• Je t’aime moi non plus: AI e le relazioni interpersonali

    Sicuramente ricordate le parole d’amore della famosissima canzone  ‘Je t’aime moi non plus’ di Serge Gainsbourg e Jane Birkin. Ma se al posto di uno dei due amanti ci fosse un chatbot? 

    L’Intelligenza artificiale sta diventando sempre più parte integrante della nostra realtà quotidiana, dagli assistenti personali come Alexa, Google Home al riconoscimento facciale ormai utilizzato dalle aziende del beauty. Se da un lato l’IA facilita la nostra vita dall’altro guida e condiziona molti aspetti delle nostre esperienze. Alcune ricerche stanno indagando l’impatto dell’IA sulle relazioni interpersonali e amorose. In questa realtà distopica poniamoci una domanda:  può un robot provare empatia ed emozioni?

    L’impatto dell’AI sulle relazioni interpersonali

    Come potrà l’IA cambiare lo storytelling e i nostri mondi narrativi? Nella scrittura può già sostituirsi agli umani, partendo semplicemente da codici come nell’opera ‘1 The road’, creata da Ross Goodwin il primo libro scritto da una AI writing machine su una Cadillac in viaggio da New York a New Orleans o creare storie da immagini come realizzato da Ryan Kiros della University of Toronto.

    Le macchine potranno forse sostituire noi storyteller umani, ma non potranno esprimere sentimenti come l’amore. Nel mio studio dedicato alle nuove forme di narrazione nell’epoca post digitale ho letto dell’opera, ‘Lady Chatterley’s Tinderbot‘ , basata sull’utilizzo di Tinder, la famosa app d’incontri e ho deciso d’intervistare l’artista, Libby Heaney.

    Chi è Libby Heaney

    Artista e docente britannica al Royal College of Art dal 2014 con un background in quantum compting, Libby Heaney studia l’impatto delle tecnologie future. Il suo lavoro è stato presentato a Londra (Tate Modern, Victoria and Albert Museum e Christie’s), New York, Peru, e in Europa.

    Nel 2016 ha programmato Lady Chatterley’s Tinderbot, un touchscreen interattivo dove ha avviato una conversazione con ca. 800 utilizzatori anonimi di Tinder, inviando loro estratti tratti dal romanzo, “Lady Chatterley’s Lover” (David Herbert Lawrence – 1928). Un esperimento sull’AI e le relazioni interpersonali che è risultato davvero sorprendente ed è stato presentato in touchscreen in uno spettacolo dal vivo e raccolto in un libro.

    Lady Chatterley's Tinderbot

    Intervista sull’opera ‘Lady Chatterley’s Tinderbot’

    When and why did you decide to use a bot to study the human interaction about love and sex?

    In general I’m interested in how technology effects humans and how we see the world and vice versa. I wanted to make a piece that focused on technology and love and since I’ve used Tinder myself before, I decided to think about how Tinder has changed the way we find love and sex and intimacy. I was reading Lee MacKinnon’s Tinderbot Bildungsroman and Love Machines in e-flux journal, which inspired me to use a bot to explore human interaction with love and sex. After more research, I found out that Tinderbots were often gendered and used to in the aid of capitalism (‘hot women’ guiding people to porn sites and even a Tesco survey).

    How long did the study last? How many users were involved?

    I had three Tinderbots running on Tinder over the course of about a year 2016-2017. They spoke to just over 800 people mostly around the London area where I live, but also around Oxford & Berlin when I traveled there.

    Can human and machine come together to live a new form of love?

    My work was about how romantic codes are shifted due to various technologies disseminating the codes. I how love and sex function in a pre-digital technology – the literary novel – and the same with a post-digital technology – Tinder. I created three Tinderbots based on characters from Lady Chatterley’s Lover, Lady Chatterley, Mellors (the game keeper who LC has an affair with) and Clifford (Lady Chatterley’s husband who she cheats on). These agents spoke to people on Tinder using only dialogue from the novel. The human’s on Tinder were either surprised, played along or ignored this unusual style of messaging. I wasn’t really looking for a new form of love in the work, but rather wanted to point out the resonances and dissonances between old and new romantic codes that are propagated through technology.

    What’s the funniest answer you received?

    There’s lots of funny answers. You can see the pdf of some responses on my website. The point is that while the work is funny in part, it can also shows humanity as being lonely, sad and vulnerable.

    What do you think about the future of love and sex? Will we meet just online? 

    I think there as with most actions in life now, there will be a hybrid online/offline approach. It might be that we all have a bot based on our data from other websites (like FAcebook) that sits on dating apps and initiates contact with other people’s bots on our behalves. Perhaps when our bot finds someone who we might really like or fancy, it will alert us and then the humans will step in.

    L’AI potrà cambiare la nostra narrazione e le relazioni interpersonali? Sicuramente sta avendo un impatto importante in settori innovativi e tradizionali: dal customer service al recruiting e tutto il settore delle risorse umane. Quanto impatterà sull’amore? Difficile dirlo al momento.

    Nota: Articolo originariamente pubblicato in ‘Narrability Journal’ Semestrale di divulgazione scientifica sulle Scienze della Narrazione dell’Osservatorio di Storytelling.

    Fonti:

    sito http://libbyheaney.co.uk/

    Link utili

  • Il codice umano e l’AI

    L‘intelligenza artificiale (AI) può avere un impatto significativo sulle attività sociali come la musica oppure sulla scrittura e sull’arte, da sempre considerate esclusive dell’uomo, definito ‘codice umano’ da Marcus Du Sautoy ?

    Ho iniziato ad interessarmi alle applicazioni dell’AI fin dal 2016, quando, dopo aver ascoltato allo IAB lo speech del professor Giuseppe Riva, Direttore di interazione comunicativa e nuove tecnologie dell’Università Cattolica di Milano dedicato all’AI dal titolo “Intelligenza artificiale: l’intelligenza nella realtà”, avevo approfondito casi studio inerenti la musica. Avevo scritto un articolo e citato, ad esempio, MusicNet, un software realizzato da ricercatori dell’Università di Washington e gli esperimenti condotti all’interno del progetto ‘Google Brain’ creato da Google.

    Nel tempo sono stati fatti molti progressi e, come ci dice il matematico Marcus Du Sautoy nel suo libro ‘Il codice della creatività’ (ed. Rizzoli), oggi viviamo a stretto contatto con le macchine.

    Le nostre vite sono completamente dominate dagli algoritmi. Ogni volta che cerchiamo qualcosa su Internet, pianifichiamo un viaggio con il GPS, scegliamo un film raccomandato da Netflix o prendiamo un appuntamento online, siamo diretti da un algoritmo. Gli algoritmi sono la nostra guida nell’era digitale, ma pochi sanno che esistono da migliaia di anni prima dell’avvento dei computer e che stanno al cuore dell’essenza stessa della matematica. ‘ (p.698)

    L’AI non ha sostituito l’uomo, timore che spesso emerge nei convegni e negli articoli che vengono pubblicati nell’ultimo anno, ma lo ha supportato sempre più in attività complesse.

    Giornalismo

    Secondo Du Sautoy ‘l’ambito dove gli algoritmi di scrittura danno il meglio di sé è la trasformzaione di dati grezzi in articoli di giornale.

    L’intelligenza artificiale non prenderà il posto del giornalista o dello scrittore, ma svolge già oggi quei compiti nei quali l’uomo è meno efficiente, come analizzare fonti e verificarle proprio per la sua capacità di processare un numero infinito di dati e scrivere una grande quantità di articoli in tempi molto contenuti.

    Molte redazioni stanno usando gli algoritmi, come leggiamo in ‘Journalism AI – new powers, new responsibilities‘, il rapporto di Polis, think tank della LSE ( London School of Economics and political sciences) e Google News Initiative nel 2019. Si parla di giornalismo automatizzato o robotico. Di che cosa si tratta esattamente? In un articolo di Matteo Monti, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna, pubblicato a marzo 2019 dall’agendadigitale.eu ho letto una definizione molto semplice ed esaustiva che condivido con voi:

    Questo nuovo metodo di produzione di news è basato sulla tecnologia NLG (natural language generation), che permette, in generale, la creazione di giornalismo testuale a partire da un insieme di dati strutturati digitalmente. Una tecnologia, questa, che prevede che un algoritmo raccolga e analizzi i dati in modo indipendente e poi scriva un articolo dagli e sugli stessi. (1)

    Il giornalismo automatizzato opera sia scrivendo e pubblicando autonomamente articoli di cronaca senza l’intervento di un giornalista, sia “collaborando” con un giornalista che può essere incaricato di supervisionare il processo o fornire input per migliorare l’articolo. (2)

    Tornando al rapportoJournalism AI’ di Polis che è stato condotto in 71 agenzie stampa in 37 nazioni emerge che:

    ‘artificial intelligence (AI) is a significant part of journalism already but it is unevenly distributed. AI is giving journalists more power, but with that comes editorial and ethical responsibilities.

    Quali sono i task nei quali l’AI può supportare il giornalismo in futuro? Nel report sono stati evidenziati questi dieci punti:

    Abbiamo parlato di giornalismo, ma quanto l’AI può influenzare anche la musica o l’arte e la scrittura?

    Musica

    Nel campo musicale mi ha incuriosita l’esperimento condotto da Damien Riehl , un legale specializzato in copywright e Noah Rubin, un programmatore. Hanno creato un algoritmo che compone melodie:

    ‘by brute force all mathematically possible melodies and write them to MIDI files. We provided the application with various parameters to mathematically exhaust every popular melody that has ever been — and are mathematically possible. When those MIDI files were written to disk, they were copyrighted automatically. We have also designated all newly created files (to which we have legal rights) to the Creative Commons CC0.

    Il loro obiettivo è quello di proteggere i musicisti ‘from being sued for copying songs they don’t remember hearing.’

    Su Wikipedia leggiamo che MIDI è l’acronimo per:

    Musical Instrument Digital Interface e si indica il protocollo standard per l’interazione degli strumenti musicali elettronici, anche tramite un computer.

    Se desiderate potete vedere il video dello speech che Damien Rieh ha tenuto al TEDx di Minneapolis alla fine dello scorso gennaio e consultare il sito.

    Manga

    Proprio in questi giorni ho letto un articolo su Leganerd.con in cui si parla di Paidon, manga scritto e disegnato da un’intelligenza artificiale. Makoto Tezuka figlio del famoso mangaka Osamu Tezuka, scomparso nel 1989, ha fatto studiare all’AI sessantaquattro opere del padre per creare una storia totalmente ispirata al suo mondo. Ha poi completato il lavoro, i dialoghi e le illustrazioni personalmente.

    Poesia

    E se le poesie fossero scritte dall’intelligenza artificiale? Ho provato un interessante esperimento dell’artista e scenografa londinese, Es Devlin che ha realizzato e messo online nel 2019 PoemPortraits, progetto che combina poesia, intelligenza artificiale e design, creato in collaborazione con Google Arts e Culture e il programmatore Ross Goodwin. Leggiamo sul sito:

    An experiment at the boundaries of AI and human collaboration. Donate a word to become part of an ever evolving collective poem and create your own POEMPORTRAIT.

    Mi sono divertita a giocare con l’algoritmo e ho scelto la parola ‘love’, digitandola nel campo indicato. L’AI ha elaborato ‘on over 20 million words of 19th century poetry is generating your unique POEMPORTRAIT.

    Nello step successivo l’applicazione mi ha chiesto se desidero attivare la fotocamera per realizzare un selfie oppure proseguire con solo testo.

    Foto 1

    Avendo optato per solo testo questa è la poesia creata per me dall’algoritmo. Il verso può essere salvato in .png (foto 2) e scaricato oppure entrare a far parte di un poema collettivo (vedi foto 3)

    Foto 2
    Foto 3

    Ho provato anche a scegliere l’altra opzione ossia a scattare una foto. I versi sono apparsi sul mio ritratto in stile video mapping 3D e lo sfondo poteva essere nei toni del rosso o del blu in modo random.

    Siete curiosi e desiderate provarlo? Ecco il link al sito e di seguito il video su YouTube in cui viene descritto il progetto.

    PoemPortrait era stato presentato già nel 2018 come installazione al Summer Party delle Serpentine Galleries di Londra e aveva riscosso molto successo tanto che, come abbiamo visto, nel 2019 era stato deciso di renderlo disponibile sul web. Potete trovare maggiori informazioni nella video-intervista su YouTube.

    Fonte: https://youtu.be/e-NUHIqmgUI

    Sempre nel 2018 la collaborazione tra il programmatore Ross Goodwin e l’artista Es Devlin aveva dato vita ad un’altra installazione molto particolare come ‘Please Feed The Lions’. Era una scultura interattiva posta in Trafalgar Square a Londra commissionata dal London Design Festival, Google Arts & Culture e The Space. Il leone, realizzato in un rosso fluorescente, ruggiva e, grazie a un algoritmo di deep learning sviluppato da Ross Goodwin, componeva una poesia collettiva generata dalle parole digitate su un tablet dai passanti.

    Perché un leone proprio a Trafalgar Square? Nel 1867 quattro leoni sono stati posti alla base della colonna di Nelson come icone britanniche e Trafalgar Square è stata da sempre considerata un luogo simbolo per meeting politici e raduni. La prima manifestazione importante si tenne nel 1848, con il raduno dei cartisti che chiedevano il suffragio universale.

    Fonte: by karyne.barwick – Instagram

    Come funzionava l’installazione? I passanti erano invitati a dar in pasto al leone una parola a loro scelta digitata su un tablet. Immediatamente il leone ruggiva con la voce ‘imprestata’ dalla vocalist Jade Pybus, mentre sullo schermo posto all’interno delle fauci appariva una strofa generata dalla parola stessa. Come leggiamo nella pagina del sito Google Arts and culture:

    The poetry is generated by an artificial neural network model that has learnt to write by reading millions of words of 19th century poetry. The specific algorithm is known as a long short-term memory (LSTM) recurrent neural network (RNN), and it works by learning to predict the next text character (letter, space, or punctuation) over and over again…’

    Durante il giorno la strofa appariva su uno schermo posto all’interno della bocca del leone e alla sera il poema collettivo veniva proiettato sul leone stesso e sulla colonna di Nelson grazie al video mapping.

    Quale sarà il futuro dell’AI e della scrittura? Riprendiamo ancora il pensiero del matematico Marcus Du Sautoy:

    Il Grande scrittore automatico resta ancora una fantasia umana. […]Ci sono talmente tante storie da raccontare che scegliere quelle degne di essere ascoltate è ancora una sfida; solo un creatore umano comprenderà per quali ragioni un’altra mente umana potrebbe volerlo seguire nel suo viaggio creativo. Senza dubbio, i computer ci assisteranno nel nostro viaggio, ma saranno i nostri telescopi e le nostre macchine da scrivere, non i narratori. ‘ (pag. 4504)

    Nel frattempo le sperimentazioni continuano e sempre più artisti, scrittori e designer realizzano e studiano nuove opere co-create con l’AI o realizzate dall’algoritmo in autonomia. Non resta che stare a guardare come conviverà il codice umano con l’AI e dare un senso al futuro.

    Negli ultimi mesi ho continuato ad approfondire temi legati alla scrittura e all’intelligenza artificiale. Nei prossimi convegni esamineremo insieme altre case studies internazionali che mi hanno interessato e che desidero portare alla vostra attenzione.

    Fonti:

    (1) (2) https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/giornalismo-automatizzato-usi-e-rischi-dellintelligenza-artificiale-nelle-news/

    https://leganerd.com/2020/02/27/paidon-il-manga-scritto-e-disegnato-dallintelligenza-artificiale/

    https://thenextweb.com/neural/2020/02/26/ai-penned-manga-paidon-to-be-published-this-week/

    https://drive.google.com/file/d/1utmAMCmd4rfJHrUfLLfSJ-clpFTjyef1/view

    https://artsexperiments.withgoogle.com/poemportraits?_ga=2.33161846.992826029.1556786810-799000725.1554196893