• #mytraveljournal18: il viaggio su platforms e tools narrativi

    Un viaggio in Australia nel 2016 ha fatto nascere l’idea del progetto personale #mytraveljournal. L’obiettivo è quello di raccontare un’esperienza di viaggio, utilizzando contemporaneamente diverse piattaforme social e tools narrativi in ottica transmediale. Che cosa si intende per crossmedia e transmedia? Perché scegliere queste modalità di comunicazione? Recentemente avevo letto questa frase che esprime bene il concetto.

    We tell stories across multiple media because no single media satisfies our curiosity or our lifestyle.

    In concreto lo storytelling è:

    • digital quando la narrazione avviane sui canali digitali
    • crossmedia se la progettazione e la creazione del racconto avvengono su più tool digitali o su più media (online e offline), ma si tratta di un prodotto unico condiviso e adattato a media diversi
    • transmedia se l’ideazione, la progettazione e la produzione dell’universo narrativo avvengono su diversi strumenti online e offline

    Il termine ‘Digital Storytelling’ è stato usato per la prima volta da  Ken Burns, nella serie The Civil War sulla Guerra civile Americana, serie che viene indicata come uno dei primi esempi realizzati. Andata in onda per 5 sere consecutive dal 23 al 27 settembre 1990 è stata vista da 40 milioni di americani, diventando il programma con lo share più alto sulla rete PBS. E’ stata riproposta nel 2002 e restaurata nel 2015 in alta definizione.  Burns ha narrato la Guerra dal punto di vista militare, sociale e politico, utilizzando immagini, musica, aneddoti e narrazioni.  (http://www.pbs.org/kenburns/civil-war/)

    La definizione cross media è attribuita a Paul Zazzera, CEO di Time Inc. che la usò per la prima volta nel 1996 per il Big Brother (reality show presentato come format cross mediale che integra da allora TV e Web, magazine e telefonia e letteratura). Si diffuse sempre nello stesso anno per il successo mondiale del videogioco Pokémon di Nintendo (1996).

    Il concetto di transmedialità è stato utilizzato per la prima volta da Henry Jenkins nel suo articolo Transmedia Storytelling, pubblicato nel gennaio 2003 su TecnologyReview. Secondo Jenkins

    una narrazione transmediale si sviluppa su una moltitudine di piattaforme mediali, dove ciascuna apporta un contributo diverso alla trama complessiva della narrazione.

    Si tratta di creare contenuti unici su un tema specifico, in questo caso una destinazione turistica e collegarli con call to action, come un puzzle composto da tessere che, una volta riunite, forniscono una visione d’insieme più ampia.

    Durante i corsi di storytelling parlo spesso dell’opportunità di comporre una narrazione su più media, sfruttando al meglio la tecnologia a nostra disposizione e con il progetto ho voluto dimostrare concretamente gli steps necessari. Il primo passo è definire una strategia e scegliere opportunamente i media che sosterranno la narrazione. In base all’esperienza che si intende proporre si può ricorrere al testo, al visual rappresentato da fotografie o da video, al voice con voce narrante oppure, se possibile, con interviste.

    Nel 2018 il progetto racconta Budapest attraverso 2 piattaforme e un tool narrativo: Instagram, Tumblr e Steller.

    • Instagram dove ho postato solo fotografie di persone a volte a colori a volte in B/N. Obiettivo –> narrare la gente di Budapest intenta a fare gesti e attività quotidiane
    • Tumblr dove ho creato una mini guida di viaggio per far scoprire Budapest in 5 giorni. Obiettivo –> fornire un diario con molte idee e suggerimenti pratici
    • Steller su tre temi: Buda: alla scoperta della città vecchia con panorami, scorci che mi hanno colpita, Nagycsarnok: il grande mercato di Pest con i suoi colori e profumi, Street Art & Lettering: scoprire Budapest attraverso l’arte. Obiettivo –> soffermarsi su particolari e far vivere le emozioni che ho provato attraverso video, immagini e brevi testi.

    Quale il vantaggio? La possibilità di arricchire l’esperienza con emozioni, rivolgendosi a pubblici diversi. Ricordiamo infatti che alcuni di noi amano più le immagini, alcuni i longform e i gusti sono molto diversi così come la sensibilità. Nello spirito del crossmedia e transmedia si potrà entrare nell’esperienza attraverso ‘porte’ diverse e approfondire su molteplici canali.

    La narrazione del 2018 è stata progettata prima della partenza per Budapest ed è stata realizzata on the road, proprio come un diario di viaggio.

    Durante il giorno ho fatto una scelta del materiale fotografico da postare su Instagram e da riservare al tool Steller, individuando temi da approfondire e narrare e alla sera ho preparato i testi e gli itinerari di viaggio su Tumblr, arricchendoli, ove possibile, anche con mappe create su Google Maps.

     

    Ecco i link alla guida di viaggio su Tumblr:

    Di seguito i link anche alle storie su Steller che hanno superato sul tool una media di 10.100 pagine viste.

    Steller è un tool narrativo fruibile sotto forma di sfogliabile composto da parti testuali e visuali (foto o video). Viene molto utilizzato a livello internazionale da food blogger, travel blogger, designer, artisti ed aziende che desiderano proporre i prodotti ad un pubblico

    giovane e interessato all’innovazione. Le storie possono essere visualizzate attraverso l’app disponibile per iOS o per Android oppure anche da desktop, come potete vedere dallo screenshot a lato.

    Viene da sempre inserito nel progetto #mytraveljournal per la sua versatilità, la possibilità di embeddarlo nel sito e condividerlo sui social media. Da non sottovalutare anche l’attività della community che segue con molto interesse le produzioni. La community italiana che si raccoglie sotto l’hashtag #stelleritalia è molto numerosa e concentrata soprattutto sui temi travel e food.

    Ho utilizzato frequentemente questo tool e l’ho proposto anche a clienti per narrare esperienze di prodotto in modo differente oppure eventi che hanno coinvolto il brand, riuscendo a creare engagement anche nella pagina Facebook ufficiale con call to action dal tool a Facebook e viceversa.

    Non resta che sperimentare un nuovo approccio di narrazione. Seguitemi e scoprirete sempre nuovi tool e piattaforme che vi consentiranno (anche gratuitamente) di creare e divulgare contenuti innovativi e originali

     

     

  • Raccontare un’esperienza di viaggio: #mytraveljournal

    Un viaggio è sempre più un’esperienza immersiva, esperienza che inizia nel momento stesso in cui consultiamo le guide turistiche e decidiamo le  destinazioni. Chi di noi non ha iniziato a sognare ad occhi aperti ed a immaginarsi in un parco o su una spiaggia?  Come coinvolgere i lettori e condividere le nostre emozioni?

    Durante i corsi di comunicazione narrativa rivolti a strutture turistiche o aziende legate al turismo spiego e invito a sperimentare vari storytools e platforms, oltre a far indossare cardboard e visori per vivere il VR storytelling. I tools o i social media devono, tuttavia, essere integrati in un piano strategico dettagliato per amplificare e supportare efficacemente la comunicazione aziendale.

    Nel settembre 2016 ho deciso di mettere in pratica i suggerimenti che fornisco ai corsisti con un progetto personale, denominato #mytraveljournal. 

    foto di viaggio- #mytraveljournal

    Il progetto ha lo scopo di narrare sei giorni di viaggio alla scoperta di una città di grande fascino, Sydney, attraverso immagini, testo e video live.

    Ho quindi analizzato i social media, platforms e tools a mia disposizione e ho deciso quali fossero i più idonei per il mio esperimento, i tempi e le modalità d’utilizzo.

    Ho alternato momenti live con approfondimenti testuali e visual, cercando di abbinare medium a contenuto, in un’ottica transmedia, invitando il lettore a comporre idealmente un puzzle.  Su ogni medium ho postato un contenuto esclusivo, collegato alla storia principale declinata su Snapchat. Bisogna, infatti, ricordare che ogni social e platform ha il proprio tone of voice e che, per amplificare la comunicazione è utile creare connessioni, ricorrendo a call to action.

    Come procedere? Ho concluso ogni singola storia, invitando il follower a restare collegato e a seguirmi per non perdersi nessuna pubblicazione. Ricordate la caratteristica delle Snapchat Stories di durare 24h? In realtà non si tratta di un minus della platform, ma,  al contrario di un plus, contando sul F.O.M.O. degli utenti (la paura di perdersi qualcosa online). Da quest’estate, inoltre, le storie possono essere salvate in ‘Ricordi‘ e sul rullino dello smartphone o dell’ iPAD per poi essere condivise su altri social o caricate su Youtube.

    Ho presentato il progetto su Instagram, spiegando l’obiettivo  finale e ho utilizzato una call to action ben definita: l’invito a seguirmi sugli altri social e platform per ottenere una mini guida. Ho ricondiviso le informazioni sul mio profilo Facebook.

    foto_instagram2

    • Snapchat: una live story dove ho raccontato i momenti della giornata con snap e video, una sorta di diario virtuale. Fa da filo conduttore a tutta la storia.
    • Instagram: foto esclusive riguardanti scene di vita, personaggi che hanno attirato la mia attenzione, immagini narrative tipo quella sottoindicata (foto A).
    • Steller: storie d’approfondimento con immagini esclusive tipo ‘Skyscrapers’, Art Gallery of New South Wales, Sydney Aquarium (da leggere su mio account  Simo_Pozzi). Ho scelto luoghi specifici legati alla cultura o alla natura.
    • Tumblr: una mini guida personale della città.

    Ecco il link alla miniguida su Tumblr che, suddivisa in sei giornate, è stata redatta durante il viaggio con indicazioni pratiche quali, ad esempio il biglietto da acquistare per i mezzi pubblici, i ristoranti dove fermarsi per uno spuntino, i prodotti più curiosi come fauci di squalo e di coccodrillo, portachiavi e apribottiglie realizzati con le palle di conguro in vendita al The Rocks Markets e molto altro.

    mytraverljournal - guida su Tumblr

    Per l’attività su Instagram ho scelto con cura le fotografie da postare, così come i commenti, realizzando una guida visual di scatti rubati dalla vita quotidiana.

    foto_Instagram

    Ad esempio nella foto A troviamo un’immagine di grande tenerezza: il padre sporge la girandola alla figlia, scena in cui possiamo

    foto_instagram3

    ritrovarci e ricordare momenti della nostra infanzia o del nostro presente come genitori. Cosa si staranno dicendo il padre e la bimba con la girandola? Stanno aspettando la madre che deve raggiungerli? Cosa succederà nella scena successiva?

    L’obiettivo non è scattare una foto artistica, bensì un‘immagine narrativa che possa trasferire l’emozione del momento.

    Anche le strutture alberghiere possono scegliere di non fotografare la hall o la sala colazione in modo anonimo, ma di dare loro vita in modo originale (scene di vita, particolari di oggetti, etc).

    Durante i corsi cito un caso studio molto interessante di storytelling turistico creato da un hotel irlandese, Adare Manor Hotel. La storia è molto semplice e non particolarmente innovativa, ma la comunicazione, basata su immagini narrative ambientate nella struttura alberghiera, è di grande effetto.

    post di hotel

    Una giovanissima ospite aveva dimenticato in hotel il pupazzetto del cuore. Il responsabile dell’albergo ha iniziato a postare nella pagina Facebook il ‘bunny’s journey‘ con il duplice obiettivo di trovare la proprietaria e di raccontare le esperienze del coniglietto durante il soggiorno fino al ritorno della bimba.

    The hotel documented the bunny’s fabulous stay, from his plush sleepover in one of the hotel’s rooms, to a tour by the concierge, to a decadent afternoon tea and even massage treatments in a private room.’

    La narrazione  è diventata virale e ha attirato l’attenzione dei social media e della stampa per l’originalità e l’efficacia della comunicazione.