Le storie riprendono nel mondo social VR. Avete seguito il mio progetto fin dall’inizio? Se desiderate saperne di più potete leggere la presentazione al link. Questa volta incontriamo una travel blogger, Bruna Picchi che sul web e in Altspace VR ha adottato il nickname Athena. Ci siamo conosciute grazie a The Pyramid Cafè e spesso ci siamo ritrovate agli eventi, condividendo interessi per i social e il turismo. Da tempo seguo il suo ‘Il mondo di Athena Blog‘ dove parla di: ‘racconti di viaggio, consigli di lettura e scrittura sul web e blogging, ossia contenuti speciali per chi vuole essere blogger e web writer’.
Il 25 marzo scorso ha tenuto uno speech dal titolo ‘Travel blogger ai tempi del Covid-19‘ nel quale ha illustrato come l’attività del travel blogger abbia dovuto evolvere durante il periodo della pandemia, causa lockdown, azzeramento dei viaggi, timore del contagio. Non si è fermata, ma ha trovato nuove espressioni per aiutare a superare il periodo d’incertezza e ritrovare, sognando, il desiderio di viaggiare.
Chi è Bruna Athena Picchi
Bruna Picchi è una web copywriter, una travel blogger e social media strategist. Nel suo blog scrive della sua attività: ‘In altre parole, scrivo testi per il web e mi prendo cura delle strategie di comunicazione digitale per aziende e professionisti.’
La storia di Athena
Scopriamo insieme come Athena si è avvicinata ai mondi di social VR e alla realtà virtuale. Come può essere utile la VR a una travel blogger? L’ho intervistata per voi.
L’intervista
Ciao Bruna ci racconti come e quando ti sei avvicinata alla VR?
Ciao Simonetta, sono molto contenta di essere tua ospite!
Mi sono avvicinata alla VR durante il primo lockdown, decretato a causa della pandemia da Covid-19, nella primavera del 2020.
Conoscevo da tempo l’esistenza dei metaversi e dell’utilizzo della VR in diversi contesti, ma non mi ci ero mai accostata. Non è stato così per diffidenza, ma molto più banalmente perché non ne avevo avuto mai occasione. E poi l’occasione è arrivata.
Sei una travel blogger che frequenta assiduamente e con passione il social VR. Come utilizzare al meglio questi mondi?
I mondi virtuali sono un valido strumento per conoscere persone e altre realtà – quelle analogiche, per capirci.
Sono mondi “democratici”, perché chiunque può accedervi. Si conoscono persone con le quali si condividono interessi o che si dedicano ad attività completamente differenti alle nostre.
In ogni caso, entrare in un metaverso significa avere un ulteriore varco di accesso alla Conoscenza. Per me questo è un elemento di grande valore.
In VR si possono “vedere” anche luoghi che appartengono al mondo in cui viviamo in carne e ossa, e questo può essere una grande opportunità per chi non può o non vuole spostarsi.
Tuttavia, e qui parlo da persona che ama viaggiare, non è solo la possibilità di visitare diversamente città e nazioni che mi entusiasma. Mi alletta il confronto a proposito delle esperienze vissute, quindi la trasmissione del sapere.
È un po’ quel che credo debba essere il file ultimo e forse più nobile di un travel blog come il mio: non offrire, banalmente, consigli (un po’ stento a crederlo ma è così: i lettori desiderano sapere cosa fare, dove e come), ma raccontare esperienze e creare lo spazio giusto per discuterne.
Utilizzi altre piattaforme oltre ad AltspaceVR?
Ad ora no, purtroppo, anche perché non sono ancora adeguatamente attrezzata. Quando avrò le tecnologie adatte, di sicuro sperimenterò altre piattaforme.
Durante il tuo speech a MagicFlute Show hai parlato del mestiere di travel blogger e il digitale. Quali sono, a tuo parere, le opportunità che la realtà virtuale e soprattutto il video 360° possono offrire ai racconti di viaggio?
Quando la realtà virtuale vedrà una maggiore partecipazione dell’utenza italiana (scrivo solo in italiano), essa permetterà di fare un’esperienza che altro non è che l’estensione, più vivida, del racconto di viaggio.
Questa narrazione potenziata dei luoghi potrebbe davvero fare la differenza, quando un lettore deciderà se visitare o meno un luogo. A maggior ragione, penso, dovrebbero essere proprio le destinazioni turistiche a doversi dedicare allo storytelling con il supporto della VR.
Che cosa consiglieresti di sperimentare ai tuoi colleghi?
Consiglierei di familiarizzare con le piattaforme e, perché no, proprio a partire da Altspace, che è piuttosto semplice. Li inviterei a partecipare agli appuntamenti che siamo soliti darci con una certa regolarità, per poi partire tutti insieme in un bel tour di esplorazione dei mondi.
La VR va per forza provata, altrimenti, al riguardo, si parla solo a vanvera.
Hai già creato itinerari con contenuti in 360°?
Non l’ho fatto, ma in futuro vorrei creare la mia galleria per portare le persone nei luoghi che ho più amato.
Quali programmi hai per il prossimo futuro?
Chiaramente, il grosso delle mie energie è riservato al mio lavoro di web writer.
Tuttavia, dopo lo scorso inverno trascorso per lo più in casa, mi sto godendo la mia città e la mia regione. Ho intenzione di raccontarli il più possibile, attraverso il blog: non è solo un piacere, è proprio una vocazione.
Per forza di cose, ciò mi “costringe” a considerare quanta reale necessità esiste di narrare i luoghi attraverso nuovi e più potenti linguaggi. Ecco, nel mio piccolo mi piacerebbe diffondere l’idea che lo storytelling è più di una parola che va di moda, ma un modo per valorizzare e promuovere i luoghi, portarvi nuovi visitatori e riportarvi i cittadini, e creare valore per tutti.