• Slow News vs. Snapchat Stories: nuovo giornalismo?

    Si parla molto di nuove frontiere del giornalismo e si assiste alla nascita di nuovi filoni e di sperimentazioni anche sulle social platforms. Le news sono veloci e spesso poco approfondite. Stanno tuttavia nascendo tendenze contrapposte. Vediamole insieme.

    Da una parte si tende a tornare al longform, al giornalismo di grandi inchieste e contenuto, dall’altra a catturare l’attenzione dei lettori, andando nei luoghi dove si trovano, quindi sui social media o platforms.

    Non si leggono più i classici? Allora si fanno delle versioni ridotte, una sorta di ‘bigino’ dell’opera. Vedi la proposta apparsa con il claim ‘Best seller da leggere nel tempo di un fim’. Il lettore è, in effetti, sempre più distratto da un’overload information sul web e quindi abituato a dedicare pochissimo tempo alla lettura e all’approfondimento.

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    Si cerca l’attenzione dei Millennials sulle platforms, come Snapchat o Telegram, per cui vediamo apparire bot e nuove Stories delle principali testate giornalistiche straniere e da pochissimo anche italiane.

    A proposito della ‘leisurely revolution’ torniamo ad uno speech molto interessante dell’ultimo Festival del Giornalismo ‘Slow news: la rivoluzione lenta’. Al panel hanno partecipato Alberto Puliafito, direttore del Blogo, Rob Orchard, cofondatore Slow Journalism Company e Peter Laufer, SOJC Università dell’Oregon e Antonio Talia, Informant.

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    Esiste grande rumore di fondo su internet e il valore della singola notizia diventa quasi insignificante. Molto spesso le persone mettono like su Fb senza leggere nulla’, afferma il moderatore del panel.

    In effetti è un problema ben noto: si leggono il titolo (di qui l’importanza sempre maggiore assunta dal ‘title’) e poche righe introduttive per poi riservarsi di approfondire. Spesso, però, non si va oltre al titolo. Per contrastare questa tendenza alcune testate online stanno tornando al longform e soprattutto a edizioni ridotte e approfondimenti a pagamento, giusto per distinguersi e dare valore alla notizia.

    Durante il panel ci si è proprio soffermati sul valore giornalistico, affermando che consiste nella spiegazione del contesto; il giornalista deve unire i puntini, essere un curatore di contenuti per dare un valore. Il movimento dello Slow Journalism è in controtendenza, perché, rispetto alla notizia consumata in real time, non approfondita, propone il Delayed Gratification magazine, con uscita trimestrale e ‘picking out what really mattered and returning to events with the benefit of hindsight so we can give you the final analysis rather than the first, kneejerk reaction.’ Non solo longform, ma anche fotografie e molte infografiche per rendere le storie più reali e visive.

    Notizie e titoli che spesso non sono comprensibili al grande pubblico, afferma Antonio Talia, e precisa che ‘queste notizie potrebbero essere trasformate in storie e la differenza è notevole. Le notizie sono delle commodities, una storia è un qualcosa che risponde ad un bisogno ben preciso del nostro cervello di calare tutto quanto in una struttura narrativa. Quindi in qualche modo abbiamo bisogno di una trama, di personaggi, di uno sviluppo e di una conclusione.’ Questo significa restituire al lettore una dimensione di lettura che consente di comprendere meglio anche il contesto in cui si svolgono i fatti e comporta anche un fattore economico per l’industria giornalistica, in quanto i contenuti veloci sono gratuiti.

    Il contrasto tra clickbaiting e notizie estremamente veloci e approfondimento vero giornalistico si gioca sul migliorare al massimo lo sfruttamento che il lettore può fare del suo tempo. Questo si può fare solo dando contenuti di qualità, lenti tanto nella produzione che nella fruizione’, precisa ancora Talia.

    Di contro possiamo notare che sempre più testate si stanno avvicinando a piattaforme nuove come Telegram e Snapchat. Durante il panel dell’8 giugno alla Social Media Week su ‘Generazione Snapchat: istruzioni per l’uso’, la giornalista Martina Pennisi de Il Corriere della Sera ha parlato della nuova esperienza su Snapchat e dei risultati ottenuti.

    La sezione ‘Discover’ di Snapchat è per ora aperta solo alle testate anglofone, ma se aprissero alle testate italiane potrebbe essere interessante’, afferma la Pennisi.

    Il Corriere inizia l’avventura sulla nuova piattaforma in occasione della vigilia della finalissima di Champions League fra Real Madrid e Atletico Madrid. Leggiamo sul video.corriere.it che hanno scelto di narrare ‘ un evento molto sentito in tutta la città che ci ha permesso di raccontare suoni e colori con il ritmo tipico della sempre più nota applicazione. Il Corriere è la prima testata italiana a sbarcare su Snapchat dopo le esperienze di Bbc, New York Times e Al Jazeera.

    Altra story è stata dedicata al concerto di Laura Pausini a San Siro. In questo caso la giornalista che racconta la storia in prima persona, una giovane che parla ad altri giovani con il loro linguaggio.

    Per il momento ‘il Corriere sta sperimentando, afferma nel panel la Pennisi, ‘ma hanno avuto ottimi riscontri, perché le storie sono state molto seguite e le persone scrivevano in privato non potendo commentare su Snapchat.’ ‘E’ un esperimento che guarda al futuro. E’ il mezzo che fa crollare barriera tra media e persone, più immediato ed easy. ‘

    ‘L’importante è dare un filone narrativo, essendo testate giornalistiche. La interazione che manca nel commento porta a pubblicare di più. Se ti diverti comunicando ci stai di più’.

    Il Corriere è tra le testate presenti anche su Telegram, dove cerca di organizzare il flusso di notizie fornite all’utente, approfondendo gli interessi al momento dell’iscrizione al bot. Dal momento che le storie restano online per 24 ore, la fruizione è velocissima e caratterizzata più da immagini, emoticons, video di max. 10 secondi che non di testo. ‘Si tratta dunque di una narrazione «usa e getta», destinata all’oblio, dove l’unico tempo possibile è il presente.’ si legge nell’articolo pubblicato su Corriere.it:

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    Così Snapchat sta cambiando il giornalismo digitale. L’esperienza del «Corriere»’. Perché allora scegliere di comunicare in una modalità così differente dal longform e dal giornalismo classico? Vediamolo insieme:

    • i numeri degli utenti sono estremamente interessanti: ‘i 150 milioni di attivi di Snapchat trascorrono sull’app 20–30 minuti al giorno’ e appartengono a una fascia d’età 16–24 anni,
    • l’immediatezza e il linguaggio easy che piace ai giovani,
    • la possibilità di sperimentare, perché la durata di sole 24 ore consente anche di sbagliare e non essere perfetti. Non è la perfezione che cercano i fan di Snapchat, ma la genuinità della storia, contenuti unici e dedicati solo a loro.

    I live hanno dunque una potenzialità enorme per quel che riguarda le breaking news… un uno-molteplice in grado, potenzialmente, di fare vedere tutto ciò che sta realmente accadendo in quel momento, di fare parlare tutti e tenere fuori chi invece potrebbe in qualche modo inquinare e diluire la narrazione con foto d’archivio o interventi non vissuti in prima persona.’ leggiamo sempre nell’articolo del Corriere.

    Ma cerchiamo di approfondire e capire quali notizie forniscono su Snapchat gli altri giornali italiani ed internazionali. Bisogna distinguere tra le testate giornalistiche che hanno accesso alla sezione Discover (partner) e quelle che sono escluse e possono essere seguite. In Discover i giornali, come ad esempio Daily Mail, possono pubblicare contenuti complessi arricchiti da video, testo e foto, paragonabili a quelli online classici. Non possono creare storie, ma vengono sfogliati orizzontalmente o con scrolling. I giornali fuori dal Discover hanno caratteristiche molto simili tra di loro, riconducibili a:

    • temi legati all’attualità come eventi, concerti, momenti da condividere
    • utilizzo di emoticons e geolocalizzazione
    • pochissimo testo
    • nessun filtro simpatico, mantengono una certa sobrietà
    • mix di foto e spesso micro interviste.

    Vediamo ora qualche esempio di quotidiani internazionali e nazionali. Iniziamo dal Washington Post che fa largo uso dei video nelle sue stories. Vedete sotto il breve reportage/storia del comizio elettorale di Sanders. Sempre il Washington Post crea delle storie di pubblica utilità, facendoci scendere nella metro ora a Washighton D.C., ora a Mosca. Un vero e proprio viaggio accompagnati dalla giornalista.

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    Invece BBC News punta sull’attualità con una storia su Pelè e una sulla cerimonia funebre per Muhammad Alì (Cassius Marcellus Clay Jr.) che sta avvenendo in questi giorni in Kentucky.Per i funerali ha realizzato una storia/reportage con mini interviste, foto dalla città natale e dal Memorial Center. Torniamo in Italia e concentriamoci sulle storie realizzate dal quotidiano Repubblica, storie dedicate a eventi d’attualità come concerti o il festival RepIdee 2016 che si sta svolgendo presso il Maxxi e l’Auditorium Parco della Musica composte da brevi interviste, spettacoli e musica. Repubblica ricorre alla platform anche per avvicinare i giovani alla politica, comunicando in un modo totalmente innovativo i risultati elettorali delle ultime elezioni comunali (dati e speech finale del Direttore).

    Riassumendo, possiamo affermare che non esista una formula unica o vincente, ma tante sperimentazioni accanto al giornalismo tradizionale che continuerà a sopravvivere, nonostante la digital disruption. Penso che le testate giornalistiche non possano che trarre vantaggio da questa varietà, riuscendo a soddisfare le nuove esigenze dei consumatori.