anni prima dell’avvento dei computer e che stanno al cuore dell’essenza stessa della matematica. ‘ (p.698)

    L’AI non ha sostituito l’uomo, timore che spesso emerge nei convegni e negli articoli che vengono pubblicati nell’ultimo anno, ma lo ha supportato sempre più in attività complesse.

    Giornalismo

    Secondo Du Sautoy ‘l’ambito dove gli algoritmi di scrittura danno il meglio di sé è la trasformzaione di dati grezzi in articoli di giornale.

    L’intelligenza artificiale non prenderà il posto del giornalista o dello scrittore, ma svolge già oggi quei compiti nei quali l’uomo è meno efficiente, come analizzare fonti e verificarle proprio per la sua capacità di processare un numero infinito di dati e scrivere una grande quantità di articoli in tempi molto contenuti.

    Molte redazioni stanno usando gli algoritmi, come leggiamo in ‘Journalism AI – new powers, new responsibilities‘, il rapporto di Polis, think tank della LSE ( London School of Economics and political sciences) e Google News Initiative nel 2019. Si parla di giornalismo automatizzato o robotico. Di che cosa si tratta esattamente? In un articolo di Matteo Monti, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna, pubblicato a marzo 2019 dall’agendadigitale.eu ho letto una definizione molto semplice ed esaustiva che condivido con voi:

    Questo nuovo metodo di produzione di news è basato sulla tecnologia NLG (natural language generation), che permette, in generale, la creazione di giornalismo testuale a partire da un insieme di dati strutturati digitalmente. Una tecnologia, questa, che prevede che un algoritmo raccolga e analizzi i dati in modo indipendente e poi scriva un articolo dagli e sugli stessi. (1)

    Il giornalismo automatizzato opera sia scrivendo e pubblicando autonomamente articoli di cronaca senza l’intervento di un giornalista, sia “collaborando” con un giornalista che può essere incaricato di supervisionare il processo o fornire input per migliorare l’articolo. (2)

    Tornando al rapportoJournalism AI’ di Polis che è stato condotto in 71 agenzie stampa in 37 nazioni emerge che:

    ‘artificial intelligence (AI) is a significant part of journalism already but it is unevenly distributed. AI is giving journalists more power, but with that comes editorial and ethical responsibilities.

    Quali sono i task nei quali l’AI può supportare il giornalismo in futuro? Nel report sono stati evidenziati questi dieci punti:

    Abbiamo parlato di giornalismo, ma quanto l’AI può influenzare anche la musica o l’arte e la scrittura?

    Musica

    Nel campo musicale mi ha incuriosita l’esperimento condotto da Damien Riehl , un legale specializzato in copywright e Noah Rubin, un programmatore. Hanno creato un algoritmo che compone melodie:

    ‘by brute force all mathematically possible melodies and write them to MIDI files. We provided the application with various parameters to mathematically exhaust every popular melody that has ever been — and are mathematically possible. When those MIDI files were written to disk, they were copyrighted automatically. We have also designated all newly created files (to which we have legal rights) to the Creative Commons CC0.

    Il loro obiettivo è quello di proteggere i musicisti ‘from being sued for copying songs they don’t remember hearing.’

    Su Wikipedia leggiamo che MIDI è l’acronimo per:

    Musical Instrument Digital Interface e si indica il protocollo standard per l’interazione degli strumenti musicali elettronici, anche tramite un computer.

    Se desiderate potete vedere il video dello speech che Damien Rieh ha tenuto al TEDx di Minneapolis alla fine dello scorso gennaio e consultare il sito.

    Manga

    Proprio in questi giorni ho letto un articolo su Leganerd.con in cui si parla di Paidon, manga scritto e disegnato da un’intelligenza artificiale. Makoto Tezuka figlio del famoso mangaka Osamu Tezuka, scomparso nel 1989, ha fatto studiare all’AI sessantaquattro opere del padre per creare una storia totalmente ispirata al suo mondo. Ha poi completato il lavoro, i dialoghi e le illustrazioni personalmente.

    Poesia

    E se le poesie fossero scritte dall’intelligenza artificiale? Ho provato un interessante esperimento dell’artista e scenografa londinese, Es Devlin che ha realizzato e messo online nel 2019 PoemPortraits, progetto che combina poesia, intelligenza artificiale e design, creato in collaborazione con Google Arts e Culture e il programmatore Ross Goodwin. Leggiamo sul sito:

    An experiment at the boundaries of AI and human collaboration. Donate a word to become part of an ever evolving collective poem and create your own POEMPORTRAIT.

    Mi sono divertita a giocare con l’algoritmo e ho scelto la parola ‘love’, digitandola nel campo indicato. L’AI ha elaborato ‘on over 20 million words of 19th century poetry is generating your unique POEMPORTRAIT.

    Nello step successivo l’applicazione mi ha chiesto se desidero attivare la fotocamera per realizzare un selfie oppure proseguire con solo testo.

    Foto 1

    Avendo optato per solo testo questa è la poesia creata per me dall’algoritmo. Il verso può essere salvato in .png (foto 2) e scaricato oppure entrare a far parte di un poema collettivo (vedi foto 3)

    Foto 2
    Foto 3

    Ho provato anche a scegliere l’altra opzione ossia a scattare una foto. I versi sono apparsi sul mio ritratto in stile video mapping 3D e lo sfondo poteva essere nei toni del rosso o del blu in modo random.

    Siete curiosi e desiderate provarlo? Ecco il link al sito e di seguito il video su YouTube in cui viene descritto il progetto.

    PoemPortrait era stato presentato già nel 2018 come installazione al Summer Party delle Serpentine Galleries di Londra e aveva riscosso molto successo tanto che, come abbiamo visto, nel 2019 era stato deciso di renderlo disponibile sul web. Potete trovare maggiori informazioni nella video-intervista su YouTube.

    Fonte: https://youtu.be/e-NUHIqmgUI

    Sempre nel 2018 la collaborazione tra il programmatore Ross Goodwin e l’artista Es Devlin aveva dato vita ad un’altra installazione molto particolare come ‘Please Feed The Lions’. Era una scultura interattiva posta in Trafalgar Square a Londra commissionata dal London Design Festival, Google Arts & Culture e The Space. Il leone, realizzato in un rosso fluorescente, ruggiva e, grazie a un algoritmo di deep learning sviluppato da Ross Goodwin, componeva una poesia collettiva generata dalle parole digitate su un tablet dai passanti.

    Perché un leone proprio a Trafalgar Square? Nel 1867 quattro leoni sono stati posti alla base della colonna di Nelson come icone britanniche e Trafalgar Square è stata da sempre considerata un luogo simbolo per meeting politici e raduni. La prima manifestazione importante si tenne nel 1848, con il raduno dei cartisti che chiedevano il suffragio universale.

    Fonte: by karyne.barwick – Instagram

    Come funzionava l’installazione? I passanti erano invitati a dar in pasto al leone una parola a loro scelta digitata su un tablet. Immediatamente il leone ruggiva con la voce ‘imprestata’ dalla vocalist Jade Pybus, mentre sullo schermo posto all’interno delle fauci appariva una strofa generata dalla parola stessa. Come leggiamo nella pagina del sito Google Arts and culture:

    The poetry is generated by an artificial neural network model that has learnt to write by reading millions of words of 19th century poetry. The specific algorithm is known as a long short-term memory (LSTM) recurrent neural network (RNN), and it works by learning to predict the next text character (letter, space, or punctuation) over and over again…’

    Durante il giorno la strofa appariva su uno schermo posto all’interno della bocca del leone e alla sera il poema collettivo veniva proiettato sul leone stesso e sulla colonna di Nelson grazie al video mapping.

    Quale sarà il futuro dell’AI e della scrittura? Riprendiamo ancora il pensiero del matematico Marcus Du Sautoy:

    Il Grande scrittore automatico resta ancora una fantasia umana. […]Ci sono talmente tante storie da raccontare che scegliere quelle degne di essere ascoltate è ancora una sfida; solo un creatore umano comprenderà per quali ragioni un’altra mente umana potrebbe volerlo seguire nel suo viaggio creativo. Senza dubbio, i computer ci assisteranno nel nostro viaggio, ma saranno i nostri telescopi e le nostre macchine da scrivere, non i narratori. ‘ (pag. 4504)

    Nel frattempo le sperimentazioni continuano e sempre più artisti, scrittori e designer realizzano e studiano nuove opere co-create con l’AI o realizzate dall’algoritmo in autonomia. Non resta che stare a guardare come conviverà il codice umano con l’AI e dare un senso al futuro.

    Negli ultimi mesi ho continuato ad approfondire temi legati alla scrittura e all’intelligenza artificiale. Nei prossimi convegni esamineremo insieme altre case studies internazionali che mi hanno interessato e che desidero portare alla vostra attenzione.

    Fonti:

    (1) (2) https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/giornalismo-automatizzato-usi-e-rischi-dellintelligenza-artificiale-nelle-news/

    https://leganerd.com/2020/02/27/paidon-il-manga-scritto-e-disegnato-dallintelligenza-artificiale/

    https://thenextweb.com/neural/2020/02/26/ai-penned-manga-paidon-to-be-published-this-week/

    https://drive.google.com/file/d/1utmAMCmd4rfJHrUfLLfSJ-clpFTjyef1/view

    https://artsexperiments.withgoogle.com/poemportraits?_ga=2.33161846.992826029.1556786810-799000725.1554196893