• Raccontare un convegno: quali storytool o platform?

    Come raccontare un convegno, rendendolo indimenticabile? Spesso ho l’occasione di partecipare a meeting nazionali e internazionali e, come storyteller, sono chiamata a collaborare al social media team. Normalmente la mia attività non si esaurisce nel livetweeting,  pur importante dal punto di vista dell’engagement, ma verte soprattutto nell’accompagnare il lettore nel rivivere l’evento e tener vivi i ricordi.

    Accanto a post ed articoli sui temi trattati dai relatori amo utilizzare piattaforme e tools narrativi per esprimere attraverso immagini, video e testi il mood che si viveva e respirava nelle giornate del convegno.

    Credits foto: Sabrina Gazzola photographer

    Quali sono i media che consiglio?  Come sapete da anni studio e sono tester di alcune piattaforme e amo dialogare con i responsabili marketing e CEO per meglio comprendere ed utilizzare i tools stessi.

    Ne ho sperimentati molti e la mia scelta si orienta soprattutto su tre che sono totalmente gratuiti: Moments, Wakelet e Steller.

    L’ordine non è casuale, perché, anche se tutti consentono di raccogliere, rielaborare e condividere contenuti, sono citati in base alla complessità e completezza: dal più easy al più completo.

    Senza l’utilizzo di codici e in modo molto guidato e immediato, sono le piattaforme ideali per convegni, concerti, mostre e qualunque evento che possa essere narrato con immagini, video e testi.

     

    Vediamoli nel dettaglio per capire le specificità e l’utilizzo di ciascuna piattaforma.

    Moments

    Considerato lo strumento narrativo di Twitter, Moments è un aggregatore di tweet da desktop ed è arrivato in Italia a settembre 2016, dopo ca. un anno dal lancio da parte dei creatori.

    Viene definito come:

    curated stories about what’s happening around the world—powered by Tweets.

    Per creare un Momento accedete direttamente dal vostro profilo, cliccando su ‘Momenti’, si aprirà quindi una sezione nella quale trovate tutte le storie create e pubblicate. Mentre sul lato destro vi apparirà un box per creare una nuova storia ‘Crea un Momento’.

    Una volta online è possibile editare, condividere con Twitter, copiare il link ed embeddare nel proprio sito. Potete anche visualizzare le metriche di interazione per uno specifico Moment su twitter.com.

    Da qualche mese non è più disponibile la versione mobile su iOS e Android per la creazione dei Momenti. Per approfondimenti potete consultare l’assistenza di Twitter al link o il breve tutorial da me pubblicato al link.

    Wakelet

    Wakelet è una piattaforma  di content curation, disponibile in versione desktop e mobile (sia iOS che Android)Viene definita sul sito:

     The best way to share and collect content.

    Il Wake, ossia la raccolta, è a tutti gli effetti una pagina web in cui i testi e gli elementi multimediali che sono stati scelti e incorporati possono essere visualizzati come flusso, magazine, griglia.

    Si è posizionata sul mercato come una valida alternativa a Storify, piattaforma molto utilizzata dai twitteri che ha annunciato la chiusura nel dicembre 2017 e da maggio 2018 non ha più consentito di condividere contenuti di Twitter e IG e livetweeting.

    Inizialmente Wakelet ha attuato una politica molto interessante: oltre a far creare nuove narrazioni, ha permesso d’importare quelle già create e pubblicate da Storify, fornendo un servizio molto utile. Le storie non andavano perse per sempre nel web, ma erano catalogate e conservate nella nuova piattaforma. Sono all’interno di una community, nella quale è possibile seguire le storie di altri membri e da pochi giorni è consentito copiare le collection di altri e integrarle con propri link, testi e immagini.

    Vediamo come si può creare una narrazione step by step:

    • dare un titolo alla collezione
    • scegliere un’immagine della cover o di sfondo (se si desidera)
    • link a risorse presenti sul web (articoli, video, immagini, mappe, pdf)
    • scegliere tra diversi Layout per presentare le collezioni: media view, compacted view e grid view.
    • collegare la piattaforma al proprio account di Twitter e fare una ricerca per account o per hashtag e andare a selezionare i tweet desiderati.  È possibile anche fare un’upload dei primi 50 tweet che la piattaforma mostra in automatico. Non ve lo consiglio, in quanto potrebbero essere inseriti anche tweet non relativi al tema da voi scelto.
    • rileggere tutti i tweet raccolti e operare una scelta, eliminando i doppioni e conservando quelli più chiari per un lettore che non abbia avuto modo di partecipare.

    Potete aggiungere anche tweet singoli, cancellare e posizionare ogni item.

    Una volta creata la storia può essere salvata sotto forma di bozza e, dopo la pubblicazione sulla piattaforma, condivisa creando un QRcode, oppure embeddata sul sito o sul blog o semplicemente condivisa con i maggiori social network.

    Per rendere più ricca la narrazione inserite del testo tra un tweet o blocchi di tweet che spieghi il contesto e fornisca maggiori informazioni sul tema o sull’evento.

    Nel racconto di un convegno è molto importante non fare solo una raccolta cronologica di tweet, ma aggiungere osservazioni, sensazioni, approfondimenti. In poche parole vi consiglio di rielaborare le informazioni e non limitarvi a copiare e incollare link.

    Personalizzando la raccolta di contenuti si consente:

    • a chi ha partecipato di ricordare e rivivere i momenti più coinvolgenti o attimi che ha perso per qualche motivo
    • a chi ha letto solo il livetweeiting o non era a conoscenza dell’evento di avere una panoramica approfondita, di comprendere l’atmosfera che si respirava nella giornata
    • di citare i relatori e le aziende sponsor, dando importanza al ruolo da loro ricoperto durante il convegno.

    Steller

    Steller è un’applicazione mobile che si presenta sottoforma di sfogliabile e permette di realizzare delle storie molto creative. Creata da Mombo Labs, viene lanciata a marzo 2014 e lo stesso anno vince il premio “Apple Best of 2014 App”.

    È un vero e proprio tool narrativo di visual storytelling e consente di raccontare storie visive attraverso testi, immagini e video, creando engagement con il pubblico e la numerosa community internazionale.

    Le storie sono editabili solo da mobile, ma visibili anche da desktop in piccolo formato. Gli step da seguire sono molto semplici:

    • scegliere tra un’ampia selezione di templates dedicati a tematiche specifiche
    • procedere all’upload di foto (fino a 20 immagini per ogni upload) dalla galleria del vostro smartphone e/o di video in mp4.
    • completare il racconto con pagine di testo
    • inserire link a siti, a Vimeo e YouTube.
    • salvare la bozza
    • pubblicare sulla piattaforma e condividere in rete.

    I racconti pubblicati nella community, possono essere condivisi sui maggiori social media ed embeddati sul sito o sul blog del brand per aumentare il coinvolgimento del pubblico e dei followers. Con Steller è possibile aumentare l’amplification e l’engagement con l’audience dei social media.

    Al momento le metriche disponibili riguardano solo i like, ma a settembre 2018 il marketing ha avvisato gli utenti dell’arrivo imminente di nuovi insights che consentono di rendere più efficace la piattaforma. Tante novità sono già state introdotte, come ad esempio, la possibilità di includere music nelle storie, la creazione di Humans of Steller, una selezione di top users e community leaders a livello mondiale e il progetto di organizzare meetup a livello locale per conoscersi offline.

    Case Study

    Volete avere un’idea precisa di come raccontare un convegno sulle piattaforme? Possiamo esaminare insieme una case history molto recente, relativa all’evento GammaForum che si è svolto il 15 novembre a Milano c/o la sede de Il Sole 24 Ore.

    Si tratta della 10a edizione dell’evento internazionale sull’imprenditoria giovanile e femminile in collaborazione con la Commissione Europea e sotto l’Alto Patronato del Parlamento Europeo. Oltre ad aver collaborato con i colleghi del social media team live durante la giornata del convegno ho realizzato un Momento della mattinata e raccontato il livetweeting. Dal momento che la giornata è stata molto ricca di panel con relatori di grande importanza a livello nazionale e internazionale ho deciso di suddividere il racconto del convegno in due Wake distinti:

    • uno per la mattinata durante la quale sono stati assegnati il Premio GammaDonna e quelli QVC Next Award per il prodotto più innovativo e Giuliana Bertin Communication Award assegnato da Valentina e Marco Parenti dall’Agenzia Valentina Communication in ricordo della fondatrice.
    • uno per il pomeriggio dedicato a molti panel sull’impresa di domani: coesiva, aperta al mondo e all’innovazione

    Ecco i link a  Twitter MomentSteller e ai Wake:

     

    Photo by rawpixel on Unsplash

  • Storytools o platforms? Quali scegliere in un mercato in trasformazione?

    Nel 2013 e in particolar modo durante il 2014 sono nati molti storytools dedicati alla comunicazione narrativa basati su foto e video con caratteristiche a volte molto simili. Il 2016 è un anno significativo per il mercato, perché abbiamo visto grande fermento. Se da un lato Steller e Pixotale stanno ampliando il loro mercato e Adobe ha trasformato le app in una piattaforma vera e propria con una sezione dedicata alla social graphics, alcune app storiche hanno ‘chiuso i battenti’.

    I primi segnali sono comparsi nel mese di giugno quando i CEO di Storehouse hanno annunciato lo ‘shutdown’. Sempre nell’estate abbiamo assistito alla chiusura di Thematic e Voicemap per arrivare a ieri quando abbiamo appreso l’intenzione di Twitter di abbandonare il progetto ‘Vine‘ nei prossimi mesi. Leggete l’annuncio nel blog su Medium.

    Stessa evoluzione ha colpito anche le platforms. Ricordate la ‘platform battle’ tra Meerkat e Periscope? E’ di una settimana fa la comunicazione di Meerkat che ha deciso di abbandonare i live broadcast per nuove attività.

    Queste decisioni mi colpiscono profondamente dal punto di vista sia umano sia professionale, in quanto, come ho segnalato durante il mio speech a Mashable Social Media Day del 21 ottobre scorso, la situazione del mercato è sempre più ‘liquida’ e la scelta è complessa anche dal punto di vista marketing. Un commento letto recentemente su Linkedin mi trova particolarmente d’accordo:

    Change appears to be the only constant on the Internet and social media.

    Altro elemento interessante da valutare è la spasmodica rincorsa tra le piattaforme che porta a una sempre maggiore riduzione di specificità. Ripercorriamo insieme le novità dell’estate 2016:

    • maggio Facebook lancia Facebook Live, live video streaming service che consente di girare video live dal mobile direttamente nelle News Feed
    • 2 Agosto nasce Instagram Stories. Si possono condividere foto e video in formato slideshow, creando una storia con testo e emoij nello stile Snapchat.
    foto ansa.it

    Whatsapp (Credit: Uff. st.)

    Proprio su questo tema potete leggere su ansa.it che ‘dopo Messenger, anche Whatsapp insegue Snapchat.

    La chat “verde” ha infatti annunciato nuove funzioni della fotocamera che consentono di scrivere, disegnare e aggiungere emoji su foto e video così da personalizzarli. […] Oltre a Whatsapp, sulla scia di Snapchat c’è anche Messenger, l’altra chat di Facebook. La funzione Messenger Day, in fase di test in Polonia, permette di condividere foto e video che si autoeliminano nel giro di 24 ore, proprio come il rivale.

    Ma, allora, dove sta la novità? Una platform è sempre più simile ad un’altra.

    Dobbiamo quindi rassegnarci ad utilizzare tutti le stesse platforms e social media in una totale omologazione? E le campagne adv saranno solo più appannaggio di Facebook? Assolutamente no.

    Il mio suggerimento è non adattarci a scelte predeterminate e quindi utilizzare tutti gli stessi social media e platforms, ma differenziarci, basando le nostre scelte sulle ‘personas’.

    Non aspettiamoci una ricetta magica, ma ricordiamo il principio di Seth Godin della ‘Purple Cow‘: ‘ Le P tradizionali come prezzo, promozione, pubblicità, posizionamento e altre che gli uomini di marketing usano non funzionano più. Oggi, all’elenco, c’è da aggiungere un’altra P: quella di Purple Cow, la Mucca Viola.[…].’

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    Come possiamo distinguerci in un mondo tutto ‘marrone’? Scegliendo anche storytools innovativi e utilizzando le platforms in modo differente.

    La fase di ascolto del brand diventa quindi prioritaria, così come capire dove le nostre personas si trovano per scambiarsi opinioni e condivisioni. Comprendere i loro gusti, i loro desideri e attivare i famosi ‘neuroni a specchio’ in modo da coinvolgere attivamente nella nostra storia.

     

    Le parole chiave da tenere sempre più presenti, sono tre:

    • sperimentazione. Non abbiamo paura di metterci in gioco, testando nuovi storytools e platforms,  così come stanno facendo i luxury brands di moda.
    • misurazione con le analytics. Solo la misurazione del sentiment ci permetterà di decidere quali siano le platforms più adatte a coinvolgere il nostro pubblico o ad ingaggiarne uno nuovo.
    • call to action. Utilizziamo sapientemente le call to action, creando un ‘puzzle’ ideale tra storytools, media e platforms.

    Resta quindi fondamentale la strategia digital che deve essere pensata con cura prima di avventurarsi nella creazione di un account su tools, platforms o social media. Ho individuato 7 punti che consiglio ai miei clienti, in particolar modo startups. Se desiderate saperne di più potete approfondire, consultando le slides del mio speech tenuto a SMAU Milano che trovate nella sezione ‘Workshop & Speeches’ del sito.

    slide di speech SMAU Milano