• Scoprire le botteghe di San Salvario: Press tour 2019


    Per il secondo anno ho partecipato al press tour organizzato dal Festival del giornalismo alimentare e dalla Camera di Commercio di Torino (Maestri del Gusto) alla scoperta delle botteghe storiche di Torino. Il ritrovo con gli altri giornalisti e foodblogger è alle 8:45 davanti al Mercato di San Salvario e precisamente al Caffè Orso in via Berthollet.

    Arriviamo alla spicciolata e iniziamo le presentazioni. Siamo originari di varie zone d’Italia, tutti desiderosi di conoscere il quartiere e alcuni Maestri di Torino. Ci attendono Daniela Fenoglio della Camera di commercio (Maestri del Gusto) e Antonella Ghio del Festival del Giornalismo Alimentare oltre alla guida Bogianen. 

    Quest’anno la scelta dei blog tour era molto varia e, devo ammettere, di essere stata un po’ indecisa tra le proposte dentro e fuori Torino. Il desiderio di scoprire angoli della città che non frequento abitualmente ha prevalso.

    Il percorso

    I locali da visitare sono molto vicini, addirittura attigui e durante la visita scopriamo che hanno creato una buona sinergia tra di loro in ottica di co-marketing: organizzano e partecipano ad eventi comuni e alcuni sono molto attivi anche sui social media.

    Le botteghe storiche

    Si parte dal Caffè Laboratorio Orso in via Berthollet. Un locale con un’atmosfera un po’ fuori dal tempo, con carta da parati e tazzine diverse una dall’altra. Chi mi conosce bene sa che colleziono tazzine da caffè che acquisto in mercatini in Italia e all’estero, quindi sono incuriosita e al contempo incantata dall’ambiente.

    <Mi sono ispirato a locali che ho conosciuto all’estero> racconta il proprietario che vuole diffondere a Torino la cultura del caffè, proponendo anche corsi di degustazione per appassionati o semplici sperimentatori. Durante la visita scopriamo un po’ di storia:

    • la Giuliano Caffè di Caluso era stata fondata nel 1950 da Michele Giuliano Albo
    • il caffè Orso si trova nei locali che prima ospitavano un laboratorio di un restauratore di mobili.
    • il nome e il logo del locale deriva dall’immagine di una sciamana, una donna che indossa una testa d’orso e sul fondo delle tazzine è disegnato un numero che può essere letto e interpretatao secondo i ‘Fondi di verità’ appesi all’ingresso del locale.

    Si prosegue il tour alla panetteria Ficini dove il proprietario ci narra della sua ricerca sulle farine antiche e sui pani ricchi di fibra senza lievito e pasta madre. Dolci di ogni tipo, pizze e pizzette occhieggiano dagli scaffali e dal laboratorio a vista. Il profumo di pane fresco ci avvolge e non vorremmo più uscire.

    La terza tappa prevede la gelateria attigua a Caffè Orso dal nome evocativo: Mara dei Monti. Dai due soci e amici di lunga data, Riccardo Ronchi e Edoardo Patrone, scopriamo com’è nato il nome del locale: da una fragolina francese che sa di fragola di bosco. In realtà pare che Mara sia il nome di una fidanzata di uno di loro. Sarà vero o solo una divertente narrazione?

    L’arte del gelato si basa su un’accurata ricerca delle materie prime e una lavorazione con pochi zuccheri che esalta il sapore anche se comporta anche 2 produzioni al giorno. Dal gelato che propone fino a venti gusti alle torte (ad oggi solo tre ricette) e la sperimentazione del cioccolato con più varianti tra cui quello al tartufo.

    Il quarto Maestro del gusto è la Pescheria Il Corallo presso il mercato storico di San Salvario. Un banco che ha una lunga storia, perché da 30 anni propone pesce di allevamento e di mare ai consumatori che affollano il mercato.

    La quinta bottega è Lait e Formagg  che fin dal 1956 propone eccellenze del territorio. Specializzata nei formaggi (120 tipi) si è aperta anche ai salumi con una selezione contenuta, ma di grande qualità.

    L’ultimo Maestro del Gusto che visitiamo durante il press tour è l’Enoteca Rosso Rubino. Un’eccellenza nel campo dei vini e del cibo gourmet che conoscevo e frequentavo già da anni. Aperto nel 2003 si è trasformata da enoteca a vineria, integrando poi il servizio di ristorazione e i servizi on-line per raggiungere consumatori anche lontani dal quartiere e da Torino.


    Come ho pianificato la narrazione del press tour e quali media ho scelto?

    Ho distinto la comunicazione in due fasi distinte, una live ed immediata basata sul visual e una successiva più esaustiva.


    Fase 1. Twitter + IG Story

    Ho informato i follower di Twitter che avrei raccontato il press tour con un live tweeting e li ho invitati a seguirmi. Nello stesso tempo ho iniziato una Story su Instagram con foto di ogni location che man mano visitavamo. Terminata la Story l’ho salvata e messa in evidenza sul mio profilo. Potete vederla sul mio account: simonetta.pozzi (SIMO POZZI).


    Fase 2. Twitter Moment + Wakelet + Sito

    La fase due ha richiesto una maggiore concentrazione e lavoro da desktop in tranquillità.

    Ho iniziato a raggruppare i tweet migliori in un Moment su Twitter e l’ho pubblicato subito il 24 febbraio. Ecco il link a cui potete fare riferimento.

    Per mantenere viva l’attenzione sul tour qualche settimana dopo l’evento ho creato una narrazione su Wakelet, in cui ho raggruppato i contenuti e ho specificato le degustazioni che i Maestri hanno proposto ai giornalisti e blogger. In un secondo tempo l’ho condivisa su Twitter. Qui trovate il link da consultare.

    L’ultima attività riguarda un articolo pubblicato sul sito nel quale ho parlato non solo del tour e dei Maestri del Gusto, ma anche della strategia di comunicazione, dei medium adottati per la narrazione. Su Google Maps ho creato una mappa personalizzata che riporta il percorso, i map pointer dei locali visitati e un’immagine per ogni location e ho realizzato delle gallery fotografiche con immagini raccolte durante la giornata e in alcuni casi non divulgate sui social media.

    Buona lettura!

  • Food experience e botteghe a ‘Passeggiando con gusto’

    In una mattina uggiosa di fine febbraio l’appuntamento per scoprire botteghe gourmet piemotesi e vivere una food experience è sotto i portici di Piazza Statuto angolo via Cibrario. Arriviamo al press tour alla spicciolata imbacuccati in sciarpe e cappelli, a causa della pioggia battente e del freddo che ancora non fa presagire l’arrivo della primavera. Sabato mattina è il momento dedicato ai mercati rionali e alla spesa nelle botteghe. Torino è ricca di realtà gourmet, di mastri artigiani che hanno fatto del food una vera e propria cultura. Spesso, tuttavia, le eccellenze presenti nella nostra città sono conosciute da pochi eletti per quella sabaudità e ritrosia a esporsi e a comunicare. Ricordo l’espressione non mi oso” , usata frequentemente dai miei nonni materni,  piemontesi doc. Seppur non corretta dal punto di vista grammaticale, ben esprimeva il nostro carattere schivo e portato a non mettersi troppo in evidenza, non osare, appunto.

    Accompagnati dai rappresentanti della Camera di Commercio di Torino e del Festival del giornalismo alimentare, siamo un gruppo eterogeneo di giornalisti  e food blogger di Bologna, Forlì, Roma e Torino. Sono l’unica storyteller, ma mi sento pienamente ‘a casa’, perché le narrazioni sono il filo conduttore della giornata.

    Tra i tanti tour proposti dal Festival nel territorio piemontese e valdostano ho scelto ‘Passeggiando con gusto’ proprio per andare alla ricerca di botteghe, che è l’anima del mio progetto. Ho scoperto realtà ricche di storie e di fascino. Ma partiamo dalla storia del quartiere dove prende il via la visita.

    Porzione all’angolo con via Cibrario. Fotografia di Davide Rolfo, 2012. © MuseoTorino

    San Donato è un quartiere storico di Torino che prende il nome dalla prima Chiesa di San Donato edificata grazie ad alcune organizzazioni religiose stabilite nell’area fin dal XIV secolo. Collocato ai confini delle antiche fortificazioni cittadine aveva una vocazione agricola durante il XVII e il XVIII secolo, perché il canale di Torino forniva un sistema d’irrigazione ideale ed energia a basso costo. Vi si stabilirono scuderie con carri e cavalli, molti artigiani e nacquero le prime concerie cittadine per cui dalla seconda metà del Settecento si trasformò in area industriale.

    ‘Con il trasferimento della capitale da Torino a Firenze il Governo d’Italia stanziò a favore di Torino una rendita annua di 300.000 Lire, che venne utilizzata per la costruzione di un nuovo canale per alimentare le industrie cittadine che si sviluppavano sempre più numerose.
    Questi eventi portarono all’incremento dello sviluppo industriale del Borgo con l’installazione di una quindicina di fabbriche principalmente rivolte alla produzione di birra, cioccolato e alla concia delle pelli. ‘ (Fonte sito del Museo Torino) 

    A pochi passi da noi si trova via  Balbis dove ‘nel 1865 i produttori  dolciari Talmone e Caffarel– Prochet inventarono il giandujotto, cioccolatino torinese noto a livello internazionale e in corso Regina Margherita angolo via Vicenza, era ubicato il primo stabilimento della Pastiglie Leone, Nella zona sorgevano anche “La Torinese”, produttore di  panettoni e alcuni birrifici storici, “Bosio & Caratsch” di corso Principe Oddone 81 e la birra Metzger di via S. Donato,68.’ Sempre nel sito del Museo Torino  potete approfondire la storia della città dell’800. 

    Il tour prevede più tappe per conoscere prodotti tipici del nostro territorio dal pane alla carne, dal cioccolato al gelato e degustazioni anche di birra artigianale. I produttori che incontriamo fanno parte dei “Maestri del Gusto di Torino e provincia” , progetto nato nel 2002 grazie alla Camera di commercio di Torino, al suo Laboratorio Chimico e a Slow Food e che oggi annovera più di 182 membri provenienti da 26 categorie. A novembre 2017 è partita anche l’iniziativa #MaestriDigital  che aiuta i produttori a comunicare sui social media.

    Come ci spiega Daniela Fenoglio della Camera di Commercio, per avere il riconoscimento di Maestro del gusto che ha cadenza biennale, i produttori devono rispettare i requisiti di legge sull’igiene e sicurezza dei prodotti alimentari e ottenere il parere positivo dal Laboratorio Chimico.

    Ecco la mappa del tour realizzata su Google maps (vedi link

    :

    Percorriamo via Cibrario e ci fermiamo al numero 31 al Panificio Avetta  dove siamo accolti da Riccardo Avetta, terza generazione di esperti panificatori. La passione per la panificazione nasce infatti nel lontano 1929 in Valle d’Aosta, grazie a Riccardo Avetta e poi prosegue a Torino nel 1957 ad opera di Tullio Avetta, padre di Riccardo. Durante la visita ci vengono fornite informazioni sulla macinazione a pietra, sulle farine di tradizione antica così pregiate, ma difficili da trattare e sulla lievitazione di 30 ore. La degustazione di focaccine e pizzette appena sfornate ci fa iniziare la giornata in modo gourmet.

    Al numero 61 troviamo la Macelleria Giampaolo Crȕ dove potete trovare carne bovina di razza piemontese di alta qualità. Nata nel 1983 si è reinventata con un prodotto innovativo, il Crȕ (in piemontese crudo), un sushi con riso pregiato della famiglia Rondolino e carne cruda che è simile al ben noto prodotto giapponese. La sig.ra Emiliana Marras, moglie del signor Giampaolo ha raccontato com’è nata l’idea del sushi di carne e i progetti futuri dell’azienda familiare. Facciamo un assaggio di carne cruda accompagnato da un buon bicchiere di bollicine.

    La 3a tappa del tour ci porta in via Jacopo Durandi 13 alla Piazza dei Mestieri, un centro che unisce giovani e maestri artigiani per trasferire competenze e passioni. Un progetto educativo che si è sviluppato negli edifici storici delle Concerie Fiorio della Torino metà Ottocento. Tra le molteplici proposte della Piazza degustiamo il cioccolato artigianale (Le delizie della Piazza) e la birra artigianale (Le birre della Piazza). Grazie allo chef Maurizio Camilli scopriamo che nel 2007 all’interno della Piazza nasceva un vero e proprio birrificio, proseguendo la vocazione di Torino che nell’ 800 contendeva il primato di produzione della birra addirittura a Monaco di Baviera. Alla metà dell’800 infatti nella zona erano attivi ca. 180 produttori e avevano creato una birra denominata ‘Chellerina’ dal nome delle belle cameriere bionde che offrivano la birra nei locali. Negli stessi edifici dove oggi sorge la Piazza dei Mestieri erano ubicati due dei più antichi birrifici torinesi:  Bosio & Caratsch, il primo nato in Italia, e Metzger, che sfruttavano l’acqua pura del canale Torino e vennero premiati con la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Torino nel 1898.

    Per scoprire l’ultima tappa del tour torniamo in via Cibrario e ci fermiamo al numero 50 alla Gelateria La Tosca che nasce da una lunga tradizione di mastri gelatai. Il signor Riccardo con il fratello, anch’egli gelatiere a Torino, fa parte della seconda generazione, perché i genitori erano nel mercato del gelato dal oltre trent’anni. Un sistema di refrigerazione a vasche rotanti per una temperatura più uniforme e prodotti freschi locali di alta qualità selezionati con cura nel territorio garantiscono un’esperienza golosa. Oltre alle creme e i gusti inventati dal maestro gelataio assaggiamo anche i gelati gastronomici che ci incuriosiscono. Il gelato al Grana con flavour di sedano accarezza il palato! Il signor Riccardo ci racconta che negli ultimi 20 anni sono cambiati i gusti alimentari, ma è cresciuta l’attenzione del consumatore non solo verso la lista degli ingredienti, ma anche le provenienze.

    Il press tour si conclude con un pranzo gourmet presso Eataly Lingotto dove scopriamo il progetto Menu for Change, la prima campagna internazionale di Slowfood che lega il cambiamento climatico alla produzione e al consumo di cibo.

    Come ho raccontato questa food experience?

    A parte questo articolo nella sezione ‘Alla ricerca di storie’ e il live tweeting su Twitter durante lo svolgimento della giornata ho creato alcuni racconti visual declinati su tool e platform per comunicare sui social o embeddare sul sito. Vediamoli insieme:

    • Steller uno sfogliabile per narrare attraverso testo + foto + video ad un pubblico internazionale, oltre che nazionale (ecco il link https://steller.co/s/7z6jpZSsBR9). Trovate molti appassionati di food, oltre a food blogger internazionali.
    • Series di Medium sfogliabile all’interno della piattaforma di blogging con utilizzo di testo e foto. Ho creato due storie distinte (tour e pranzo a Eataly Lingotto e qui i link: https://medium.com/series/9cf584749a3e e https://medium.com/series/2df28e544b53)
    • Sutori una piattaforma di narrazione che consente di aggregare contenuti in alberatura. (ecco il link https://www.sutori.com/story/un-press-tour-a-torino#.Wp_FGlmgIaE.google_plusone_share) Sto testando questa piattaforma e cercando di capire come utilizzarla al meglio.

     

    Di seguito una raccolta di scatti del press tour.