Storie in XR e metaverso: Giada Verona

Le storie in XR e metaverso riprendono con Giada Verona a.k.a. DisaGiada, una community manager che ho avuto il piacere di conoscere mesi fa su Discord, grazie a Enrico Carmine Ciliberti e alla Meta-Comitiva VR. Di lei sapevo poco, essendo iscritta a VRChat senza frequentare, praticamente solo che è la founder della community VRChat Italia Official. Da subito è nata una certa simpatia, perché Giada è una ragazza giovane, solare e piena di entusiasmo.

Ho voluto conoscere la sua storia e soprattutto com’è nata la sua passione per il gaming e il metaverso.

Chi è Giada Verona

Giada è la fondatrice della community VRChat Italia Official. Leggiamo sul suo profilo LinkedIn:

sono appassionata di videogiochi e organizzazione di eventi, ho collaborato all’organizzazione di due fiere del fumetto e successivamente ho deciso di fondare la community “VRChat Italia Official” per offrire agli utenti italiani uno spazio sicuro e divertente all’interno del gioco VRChat. Ho trasformato questa passione in un vero e proprio lavoro, dedicandomi alla gestione degli eventi e alla cura della community.

In passato avevamo conosciuto un’altra Metaverse Community Manager, Petra Škachová founder della Meta Oculus Community Italy® | Italia. Due storie di donne accomunate dalla passione e dal desiderio di riunire gli appassionati di gaming e metaverso e fare rete.

Veniamo a Giada ed approfondiamo insieme la sua storia.

DisaGiada

Iniziamo con una domanda che rivolgo normalmente alle intervistate. Quando ti sei avvicinata alla VR e quali sono state le tue prime esperienze? 

Mi ha sempre affascinato la tecnologia, soprattutto quei primi video presenti su YouTube che ti davano un effetto tridimensionale. Ho, però, provato effettivamente un vero VR nel 2016, presso una sala LAN che frequentavo. Era un Oculus Rift S e ancora ricordo l’esperienza come unica, da pelle d’oca. Ero insieme con i miei fratelli, l’emozione mi aveva preso talmente tanto che mi ha rivoluzionato l’intero pensiero: è lì che ho capito il vero potenziale che questa tecnologia poteva avere. Cosa che tutt’ora credo.

Ho letto nel tuo profilo LinkedIn che sei appassionata di videogiochi. Qual è stato il primo? Quale preferisci attualmente? 

Mi definisco una vera e propria nerd, sin da piccola. Il mio primo videogame l’ho giocato credo alle elementari, quando andava di moda il famoso Gameboy Advance. Purtroppo sono sempre stata limitata dalle maestre, a scuola, venendo giudicata “maschiaccio” e venendo rimproverata perché preferivo giocare con il tamagotchi piuttosto che portare con me la Barbie. Il mio primo vero gioco, comunque, credo sia stato Time Crisis II per la PlayStation 2, per il quale ero veramente ossessionata! Attualmente, causa lavoro, ho poco tempo per provare nuovi titoli, però la mia passione continua ad essere costante.

Vr Chat community

Come sei ‘approdata’ in VRChat? Sei anni fa hai creato la VRChat Italia Official. Quali sono gli obiettivi? 

Inizialmente non pensavo di raggiungere questi livelli. Volevo solo un posto dove tutti gli italiani, difficili da trovare su “VRChat” a quei tempi, potessero fare amicizia e trascorrere del tempo insieme. Da lì, ha preso il sopravvento la mia passione nello “strafare”, come lo definisco volgarmente io, cercando di offrire sempre più servizi ed arrivando a quella che oggi è la community “VRChat Italia Official”. Attualmente, il mio obiettivo, è fare la differenza e portare non solo un messaggio positivo del metaverso, ma cercare di creare un’associazione pilastro dell’argomento, assieme a soci fidati e competenti. Purtroppo in Italia c’è molta disinformazione, e questo è un peccato, essendoci un potenziale incredibile.

Che fascia d’età e caratteristiche hanno i partecipanti? Hai notato dei cambiamenti in questi 6 anni? Quali attività proponete?

La fascia d’età presente su VRChat è mutata nel corso degli anni, soprattutto dopo la presenza in commercio del Meta Quest 2, che, con il suo prezzo agevolato, ha permesso l’esperienza VR a chiunque. Cercando di fare una stima, fino a un anno e mezzo fa c’era un target di età tra i 13 e 30 anni massimo, quindi adolescenti e giovani adulti, prettamente interessati alla sfera videoludica e di intrattenimento. Attualmente, parliamo di una fascia davvero tanto vasta, ovvero tra gli 8 e 60 anni di età, presenti sul gioco non più solo per “giocare”, ma anche per acculturarsi, partecipare ad eventi, con sempre più curiosità nell’addentrarsi in questo mondo. Mi permetto di dire che è come se si stiano rendendo tutti conto di come la Realtà Virtuale sia strettamente collegata a quella Reale, cosa che cerchiamo di trasmettere attraverso gli eventi nella nostra community, andando ovviamente a sottolineare che NON sono la stessa cosa. Purtroppo, come in ogni ambiente dove rientra internet, esistono anche individui che non riescono a vivere quest’opportunità come vita distinta da quella reale.

In ogni caso, i nostri eventi erano all’inizio ludici, da qualche anno a questa parte abbiamo abbracciato la parte più socio-culturale, andando a proporre anche iniziative uniche nel loro genere e riscuotendo un certo interesse da parte degli utenti. Abbiamo intenzione di sperimentare e ampliarci sempre più.

Che cosa vuol dire fare la community manager in un mondo immersivo? Hai dovuto superare difficoltà come ragazza? 

Ho superato un sacco di difficoltà, perché non solo sono una ragazza, ma anche perché sono disabile. Purtroppo, oltre alla misoginia, ho riscontrato problemi con haters che hanno preso di mira la mia disabilità, mettendo in giro falsità sul mio conto (calunnie vere e proprie, per le quale ho dovuto prendere provvedimenti legali, ahimè), creando un vero e proprio “movimento” contro di me. Ho dovuto cambiare nick in game e sono caduta in uno stato depressivo; questi individui hanno deriso il mio aspetto, prendendo mie foto reali e mettendo a sondaggio la mia bellezza. Hanno calunniato la mia immagine, facendo video contro di me e mi sono anche arrivate alcune minacce di morte. Nonostante per un periodo questa cosa mi abbia scoraggiata, non gliel’ho data vinta e sono tornata più forte di prima. Anzi, li ringrazio per avermi insegnato ad essere superficiale con un certo tipo di persone, che cercano solo di ostacolare il mio cammino.

Eventi

Nelle ultime ricerche sui lavori emergenti il/la community manager del metaverso viene indicato come una possibile opzione per i giovani. Lo consiglieresti ad una ragazza in procinto di scegliere il proprio percorso professionale? Quali studi suggeriresti? 

E’ un mestiere difficile, non differente da tanti altri settori che hanno comunque a che fare con il management. Lo consiglierei in generale, come esperienza, ma soprattutto se si ha molta pazienza. A meno che non esista un direttore a dare istruzioni su come fare il proprio lavoro, ci vuole molta pazienza e organizzazione, i quali non sono scontati. Io stessa li ho maturati e li sto tutt’ora maturando con il lavoro in campo. Sempre prendendo me come esempio pratico, io ho studiato turismo e sto studiando management in università, materie che mi hanno sicuramente aiutato a creare le basi per questo mestiere. E’ importante, tuttavia, conoscere anche la realtà in cui vai a lavorare, quindi in questo caso il VR e il Metaverso, cosa che spero possano essere implementati un domani nelle università. Sicuramente, è questione di poco tempo.

In questo periodo sui social e in alcuni articoli giornalistici si dice che ‘il metaverso è morto’ e che ormai gli investimenti di alcune Big Tech si sono spostati sull’AI. Che cosa ne pensi? Che influenza potrà avere l’AI sui mondi immersivi?  

Parliamo di due argomenti ben distinti: l’esistenza di uno dei due, non va a determinare l’estinzione dell’altro, paragonarli e paragonare la loro funzione non credo sia molto coerente.

La VR, “Metaverso” se la vogliamo vedere dal punto di vista commerciale, è una realtà alternativa che ancora si deve sviluppare del tutto e che va ad offrire un’alternativa nella propria quotidianità.

L’AI può essere piuttosto confrontato con i caschi VR, essendo entrambi dei “mezzi” che aiutano a raggiungere un fine (l’intelligenza artificiale semplifica la vita delle singole persone, facendo determinate cose in un lasso di tempo assai ridotto; il casco VR è il dispositivo che ci aiuta ad immergerci nella realtà virtuale). Chissà se un domani l’AI possa sviluppare un modo per entrare nel “Metaverso” senza l’uso dei caschi VR… Però dubito fortemente che la sua presenza possa andare in qualche modo a minacciare l’esistenza della Realtà Virtuale. Poi il tempo farà la sua parte, insieme ai vari scienziati e informatici, sempre pronti a creare qualcosa di più innovativo e tecnologico. 

One thought on “Storie in XR e metaverso: Giada Verona

  • Reply Alessandro Bagnuoli Settembre 2, 2023 at 7:44 pm

    La VRChat Italia Official è cresciuta notevolmente negli ultimi 6 anni, accogliendo una vasta gamma di età e interessi. Giada Verona e il suo team hanno ampliato le attività dalla dimensione ludica a quella socio-culturale, dimostrando il potenziale educativo del metaverso

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